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martedì 31 agosto 2010

Pane di vita nuova (Marco Frisina)

Il Pane vivo disceso dal Cielo

Il pane eucaristico, pane di ogni dolcezza, nutrimento eccellente dell'anima, dove Cristo silenziosamente si manifesta e agisce nel cuore ove stabilizza ogni cosa. Il nostro è un Dio potente, glorioso e bello ma umile e semplice tanto da operare nelle nostre chiese in assoluto silenzio poiché per mezzo di esso l'anima lo cerca e lo
trova.Tuttavia perché il Signore agisca nei nostri cuori dobbiamo permetterglielo. Gesù a Nazareth non operò molti miracoli a causa dell'incredulità del Suo popolo. Anche in Chiesa, se noi non crediamo nella presenza di Cristo nell'Eucarestia, il Signore non opera molto perché Egli desidera che noi crediamo in Lui. Infatti se noi crediamo in Cristo nell'Eucarestia, sentiremo ben presto i benefici che da essa provengono. In quel pane il Signore Gesù si manifesta perché ci ama e ci dona la sua carne e il suo sangue come vero cibo e vera bevanda
delle anime nostre. Poiché a causa del peccato nel mondo l'uomo era debole ai richiami delle seduzioni, era necessario un nutrimento perché l'anima acquistasse le energie per resistere e dominare ogni impulso, così Dio stesso si è fatto nutrimento per ciascuno di noi perché mangiando della Sua carne e bevendo del Suo sangue noi possiamo essere forti contro le tentazioni e mantenerci in purezza di spirito fino all'ultimo giorno della nostra vita, così morendo in grazia di Dio possiamo meritarci il riposo eterno nel Regno dei Cieli. Il Signore ha provveduto a tutto per la nostra salvezza. Egli si è immolato sulla croce per liberarci dalla colpa, ci ha donato il Suo Santo Spirito per farci nascere dal cielo, si è fatto nostro nutrimento per mantenerci limpidi nel cuore, ci ha donato il Sacramento della Riconciliazione per rialzarci in caso di caduta. Ecco il Signore ha davvero provveduto a tutto perché noi possiamo arrivare integri nella purezza e nell'amore al termine della nostra vita.
La dolcezza della presenza di Cristo che si manifesta nelle nostre anime è ineguagliabile. Il Paradiso sembra scendere in terra, il Signore scende dal Suo trono per venire ad abitare nei nostri cuori. Questo è il grande amore del Signore per noi. Chi ci ama così tanto come ci ama Lui? Vi lasciamo con le parole di Gesù invitandovi a meditare questo brano del Vangelo di Giovanni, Capitolo 6, perché possiate comprendere
direttamente dal Signore la Sua grandezza, la Sua Santità e l'Amore del Padre e del Figlio per noi.
22 Il giorno dopo, la folla, rimasta dall'altra parte del mare, notò
che c'era una barca sola e che Gesù non era salito con i suoi
discepoli sulla barca, ma soltanto i suoi discepoli erano partiti. 23
Altre barche erano giunte nel frattempo da Tiberìade, presso il luogo
dove avevano mangiato il pane dopo che il Signore aveva reso grazie.
24 Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i
suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao
alla ricerca di Gesù. 25 Trovatolo di là dal mare, gli dissero:
«Rabbì, quando sei venuto qua?».
26 Gesù rispose: «In verità, in verità vi dico, voi mi cercate non
perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e
vi siete saziati. 27 Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello
che dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché
su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». 28 Gli dissero
allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». 29
Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha
mandato».
30 Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e
possiamo crederti? Quale opera compi? 31 I nostri padri hanno mangiato
la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane
dal cielo». 32 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non
Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal
cielo, quello vero; 33 il pane di Dio è colui che discende dal cielo e
dà la vita al mondo». 34 Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre
questo pane». 35 Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene
a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. 36 Vi ho
detto però che voi mi avete visto e non credete. 37 Tutto ciò che il
Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, 38
perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la
volontà di colui che mi ha mandato. 39 E questa è la volontà di colui
che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato,
ma lo risusciti nell'ultimo giorno. 40 Questa infatti è la volontà del
Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
41 Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il
pane disceso dal cielo». 42 E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il
figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può
dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
43 Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. 44 Nessuno può venire a
me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò
nell'ultimo giorno. 45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno
ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui,
viene a me. 46 Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che
viene da Dio ha visto il Padre. 47 In verità, in verità vi dico: chi
crede ha la vita eterna.
48 Io sono il pane della vita. 49 I vostri padri hanno mangiato la
manna nel deserto e sono morti; 50 questo è il pane che discende dal
cielo, perché chi ne mangia non muoia. 51 Io sono il pane vivo,
disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il
pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui
darci la sua carne da mangiare?». 53 Gesù disse: «In verità, in verità
vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il
suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e
beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo
giorno. 55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera
bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me
e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo
per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58
Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i
padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
59 Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. 60
Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo
linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di
sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro:
«Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là
dov'era prima? 63 È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a
nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita.

lunedì 30 agosto 2010

Martirio di San Giovanni Battista

Angelus di Papa Benedetto XVI - 29 Agosto 2010


BENEDETTO XVI

ANGELUS

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 29 agosto 2010

 


Cari fratelli e sorelle,

nel Vangelo di questa domenica (Lc 14,1.7-14), incontriamo Gesù commensale nella casa di un capo dei farisei. Notando che gli invitati sceglievano i primi posti a tavola, Egli raccontò una parabola, ambientata in un banchetto nuziale. "Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cèdigli il posto!» ... Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto" (Lc 14,8-10). Il Signore non intende dare una lezione sul galateo, né sulla gerarchia tra le diverse autorità. Egli insiste piuttosto su un punto decisivo, che è quello dell’umiltà: "chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato" (Lc 14,11). Questa parabola, in un significato più profondo, fa anche pensare alla posizione dell’uomo in rapporto a Dio. L’"ultimo posto" può infatti rappresentare la condizione dell’umanità degradata dal peccato, condizione dalla quale solo l’incarnazione del Figlio Unigenito può risollevarla. Per questo Cristo stesso "ha preso l’ultimo posto nel mondo — la croce — e proprio con questa umiltà radicale ci ha redenti e costantemente ci aiuta" (Enc. Deus caritas est, 35).


Al termine della parabola, Gesù suggerisce al capo dei farisei di invitare alla sua mensa non gli amici, i parenti o i ricchi vicini, ma le persone più povere ed emarginate, che non hanno modo di ricambiare (cfr Lc 14,13-14), perché il dono sia gratuito. La vera ricompensa, infatti, alla fine, la darà Dio, "che governa il mondo ... Noi gli prestiamo il nostro servizio solo per quello che possiamo e finché Egli ce ne dà la forza" (Enc. Deus caritas est, 35). Ancora una volta, dunque, guardiamo a Cristo come modello di umiltà e di gratuità: da Lui apprendiamo la pazienza nelle tentazioni, la mitezza nelle offese, l’obbedienza a Dio nel dolore, in attesa che Colui che ci ha invitato ci dica: "Amico, vieni più avanti!" (cfr Lc 14,10); il vero bene, infatti, è stare vicino a Lui. San Luigi IX, re di Francia – la cui memoria ricorreva mercoledì scorso – ha messo in pratica ciò che è scritto nel Libro del Siracide: "Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore" (3,18). Così egli scriveva nel suo "Testamento spirituale al figlio": "Se il Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi" ( Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546).

