15^ Domenica Tempo Ordinario
( Mc 6,30-34)
Tempo di vacanze, tempo di relax: il Vangelo di oggi è in sintonia con l’attuale pausa estiva. “In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato”. Ed Egli li invitò anche ad andare in un luogo deserto per riposarsi un po’. Che bel tempo era quello! Potersi riunire attorno al Maestro in persona e fare revisione di vita con Lui. Raccontargli tutto ciò che si è fatto e sentirsi al centro della Sua attenzione. Sentirsi capiti, incoraggiati, spronati, ma anche invitati a riposarsi un po’, in un luogo appartato e solitario.
• Il Maestro tace e ascolta…
Oggi più che mai c’è un bisogno viscerale di sentirsi capiti, accolti per quel che si è, incoraggiati e non ostacolati; e il Vangelo odierno ci dice da CHI dobbiamo andare in quei momenti. “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi ristorerò, venite in disparte e riposatevi un po’”. Un po’ di relax… Quanta premurosa attenzione da parte del Maestro verso i suoi, attento alle loro esigenze come il migliore dei padri che comprende anche le loro stanchezze . Contento di ascoltare ciò che i suoi hanno da dirgli: questa volta è Lui che ascolta. Il Maestro che di solito insegnava, ora tace e ascolta...
La capacità di ascolto è forse ciò di cui ha più bisogno il mondo di oggi. L’uomo moderno stanco, stressato, non ha tanto bisogno di una parola quanto di… un orecchio che ascolti. E non solo l’uomo moderno, ma anche i contemporanei di Gesù erano tutti contenti che il loro Maestro li stesse ad ascoltare. E li invitasse a riposarsi un po’, perché “la folla che andava da loro era così tanta che non avevano nemmeno più il tempo di mangiare. Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte.”
• Un bastone e una tunica, basta!
Domenica scorsa avevamo visto che il corredo per gli apostoli partiti a due a due ad annunciare la buona novella, doveva essere ridotto al minimo: un bastone e una tunica. Perché? Sicuramente perché non sono i mezzi, né i grandi apparati che convertono i cuori, ma la grazia che si manifesta nella semplicità di vita ed è più efficace di tanti discorsi altisonanti. E avevamo visto come l’apostolo non debba cercare altre garanzie e sicurezze al di fuori della grazia. Oggi vediamo che gli apostoli non devono appoggiarsi sul loro operato e sul bene fatto, ma devono risalire al donatore di ogni grazia: “Venite in disparte con me”. Cioè ristabilite la comunione con me e ricentrate il vostro obiettivo sull’unico necessario perché il vostro operato sia efficace. Non ricercate il consenso umano, che oggi c’è e domani chissà: all’osanna può sempre seguire un “crucifige”. Dio solo non delude mai!
• A piedi si arriva prima…
“Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le parti cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero”. Vedete che a piedi si va più veloci che in barca (e che a cavallo: san Paolo incominciò a percorrere le strade del mondo solo dopo che fu sbalzato da cavallo…) e così quando Gesù e compagni arrivarono, altro che luogo solitario, era strapieno di gente e Gesù si commosse perché “erano come pecore senza pastore e si mise ad insegnare loro molto cose”. Ecco che il Maestro, dopo aver ascoltato i suoi discepoli (e aver sperato –invano– di trovare un luogo solitario) si rimette a fare il Maestro e ad insegnare alle folle. Preso da compassione! Ecco il tratto più ricorrente e finalizzante degli atteggiamenti di Gesù: la compassione! Preso da compassione, guariva gli ammalati, moltiplicava i pani e i pesci, cacciava gli spiriti immondi ecc. E noi, discepoli moderni dell’Unico Maestro, ci lasciamo ancora prendere da compassione?
Wilma Chasseur
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