Cari amici, oggi ricordiamo anche il martirio di san Giovanni Battista, il più grande tra i profeti di Cristo, che ha saputo rinnegare se stesso per fare spazio al Salvatore, e ha sofferto ed è morto per la verità. Chiediamo a lui e alla Vergine Maria di guidarci sulla via dell’umiltà, per diventare degni della ricompensa divina.

Dopo l'Angelus

Il prossimo 1° settembre si celebra in Italia la Giornata per la salvaguardia del creato, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana. E’ un appuntamento ormai abituale, importante anche sul piano ecumenico. Quest’anno ci ricorda che non ci può essere pace senza rispetto dell’ambiente. Abbiamo infatti il dovere di consegnare la terra alle nuove generazioni in uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente conservarla. Il Signore ci aiuti in questo compito!

[Saluti in varie lingue: I am pleased to greet the English-speaking visitors here today, especially the group of students from the Pontifical North American College. I pray that all of you, whether you are here on holiday or on pilgrimage or pursuing studies in Rome, will be able to draw closer to the Lord in prayer and thanksgiving. May God bestow abundant blessings upon all of you, and upon your families and loved ones at home. - Al saludar cordialmente a los peregrinos de lengua española que participan en esta oración mariana, quisiera recordar con particular afecto a los mineros que se encuentran atrapados en el yacimiento de san José, en la región chilena de Atacama. A ellos y a sus familiares los encomiendo a la intercesión de San Lorenzo, asegurándoles mi cercanía espiritual y mis continuas oraciones, para que mantengan la serenidad en la espera de una feliz conclusión de los trabajos que se están llevando a cabo para su rescate. Y a todos os invito a acoger hoy la Palabra de Cristo, para crecer en fe, humildad y generosidad. Feliz domingo.]

Infine, saluto di cuore i pellegrini di lingua italiana, in particolare il gruppo di Cooperatori Paolini; i numerosi ragazzi che hanno ricevuto la Cresima o la riceveranno: da Boccaleone, da Arcene e dalle diocesi di Vicenza e di Padova; la Confraternita del SS.mo Sacramento di Bariano; i fedeli provenienti dalla diocesi di Verona e da Santo Stefano Ticino; e i ragazzi di Grassobbio. Saluto anche il gruppo golfistico venuto da Milano e quello ciclistico di Nave. A tutti auguro una buona domenica.

© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana

domenica 29 agosto 2010

Video Vangelo: XXII Domenica Ordinario (C)

Avanti o indietro?


XXII domenica tempo ordinario

In un mondo dove tutti dicono che bisogna assolutamente farsi avanti, Gesù, in questo brano di Vangelo, invita a farsi indietro! E così ridimensiona di colpo quella bramosia (che quando non è palese, cova però sotto sotto) di arraffare i primi posti a tutti i costi...

• 1) La saggezza dello stregone…

L’umiltà oggi, non è certamente gridata sui tetti! Anzi, la società attuale predica a tambur battente che dobbiamo emergere, sfondare, sentirci importanti, apparire, abbagliare ecc. ecc. Che fatica stare dietro a tutto questo farsi avanti! Sarebbe più riposante -oltre che più evangelico- tenersi un po’ indietro. Anzi la vera saggezza e la vera sapienza, si trovano proprio in chi vive nascosto nelle retrovie, o addirittura tra i popoli primitivi che hanno conservato un buon senso e una sanità di giudizio, che noi, popoli evoluti e progrediti stiamo smarrendo sempre più. Lo stregone-capo-tribù Yaqui, (l’equivalente dei nostri presidenti-direttori-generali…) diceva: ”Croire qu’on a de l’importance, rend lourd, maladroit et vain” (credersi importanti rende goffi, pesanti e inutili).
Ecco una perla di saggezza che non sentiremo certamente dai nostri PDG e governanti vari, a meno che non vadano a scuola da Yaqui... Credersi importanti, gonfia, appesantisce e rende inutili, oltre che ridicoli. E’ come se il fragilissimo vaso d’argilla che contiene un liquore pregiatissimo, si desse chissà quali arie, perché contiene il liquore! Ciò che è importante è il liquore, non il vaso. E quel fragilissimo vaso d’argilla siamo noi, che conteniamo nientemeno che lo Spirito Santo, ma l’importante è LUI. Dobbiamo smetterla di crederci chissà che e di attribuirci chissà cosa (c’è proprio un conflitto d’attribuzione...), quando tutto ci viene da Lui. Quando avremo capito questo, il Signore potrà anche fare meraviglie in noi -come fece con la Madonna e con tanti santi- perché finalmente, non ci attribuiremo più un merito che è solo Suo.

• 2) Attenti al motore che scalda!

Finché “le moteur chauffe”, cioè ci esaltiamo e ci surriscaldiamo per quel poco di bene che riusciamo a fare grazie alla SUA grazia, bisogna provvedere al raffreddamento del motore con una bella doccia fredda! E non possiamo fare di più, perché se il motore si scalda, è segno che la macchina non funziona! Il secondo tema, di questo Vangelo, è l’invito al banchetto fatto a poveri, storpi, zoppi e ciechi. Siamo invitati al banchetto del Regno, e siamo invitati proprio in quanto poveri, storpi e ciechi. Cioè, siamo il povero che tutto riceve, perché il Regno dei cieli è gratuito. Guai a chi si presenta pensando che gli sia un po’ dovuto. Se c’è una cosa che non possiamo né acquistare, né conquistare è proprio il Regno (chi crede di poterlo conquistare” à la force du poignet,” (con le sue sole forze) ha già fallito in partenza). Dio Padre, ci ama come nessun padre ama i propri figli, e tutto quello che ha ce lo vuole unicamente regalare: l’unica condizione richiesta per poterlo ricevere è accettarlo gratuitamente. Dopo aver fatto il bene si capisce, ma questo bene non è una cosa che dobbiamo fare quasi controvoglia per “guadagnarci” il Regno; fa già parte di questo Regno, ne è già un anticipo, anzi, è il primo dono che Dio ci fa, quello di poter fare il bene (“Senza di Me non potete fare nulla”) per essere felici fin da quaggiù e avere già il Paradiso nel cuore. Mentre se facciamo il male, avremo già ora, l’inferno nel cuore, perché il male fa male.

• 3) Come fare per ottenere regali?

“Se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”. Diventare come bambini, significa credere veramente che Dio nostro Padre tutto quello che ha ce lo vuole solo regalare; questo trasformerebbe la nostra vita e ne farebbe un canto gioioso, certi come saremo di non essere soli a percorrere la salita, ma di essere addirittura portati in braccio in quei passaggi difficili dove da soli non ce la faremmo.

Wilma Chasseur

sabato 28 agosto 2010

Lettera ai visitatori - Le ragioni di una decisione

 In via eccezionale, oggi presentiamo un ulteriore post del giorno, per spiegare le ragioni di una decisione presa dai fondatori della Vigna del Signore:
 
 
Carissimi fratelli, sorelle e amici della Vigna, abbiamo deciso per confermare la nostra volontà di lavorare in linea con la Chiesa Cattolica e il suo Magistero di sospendere la pubblicazione dei messaggi delle cosiddette rivelazioni private come ad esempio i messaggi di Medjugorje, della Regina degli Ultimi Tempi, di Anguera e
altri non autorizzati e/o riconosciuti. Con questa decisione non intendiamo escludere la veridicità dei messaggi poiché soltanto alla Chiesa è dato il compito di confermare o smentire la natura di tali rivelazioni come ha già espressamente fatto in passato, ma di lavorare in sintonia con la Santa Madre Chiesa Cattolica la quale con la sua saggia prudenza e pazienza studia attentamente ogni fenomeno di tale portata. Per cui d'ora in avanti ci
occuperemo di cose riconosciute ufficialmente dalla Chiesa. Un altro motivo che ci spinge ad attuare questa decisione è per contrastare il ricercare di molti dei tesori altrove, tesori di santità e salvezza che sono già presenti, e solo lì, all'interno della Santa Chiesa Cattolica. Il popolo di Dio, o almeno una parte di esso sembra aver dimenticato l'inestimabile tesoro della presenza di Cristo vivo e risorto nell'Eucarestia così da andare alla ricerca di novità e prodigi in altri luoghi. I messaggi mariani non hanno nulla da aggiungere al messaggio definitivo e completo di Cristo poiché la rivelazione si è compiuta per mezzo del Messia, ma solo ricordano al popolo di Dio di ritornare sulla retta via che è appunto seguire Cristo nell'azione concreta nella Chiesa la quale, come già detto poche righe più sopra, possiede tutti i tesori spirituali per la nostra santità e salvezza: vi troviamo il Sacramento della Riconciliazione fondamentale per ritornare ad essere amici di Dio, il Sacramento dell'Eucarestia per il sostentamento spirituale ma anche fisico e mentale, troviamo la Parola sempre attuale di Dio, le opere di carità e tanto altro. Nulla c'è da aggiungere poiché tutto è stato rivelato nel Figlio: "non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato". Maria quindi
viene a riportare le anime a Gesù, ma il primo annunzio che dobbiamo ricevere è quello del Signore ed Egli ci parla apertamente per bocca dei Suoi ministri nella lettura quotidiana del Vangelo. E' necessario ricordare questa realtà d'amore ormai dimenticata da molti: Gesù sosta nei tabernacoli di tutto il mondo, ma a quanto pare oggi il sensazionalismo e la spettacolarizzazione hanno messo un po' da parte questa realtà di amore. Non segni e prodigi dobbiamo cercare, ma di fare la Volontà di Dio. Sentiamo parlare spesso di ultimi tempi,
catastrofi e meno della Parola di Cristo che salva. Ogni giorno per ciascuno di noi può essere l'ultimo e ogni giorno dobbiamo costruire la nostra conversione a prescindere dalla fine del mondo o dalle varie catastrofi. Gesù ci chiama sempre in ogni minuto della nostra vita. I messaggi delle rivelazioni private possono essere un ulteriore aiuto se vengono dall'alto o peggio un intralcio alla fede se sono insidiosi e se provengono dal maligno e potrebbero creare dei veri e propri scismi. Quanti effettivamente seguono gli insegnamenti e le direttive
del Papa e della Chiesa Cattolica? In un mondo come quello di oggi nel quale incombe la minaccia dei falsi profeti, occorre esercitare la virtù della Prudenza, dell'Obbedienza (alla Chiesa Cattolica) e il discernimento.
Invitiamo a leggere di seguito un testo di un sito esterno per approfondire: http://www.diosalva.net/it/maria-santi/discernimento-rivelazioni-private.php
 
La gente non ha bisogno di sapere se la Madonna appare in questo o in quel luogo, la gente innanzitutto ha bisogno di sapere che il Signore è presente nei Sacramenti! La Vergine Maria invita tutti a seguire il Figlio come ha fatto fin dalla nascita della Chiesa! Guardiamo ai servi di Cristo, i sacerdoti, presbiteri e frati cappuccini o monaci dei vari ordini religiosi in linea con la Chiesa Cattolica, tutti vivono nella prudenza nell'annuncio di Cristo come si fa da duemila anni, nessuno di loro dal pulpito predica i messaggi delle rivelazioni private, ma sempre e solo la Parola del Signore, non mancando di venerare nel giusto modo la Vergine Maria. Infatti la Chiesa insegna a noi cristiani il giusto modo per venerare la nostra tenerissima Madre.
 
Questa è una riflessione che noi facciamo per ricordare a tutti il ruolo fondamentale della Chiesa Cattolica come annunciatrice e custode della Parola di Dio, e ribadiamo l'intenzione di non voler escludere la validità dei messaggi delle rivelazioni private né di confermarla, ma di riportare l'attenzione su ciò che veramente conta al momento: Conversione e partecipazione alla vita di Cristo e della Chiesa. Inoltre se diamo uno sguardo alle lettere di San Paolo Apostolo troveremo la grande Sapienza del Signore manifestata nel Suo umile servo convertito sulla via di Damasco, sapienza non riscontrata nelle ultime rivelazioni private le quali sembrano annunciare più catastrofismi che mai. Se viviamo nell'integrità dell'amore, della fede e dello Spirito non vi è nulla da temere: Fine del mondo o meno, se l'anima è in grazia di Dio vive tranquilla. Inoltre Gesù nel Vangelo ha detto che nessuno conosce il giorno e l'ora se non il Padre per cui diffidate da tutti quelli che asseriscono di conoscere la data della fine. Osserviamo i comandamenti di Cristo per rimanere nel Suo Amore.
 
Ancora ci soffermiamo sulla realtà di Cristo presente nella Chiesa. L'uomo da sempre va alla ricerca dei grandi prodigi e portenti, ma il più grande prodigio lo abbiamo all'interno della Chiesa nella consacrazione del pane e del vino nei quali lo Spirito di Dio opera il prodigio della trasformazione delle offerte nel Corpo e nel Sangue
dell'Agnello. C'è chi fa a fatica a credere in questa realtà ed è per questi motivi che va alla ricerca di altri segni per cercare conferme. Tuttavia il miracolo di Lanciano per volontà di Dio ci conferma e ci aiuta a contemplare la ineffabile realtà dell'Eucarestia. Inoltre la prova della Fede alla quale il Signore ci chiama consiste nel credere
senza vedere: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 20,29). Poniamo più attenzione alla Chiesa e al senso della nostra chiamata di battezzati anziché andare alla ricerca sfrenata del mistero della
profezia sulle presunte "fini del mondo", delle presunte apparizioni e dei fantomatici veggenti. Evitate di seguire i vari leader carismatici improvvisati non autorizzati dalla Chiesa Cattolica i quali potrebbero rappresentare quei lupi travestiti da pecore dei quali ci parla Gesù:
 
"15 Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in veste di
pecore, ma dentro sono lupi rapaci 16 Voi li riconoscerete dai loro
frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? 17 Cosi, ogni
albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti
cattivi. 18 Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero
cattivo dare frutti buoni. 19 Ogni albero che non dà buon frutto è
tagliato, e gettato nel fuoco. 20 Voi dunque li riconoscerete dai loro
frutti. 21 Non chiunque mi dice: "Signore, Signore" entrerà nel regno
dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22
Molti mi diranno in quel giorno: "Signore, Signore, non abbiamo noi
profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel
tuo nome molte opere potenti?" 23 E allora dichiarerò loro: "Io non vi
ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi tutti operatori di
iniquità"." (Mat 7:15-23)
 
Tra i tanti veggenti non sappiamo quali sono pecore e quali sono lupi così per prudenza ci affidiamo al giudizio infallibile della Chiesa per evitare di cadere nella trappola del nemico e anche perché desideriamo rispondere con obbedienza alla nostra Santa Madre Chiesa Cattolica.
 
Di seguito un elenco di "apparizioni" condannate dai vescovi diocesani. Per qualsiasi chiarimento o approfondimento vi invitiamo a contattarci qualora dovessero esserci degli aggiornamenti. L'elenco è preso dal sito: http://www.cafarus.ch
 
ELENCO FALSE APPARIZIONI E RIVELAZIONI CONDANNATE DAI VESCOVI DIOCESANI:
 
- 1503-1566 Nostradamus, Francia
- Nascondi testo citato -
- 1600~ Maddalena della croce, Cordova, Spagna
- 1769-1821 Marie Lenormand, Francia
- 1871-1916 Rasputin, Siberia
- 1861-1922 Felicie Kozlowska, suora francescana condannata dal
Vescovo Szembeck di Plock e scomunicata da Pio X il 5.12.1906
- 1878 Luisa Piccareta, Corato (I)Condanna Decr. S. Off. 13 iul. 1938
(Index Librorum Prohibitorum) - Testo in italiano
- 1931 Ezquioga (Spagna), Antonia e Andrés Bereciartua, Ramona Olabada
Spagna Condanna del Sant'Uffizio il 13.6.1934
- 1931 Izurdiaga, Spagna
- 1933 Onkerzele, Belgio, Berthonia Holtkamp e Joseph Kempeneers
Condannata il 23.8.34 dal Cardinal Van Roey, Léonie Van Dyk (48 anni)
valutazione negativa il 25.3.42 Arcivescovo di Malines
- 1933 Etikbove, Belgio, Omer Peneman. Giudizio negativo
- 1933 Herzele, Belgio, Jules de Vuyst confessa l'inganno prima della morte
- 1933 Olsene, Belgio, Maurice van den Boeke. Giudizio negativo
- 1933 Berchem-Anvers, Belgio
- 1933 Tubize, Belgio
- 1933 Verviers, Belgio
- 1933 Wilrijk, Belgio
- 1933-1940 Lokeren, Belgio, 1 donna e 1 bambino. Giudizio negativo
- 1936 Bouxiers-les-Dames, Francia, Gabriele Hanus e A. Pietquin,
Giudizio negativo 1946
- 1936 Ham-sur-Sambre, Belgio, Imelda Schohy e Adeline Pietquin,
Giudizio negativo 1946
- 1937 Voltago, Italia diverse ragazzine, Condannata il 31.12.38
- 1938 Kerizinen, Francia, Jeanne-Louise Ramonet, Giudizio negativo
vescovo di Quimper 12.10.56 (costruzione chiesa senza il suo nulla
osta), divieto di culto il 24.3.61
- 1943 Girkalnis, Lituania, giudizio negativo
- 1943 Athis-Mons, Francia, giudizio negativo
- 1944 Ghiaie di Bonate, Italia, Adelaide Roncalli, nessun carattere
soprannaturale Mons. A. Bernareggi vescovo di Bergamo
- 1946 Espis, Francia Condannata il 31.7.47 dal Vescovo Théas di
Tarbes e Lourdes
- 1947 Pierina Gilli, Montichiari e Fontanelle (I)
- 1947 Casanova Staffora (Pavia) Italia, Angela Volpini, Giudizio negativo
- 1947 Rosa Mistica, Montichiari, condannata dal Vescovo Bruno Foresti
di Brescia il 15.10.84 con riconferma il 19.2.97
- 1947 Forstweiler di Tannhausen, Germania, Pauline H. Condannata dal
Vescovo Sproll di Rottenburg 11.1948
- 1947 Uracaiña (Brasile) 1 religioso, Giudizio negativo
- 1948 11.2 Assisi (Perugia), Italia. Giudizio negativo
- 1948 18.4 Gimigliano di Venarotta (Ascoli Piceno), Italia, Anita
Federici, Giudizio negativo del vescovo
- 1948 27.4 Marina di Pisa, Italia, Paola Luperini
- 1948 19.5 Marta (Viterbo), Italia, gruppo di ragazzine, Giudizio
negativo emesso il 29.6.52
- 1948 13.9 Lipa, Isola di Lucon (Filippine), una suora, Giudizio negativo
- 1948 Montlucon, Michel Collin (religioso), Francia, Ridotto a stato
laico per decreto del Sant'Uffizio nel 1951
- 1948 Cluj, Romania, Gran folla, Giudizio negativo
- 1949 Opus Angelorum (L'Opera degli Angeli) fondata da Gabrielle
Bitterlich (Austria 1896-1978), condannata dalla Congregazione per la
Dottrina della Fede il 24.9.83
- 1949 Lublin, Polonia, folla, Giudizio negativo
- 1949 Zo-Se (1 religioso), Cina
- 1949 Heroldsbach, Germania, 6 bambini, Nessun carattere
soprannaturale e divieto di culto dal Sant'Uffizio il 18.6.51,
Condanna Arcivescovo Kolb di Bamberg, 25.7.51 Sant'Uffizio sospende a
divinis preti disobbedienti
- 1949 12.5 Fehrbach (Germania), una bambina, Giudizio negativo
- 1949 Haszos, Ungheria, folla, Valutazione vescovile negativa
- 1949 7 Lublin (Polonia), giudizio negativo
- 1950-1952 Necedah (USA) Anna Von Hoof (41 anni), Giudizio negativo
vescovo di La Crosse il 17.6.55
- 1950 Acquaviva Platani (Caltanisetta) Italia, Pia Mallia (12 anni),
Dall'apertura di una nuvola vide una stella brillante ed un sole che
girava emettendo raggi colorati. Giudizio negativo
- 1951 8.8 Casalicontrada (Chieti), Italia, Leonardo Masoli,
Avvenimenti non riconosciuti
- 1951 Rodalben (Germany) Annelise Wafzig (27 anni), scomunicata dal
Vescovo Wendel di Speyer
- 1953 21.8 Hydrequent (Francia), Jean Lavoiser (10 anni) + altre
persone, Valutazione ecclesiastica negativa
- 1953 Cossirano (Brescia), Italia, Condanna del Vescovo Tredici di
Brescia nel 54 e 58
- 1953 Santo Saba di Sparà (Messina), Italia, Rosario Pio (8 anni),
Giudizio negativo
- 1953 Maria Valtorta, Caserta (I), condannata dalla Santa Sede nel
1949, 1959, 1985 e 1993 (16.12.59 Papa Giovanni XXIII conferma "libri
proibiti") EWTN - Testo condanna originale del 6.1.1960
dell'Osservatore Romano
- 1954 Eisenberg, Aloisia Lex, Austria, Condannata il 20.5.69 dal
Vescovo di Eisenstadt
- 1954 Marie-Paule Guigère, Quebec, 1971 forma l’armata di Maria,
condannata nel 1987 dal Cardinal Louis-Albert Vachon, Arcivescovo di
Quebec con conferma del Cardinal Ratzinger nel febbraio 1987. Agosto
2001 I vescovi canadesi: l'«Armée de Marie» non è cattolica.
- 1955 Reggio Emilia (Italia), Rosina Soncini (55 anni) fino al 1956,
Giudizio negativo
- 1956 Urbania (Pesaro) Italia, Augusta Tangini (11 anni) + altri
fanciulli, Nessun carattere soprannaturale delle visioni
- 1961-1965 Garabandal (4 ragazze), Spagna, condannata definitivamente
dal Vescovo di Santander Jose Vilaplana 11.10.96, link interno, La
Congragazione del Sant'Uffizio appoggiò i divieti vescovili il
28.7.65, 7.3.67 e 10.5.68
- 1961 Craveggia (Novara) Italia, 1 donna (60 anni) miracolata a
Lourdes, Apparizioni giudicate non soprannaturali
- 1961 Rosa Quattrini, San Damiano (I) Condannata il 2.2.68 e 2.11.70
dal Vescovo Enrico Manfredi di Piacenza - Lettera a tutti i presbiteri
della Chiesa di Piacenza-Bobbio riferita a "fenomeni di visioni,
rivelazioni, apparizioni, illuminazioni, stigmate" - PDF - Conferma
giudizio negativo presunte apparizioni San Damiano. Curia Vescovile di
Piacenza 7.6.2005 - PDF
- 1962 La Ladeira, Maria da Conceição Mendes Horta, Portogallo,
Condannata il 17.6.77 dal Vescovo di Santarém
- 1963 Ostia (Roma, Italia) Giudizio negativo
- 1966 Ventebbio (1 prete), Italia
- 1966 Surbiton, Surrey (UK) Patricia de Menezes e Divina Innocenza,
messaggi non di origine soprannaturale, Arcivescovo Michael Bowen di
Southwark.
- 1967 Bohan (2 uomini), Belgio
- 1968-1971 EL Palmar de Troya (4 ragazzi), Spagna, di cui Clemente
Dominguez seguito dall'Arcivescovo di Bulla Regia Ngô-dinh-Thuc
scomunicato il 17.9.76 per ordinazioni illegittime di presbiteri e
vescovi, assolto il 17.12.76 ma riscomunicato il 12.3.83 dalla C.D.F.
(dichiarava vacante la Sede Apostolica). Ritratta pubblicamente i
propri errori prima della morte.
- 1968 Carmela Carabelli, Italia
- 1970 Veronica Lueken, Bayside (USA), condannata dal Vescovo di
Brooklyn John Mugavero 4.11.86
- 1971 Marisa Rossi, Roma (I), seguita da Don Claudio Gatti incorso
nella sospensione "latae sententiae" il 22.10.1998 dal Card. Camillo
Ruini e dimesso dallo stato clericale il 7.11.2002. Le apparizioni e
il rischio di ‘privatizzare’ la fede (Mons. Arrigo Miglio Vescovo di
Ivrea)
- 1972 Don Stefano Gobbi, Italia, 85 Autorità Ecclesiastica invita a
lasciare la direzione del movimento, 98 ammette alla Congregazione
della Dottrina della Fede che non sono messaggi della Madre di Dio,
condanna Arcivescovo Agostino Cacciavillan (USA) 12.1.95
- 1973 Mortzel, Belgio
- 1973 Dozulé (Magdalene Aumont) Francia, condannata dai Vescovi di
Bayeux & Lisieux Jean Badré 24.6.83 e Pierre Pican 15.3.91 - Messa a
punto sul fenomeno "Dozulé" Commento di Avvenire - Lettera di Mons.
Luigi Bressan dell’Arcidiocesi di Trento - oppure
- 1974 Derval (1 uomo), Francia
- 1976 Cerdanyola, Spagna
- 1977 Le Fréchou (1 uomo), Francia
- 1980 Escorial (Spagna) Amparo Cuevas, per l'episcopato locale nessun
carattere soprannaturale
- 1980 Ede Oballa (1 uomo), Nigeria
- 1981 Medjugorje (6 ragazzi), Bosnia-Erzegovina, CONDANNATA dai
Vescovi Pavao Zanic (1985) e Ratko Peric (1993, 1997) alcune lettere
ufficiali ed articoli - Dichiarazione di Mons. Pavao Zanic del 1990 -
Una dichiarazione aggiornata dal vescovo Ratko Peric - pdf - LA
SOLENNITA' DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO Medjugorje, 15.VI.2006 -
Disinformazioni da parte di René Laurentin
- 1981 La Taludière, Jean Piégay e sua figlia Blandine, francia,
Condanna del 18.4.82 dal Vescovo Rousset di Saint-Étienne
- 1982 Nowra (1 uomo), Australia
- 1982 Canton (1 donna), USA
- 1983 Peñablanca, Cile, Miguel Angel Poblet, Condanna
dall'Arcivescovo Valenzuela Rios il 4.9.84 per "manipolazione fede
popolare"
- 1983 Olawa, Polonia, Kazimierz Domanski, Condannato dal Cardinal
Glemp Arcivescovo di Varsavia nel 1988
- 1984 Gargallo di Carpi, Gian Carlo Varini, Nessun fondamento di
soprannaturalità, Mons. Maggiolini e suo successorre Mons. Bassano
Staffieri
- 1985 San Martino di Schio (Vicenza) Italia, Renato Baron,
Arcivescovo Mons. Bressan rigurado Schio, Malé e San Vito di Flavon
- 1985 Oliveto Citra (Salerno), Italia, (12 ragazzi)
- 1985 Maureen Sweeney, Cleveland (USA)
- 1985 Naju, Korea, Julia Kim, Condannata il 1°.1.98 dall'Arcivescovo
Victorinus K. Youn di Kwangju
- 1985 Bangladesh, Losanna, Roma e si presume dal 2005 Washington,
Vassula Ryden, "messaggi non divini" Congregazione per la Dottrina
della Fede 6.10.95 - PDF - Quei messaggi sospetti di Vassula Ryden
- 1986 Nsimalen (6 ragazzi), Cameroon, Condanna 90 dal Vescovo Zoa di
Yaoundé, 8.5.92 nota pastorale denuncia attività pastorale di 2 preti
- 1987 Mayfield, Irlanda
- 1988 Avola (Siracusa) Giuseppe Auricchia, Giudizio negativo
- 1988 pressi di Gorizia, Vittorio Spolverini, visione della "Madonna"
col volto dell'ex convivente, Giudizio negativo
- 1988 Christina Gallagher, Irlanda, "nessun intervento
soprannaturale" Arcivescovo Michael Neary
- 1988 Lubbock (diverse persone), USA
- 1988 Scottsdale (diverse persone), USA
- 1988 Phoenix (USA), Estella Ruiz
- 1989 Marlboro (New Jersey, USA), Joseph Januszkiewicz
- 1989 2 settembre, Fatima (Portogallo), Giorgio Bongiovanni seguace
del contattista Eugenio Siragusa, Giudizio negativo
- 1990 Conyers (Georgia, USA), Nancy Fowler, Giudizio negativo
- 1990 Arcellasco (Italia), Maria Pavlovic (veggente di Medjugorje),
Giudizio negativo
- 1990 Denver (USA), Teresa Lopez e Veronica Garcia, divieto di
promozione Arcivescovo J. Francis Stafford 9.3.94
- 1992 Scottsdale, Arizona (USA), Carol Ameche
- 1992 Manduria (Taranto) Debora Moscugiari condannata il 14.12.97 da
Monsignor Franco Vescovo d’Oria ed ordinario del luogo. Lettera
pastorale letta in tutte le Chiese della Diocesi. Fatti qualificati
come opera del Maligno. Da Faussaires de Dieu di Joachin Bouflet.
segnalazione 5.01 - oppure
- 1992 San Pancrazio (Lucca) Pino Casagrande, nuove supposte visioni mariane
- 1993 Matthew Kelly, New S. Wales, Australia
- 1999 Marpingen, Germania, 3 donne, l'11.8.99 Vescovo Spital di
Trèves pubblica nota su nessun riconoscimento d'intervento
soprannaturale. Nonostante questo gruppi mariani legati a Medjugorje
ed alla rivista Stella Maris, non tengono conto del documento
episcopale (J.B.)
- 2001 Antonio di San Lazzaro in Capua (CE) “Vergine della Rivelazione
degli ultimi Tempi” Movimento non riconosciuto dalla Chiesa Diocesana.
Arcivescovo di Capua Mons. Bruno Schettino
- Altri luoghi e veggenti pericolosi in Italia sono:
Salvatore Caputa a Mozanbano (Mantova); Pina Micali a Giampilieri
Marina (Messina); Giuseppe Auricchia di Avola (Siracusa); Silvana
Orlandi ad Ostina (Firenze); Rossana Salvadori a Borgo Meduna
(Pordenone); Fratel Cosimo a Reggio Calabria; "Chiesa dello spirito
santo" (1 donna) di Asso (Como); Pino Casagrande (in circolazione)
Testimonianza; Divina Sapienza di Cassino (messaggi trasmessi via
internet), Marco Ferrari, Paratico (Brescia)
Esistono moltissime altre rivelazioni private non riconosciute dalla
Santa Chiesa, tuttavia queste sono tra le più famose che hanno e che
continuano ad ingannare tanti fedeli e religiosi nel mondo intero. Ad
ogni modo per evitare rischi, meglio fuggire da qualsiasi rivelazione
soprannaturale e camminare in oscura fede che è ciò che Dio vuole come
potete leggere nell'opera "Salita del Monte Carmelo" di San Giovanni
della Croce
Michele Cafaro
 
---
 
Infine volevamo segnalare che si è reso necessario rimuovere la pagina di Dardo per essere coerenti con la nostra decisione di rimuovere tutte le rivelazioni private. Se rimuoviamo messaggi del calibro di Medjugorje e Anguera è anche giusto rimuovere anche i messaggi di Dardo sperando questo non ostacoli l'amicizia che ci lega a lui.
 
Certi che questa sia la giusta linea da seguire poiché l'obbedienza alla Chiesa equivale obbedienza a Cristo (San Pio da Pietrelcina pur con tutte le avversità che ne derivavano era obbediente alla Chiesa n.d.r.) vi salutiamo e speriamo voi comprendiate il senso di questa nostra decisione.
 
Un caro saluto e che Gesù Cristo unico vero pastore ci guidi attraverso la Sua Santa Chiesa Cattolica Suo Corpo Mistico.
 
Gli operai della Vigna
 
Nota: La riflessione sui falsi profeti non è da intendersi rivolta nello specifico ai veggenti di Medjugorje o Anguera, bensì una riflessione generale sui falsi profeti.
 
Nota 2: In una lettera Padre Livio, direttore di Radio Maria, riporta le parole del Segretario di Stato, Cardinale Tarcisio Bertone il quale scrive riguardo a Medjugorje nel libro "L'ultima veggente di Fatima": "Le dichiarazioni del vescovo di Mostar riflettono un'opinione personale, non sono un giudizio definitivo e ufficiale della Chiesa".
Pertanto il non riconoscimento che troviamo nell'elenco cui sopra non va interpretato come giudizio ufficiale e definitivo almeno per quanto riguarda Medjugorje.
 
Nota 3: La rimozione dei messaggi, ribadiamo, è solo dovuta alla prudenza e all'obbedienza che siamo chiamati a praticare in questi casi, tuttavia questo non significa un non riconoscimento da parte nostra, ma il tutto è a scopo cautelare.
 
 

Salmo 18 - Seconda parte

Salmo 18 - Prima parte

Il Sabato dei Salmi - Salmo 18 - Te Deum regale


Salmo 18

Te Deum regale
[1]Al maestro del coro. Di Davide, servo del Signore, che rivolse al Signore le parole di questo canto, quando il Signore lo liberò dal potere di tutti i suoi nemici, [2]e dalla mano di Saul. Disse dunque:

Ti amo, Signore, mia forza,
[3]Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;
mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;
mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.
[4]Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

[5]Mi circondavano flutti di morte,
mi travolgevano torrenti impetuosi;
[6]gia mi avvolgevano i lacci degli inferi,
gia mi stringevano agguati mortali.
[7]Nel mio affanno invocai il Signore,
nell'angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
al suo orecchio pervenne il mio grido.

[8]La terra tremò e si scosse;
vacillarono le fondamenta dei monti,
si scossero perché egli era sdegnato.
[9]Dalle sue narici saliva fumo,
dalla sua bocca un fuoco divorante;
da lui sprizzavano carboni ardenti.
[10]Abbassò i cieli e discese,
fosca caligine sotto i suoi piedi.

[11]Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
[12]Si avvolgeva di tenebre come di velo,
acque oscure e dense nubi lo coprivano.
[13]Davanti al suo fulgore si dissipavano le nubi
con grandine e carboni ardenti.
[14]Il Signore tuonò dal cielo,
l'Altissimo fece udire la sua voce:
grandine e carboni ardenti.
[15]Scagliò saette e li disperse,
fulminò con folgori e li sconfisse.
[16]Allora apparve il fondo del mare,
si scoprirono le fondamenta del mondo,
per la tua minaccia, Signore,
per lo spirare del tuo furore.

[17]Stese la mano dall'alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
[18]mi liberò da nemici potenti,
da coloro che mi odiavano
ed eran più forti di me.
[19]Mi assalirono nel giorno di sventura,
ma il Signore fu mio sostegno;
[20]mi portò al largo,
mi liberò perché mi vuol bene.

[21]Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia,
mi ripaga secondo l'innocenza delle mie mani;
[22]perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato empiamente il mio Dio.
[23]I suoi giudizi mi stanno tutti davanti,
non ho respinto da me la sua legge;
[24]ma integro sono stato con lui
e mi sono guardato dalla colpa.
[25]Il Signore mi rende secondo la mia giustizia,
secondo l'innocenza delle mie mani davanti ai suoi occhi.

[26]Con l'uomo buono tu sei buono
con l'uomo integro tu sei integro,
[27]con l'uomo puro tu sei puro,
con il perverso tu sei astuto.
[28]Perché tu salvi il popolo degli umili,
ma abbassi gli occhi dei superbi.
[29]Tu, Signore, sei luce alla mia lampada;
il mio Dio rischiara le mie tenebre.
[30]Con te mi lancerò contro le schiere,
con il mio Dio scavalcherò le mura.

[31]La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia.
[32]Infatti, chi è Dio, se non il Signore?
O chi è rupe, se non il nostro Dio?
[33]Il Dio che mi ha cinto di vigore
e ha reso integro il mio cammino;
[34]mi ha dato agilità come di cerve,
sulle alture mi ha fatto stare saldo;
[35]ha addestrato le mie mani alla battaglia,
le mie braccia a tender l'arco di bronzo.

[36]Tu mi hai dato il tuo scudo di salvezza,
la tua destra mi ha sostenuto,
la tua bontà mi ha fatto crescere.
[37]Hai spianato la via ai miei passi,
i miei piedi non hanno vacillato.
[38]Ho inseguito i miei nemici e li ho raggiunti,
non sono tornato senza averli annientati.
[39]Li ho colpiti e non si sono rialzati,
sono caduti sotto i miei piedi.
[40]Tu mi hai cinto di forza per la guerra,
hai piegato sotto di me gli avversari.

[41]Dei nemici mi hai mostrato le spalle,
hai disperso quanti mi odiavano.
[42]Hanno gridato e nessuno li ha salvati,
al Signore, ma non ha risposto.
[43]Come polvere al vento li ho dispersi,
calpestati come fango delle strade.
[44]Mi hai scampato dal popolo in rivolta,
mi hai posto a capo delle nazioni.
Un popolo che non conoscevo mi ha servito;
[45]all'udirmi, subito mi obbedivano,
stranieri cercavano il mio favore,
[46]impallidivano uomini stranieri
e uscivano tremanti dai loro nascondigli.

[47]Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
[48]Dio, tu mi accordi la rivincita
e sottometti i popoli al mio giogo,
[49]mi scampi dai nemici furenti,
dei miei avversari mi fai trionfare
e mi liberi dall'uomo violento.

[50]Per questo, Signore, ti loderò tra i popoli
e canterò inni di gioia al tuo nome.
[51]Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre.


COMMENTO

Questo è uno dei salmi più belli perché dimostra l'alleanza tra Dio e l'uomo a Lui fedele. Davide non ha abbandonato la Sua via e il Signore ha sostenuto il Suo servo il quale ringrazia il suo Dio e Signore unico e grande sopra tutta la terra. Il Signore accorre sempre in aiuto di chi Gli è fedele e confida in Lui e mai lo abbandona garantendogli la vittoria su tutti i nemici. Chi di noi può dire di essere stato abbandonato dal Signore ogni qual volta abbiamo confidato in Lui? Nessuno perché Egli ha sempre posato su di noi la Sua potente destra proteggendoci da ogni insidia, magari non come desideravamo noi perché tuttavia sia fatta la Sua Volontà. 
 
Questa immagine dell'uomo che combatte con a fianco l'alleato più potente ovvero Dio è un'immagine di amicizia e amore, fedeltà e complicità tra il Creatore e la creatura. Non solo Davide ha avuto questo privilegio ma tutti coloro che sono fedeli al Signore. Il Signore mi tratta secondo la mia giustizia dice Davide. Quando noi ci comportiamo male pretendiamo magari di essere sostenuti e aiutati, ma il Signore ci tratta secondo il nostro agire. "Con l'uomo buono tu sei buono, con l'uomo integro tu sei integro, con l'uomo puro tu sei puro, con il perverso tu sei astuto. Perché tu salvi il popolo degli umili, ma abbassi gli occhi dei superbi" si legge nel versetto ventisei e dovremmo molto meditare questo aspetto. Dio non si schiera dalla parte degli arroganti poiché Egli detesta l'arroganza, ma al fianco dei giusti e degli umili. Tuttavia Egli è Misericordioso con gli arroganti pentiti poiché il Suo cuore buono non resiste al pianto del contrito e può trasformare l'arrogante in uno dei suoi più fedeli servi come ci ha dimostrato l'episodio della conversione di Paolo di Tarso.
 
In conclusione, se desideriamo essere amici di Dio e sostenuti dalla Sua potenza dobbiamo diventare santi Suoi servi perché Egli è buono con l'uomo buono, misericordioso con i misericordiosi.
 
Pace e bene.
 

venerdì 27 agosto 2010

Padre Pio - Il male

Padre Pio - Sulla Soglia del Paradiso - Quinto appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia una inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici": "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeto Saverio:


I

Angeli e demoni

Sotto le ali di san Michele


Il corpo di Padre Pio è stato un campo di battaglia sul quale angeli e demoni si sono affrontati con ogni mezzo, per la salvezza o la dannazione non soltanto del religioso, ma anche dei suoi figli spirituali. Una lotta senza esclusione di colpi, cominciata sin dai primi giorni di vita del cappuccino, secondo quanto ha testimoniato un'anima eletta, che ebbe una stupefacente visione durante un pellegrinaggio alla grotta di san Michele nel Gargano. Un luogo molto venerato da Padre Pio, che vi si recò il 1° luglio 1917, e nel quale anche san Francesco d'Assisi aveva fatto un'intera Quaresima di digiuno in preparazione alla festa dell'arcangelo, del quale era molto devoto.

A padre Mariano Paladino, che fu uno degli infermieri di Padre Pio, quella persona raccontò di aver visto il piccolo Francesco Forgione adagiato in una culla, quasi avvolto e protetto dalle ali dell'arcangelo. Pensando che potesse essersi trattato di un'allucinazione, Padre Mariano raccontò l'episodio al Padre e ne ricevette una risposta netta:

«Guai a me se non ci fosse stato san Michele: a quest'ora avreste visto Padre Pio sotto i piedi di lucifero».

Insieme con le apparizioni angeliche, dalle quali riceveva forza e incoraggiamento, Padre Pio fu perseguitato sin dall'infanzia dalle vessazioni diaboliche. Alla figlia spirituale Cleonice Morcaldi rivelò: «Ricordo che tanti mostri si mettevano attorno alla culla per spaventarmi, e io strillavo». A tali momenti è riconducibile l'episodio tramandato da padre Agostino da San Marco in Lamis: «Quando Francesco era ancora in fasce, piangeva continuamente da far quasi disperare i genitori. Una notte il papà non ne poteva più. Adirato prese il bambino tutto fasciato e lo gettò con furia sul letto esclamando: "Ma che mi fosse nato in casa un diavolo, invece di un cristiano?!...". Il bimbo, rotolando sul letto, andò a cascare in terra dall'altra sponda. La mamma, vedendo il figlio per terra e credendolo morto, si adirò col marito esclamando: "M'hai ammazzato il figlio!", e corse a prenderlo. Fortunatamente non soltanto era vivo, ma non aveva nessuna lesione».

Anche al suo direttore spirituale, padre Benedetto da San Marco in Lamis, Padre Pio descrisse le continue apparizioni del diavolo: «Mia madre spegneva il lume e tanti mostri mi si mettevano vicino e io piangevo; accendeva il lume e io tacevo perché i mostri sparivano. Di nuovo lo spegneva e di nuovo mi mettevo a piangere per i mostri». Ma pure di giorno, secondo la testimonianza del maestro don Nicola Caruso, il piccolo era perseguitato «da un uomo vestito da prete, che al ritorno da scuola lo aspettava sulla soglia di casa e non lo voleva far entrare. Allora Francesco si fermava; veniva un ragazzino scalzo, faceva un segno di croce, il prete spariva e il bambino, sereno, poteva finalmente rientrare».

Perfino dopo la partenza del cappuccino - come ha raccontato la nipote Pia Forgione - nella casa di Pietrelcina avvenivano fatti strani, rumori inspiegabili o rotture improvvise di oggetti, per cui i familiari temevano di andare in rovina a causa di tutti quei danni: «Allora mio padre si recò da mio zio e gli raccontò quel che avveniva nella casa nativa. E Padre Pio rispose: "Si vede che quel cosaccio è ancora là; chiamate un prete e fate benedire la casa". Così fu fatto e tornò la quiete!».

Intanto per Padre Pio nel 1903 era iniziato il tempo del noviziato, un periodo segnato finalmente da una tregua negli assalti diabolici. Ma il silenzio si interruppe bruscamente mentre si trovava nello studentato di Sant'Elia a Pianisi. Egli stesso raccontò quanto gli accadde nel settembre 1905: «Una notte sentii dei rumori, che mi sembravano provenire dalla cella vicina. "Che farà a quest'ora fra Anastasio?", mi dissi; e pensando che vegliasse in orazione, mi misi a recitare il Rosario. C'era infatti tra noi una sfida a chi pregasse di più, e io non vo­levo rimanere indietro. Continuando però questi rumori, anzi diventando sempre più insistenti, volli chiamare il confratello. Si sentiva intanto un forte odore di zolfo. Mi sporsi dalla finestra per chiamare: le nostre due finestre erano così ravvicinate che ci si poteva scambiare libri o altro sporgendo la mano. "Fra Anastasio, fra Anastasio", chiamai senza alzare troppo la voce. Non ottenendo risposta, mi ritirai. Ma quale non fu la mia sorpresa, quando dalla porta vidi entrare un grosso cane, dalla cui bocca usciva tanto fumo. Caddi riverso sul letto e udii che diceva: "E iss"' (è lui). Mentre ero in quella postura, vidi l'animalaccio spiccare un salto sul davanzale della finestra, da qui lanciarsi sul tetto di fronte, per poi sparire».

giovedì 26 agosto 2010

Sant'Agostino - L'amore

Udienza Generale di Papa Benedetto XVI - 25 Agosto 2010


BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Mercoledì, 25 agosto 2010



Cari fratelli e sorelle,

nella vita di ciascuno di noi ci sono persone molto care, che sentiamo particolarmente vicine, alcune sono già nelle braccia di Dio, altre condividono ancora con noi il cammino della vita: sono i nostri genitori, i parenti, gli educatori; sono persone a cui abbiamo fatto del bene o da cui abbiamo ricevuto del bene; sono persone su cui sappiamo di poter contare. E’ importante, però, avere anche dei “compagni di viaggio” nel cammino della nostra vita cristiana: penso al Direttore spirituale, al Confessore, a persone con cui si può condividere la propria esperienza di fede, ma penso anche alla Vergine Maria e ai Santi. Ognuno dovrebbe avere qualche Santo che gli sia familiare, per sentirlo vicino con la preghiera e l’intercessione, ma anche per imitarlo. Vorrei invitarvi, quindi, a conoscere maggiormente i Santi, a iniziare da quello di cui portate il nome, leggendone la vita, gli scritti. Siate certi che diventeranno buone guide per amare ancora di più il Signore e validi aiuti per la vostra crescita umana e cristiana.

Come sapete, anch’io sono legato in modo speciale ad alcune figure di Santi: tra queste, oltre a san Giuseppe e san Benedetto dei quali porto il nome, e ad altri, c’è sant’Agostino, che ho avuto il grande dono di conoscere, per così dire, da vicino attraverso lo studio e la preghiera e che è diventato un buon “compagno di viaggio” nella mia vita e nel mio ministero. Vorrei sottolineare ancora una volta un aspetto importante della sua esperienza umana e cristiana, attuale anche nella nostra epoca in cui sembra che il relativismo sia paradossalmente la “verità” che deve guidare il pensiero, le scelte, i comportamenti.

Sant’Agostino è un uomo che non è mai vissuto con superficialità; la sete, la ricerca inquieta e costante della Verità è una delle caratteristiche di fondo della sua esistenza; non, però, delle “pseudo-verità” incapaci di dare pace duratura al cuore, ma di quella Verità che dà senso all’esistenza ed è “la dimora” in cui il cuore trova serenità e gioia. Il suo, lo sappiamo, non è stato un cammino facile: ha pensato di incontrare la Verità nel prestigio, nella carriera, nel possesso delle cose, nelle voci che gli promettevano felicità immediata; ha commesso errori, ha attraversato tristezze, ha affrontato insuccessi, ma non si è mai fermato, non si è mai accontentato di ciò che gli dava solamente un barlume di luce; ha saputo guardare nell’intimo di se stesso e si è accorto, come scrive nelle Confessioni, che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto, non lo aveva mai abbandonato, era in attesa di poter entrare in modo definitivo nella sua vita (cfr III, 6, 11; X, 27, 38). Come dicevo a commento del recente film sulla sua vita, sant’Agostino ha capito, nella sua inquieta ricerca, che non è lui ad aver trovato la Verità, ma la Verità stessa, che è Dio, lo ha rincorso e lo ha trovato (cfr L’Osservatore Romano, giovedì 4 settembre 2009, p. 8). Romano Guardini commentando un brano del capitolo terzo delle Confessioni afferma: sant’Agostino comprese che Dio è “gloria che ci getta in ginocchio, bevanda che estingue la sete, tesoro che rende felici, […egli ebbe] la pacificante certezza di chi finalmente ha capito, ma anche la beatitudine dell’amore che sa: Questo è tutto e mi basta” (Pensatori religiosi, Brescia 2001, p. 177).

Sempre nelle Confessioni, al Libro nono, il nostro Santo riporta un colloquio con la madre, santa Monica la cui memoria si celebra il prossimo venerdì, dopodomani. È una scena molto bella: lui e la madre stanno a Ostia, in un albergo, e dalla finestra vedono il cielo e il mare, e trascendono cielo e mare, e per un momento toccano il cuore di Dio nel silenzio delle creature. E qui appare un’idea fondamentale nel cammino verso la Verità: le creature debbono tacere se deve subentrare il silenzio in cui Dio può parlare. Questo è vero sempre anche nel nostro tempo: a volte si ha una sorta di timore del silenzio, del raccoglimento, del pensare alle proprie azioni, al senso profondo della propria vita, spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere, perché sembra più facile, con superficialità, senza pensare; si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per sant’Agostino.

Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive “come se Dio non esistesse”, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato.

L’intercessione della Vergine Maria, di sant’Agostino e di santa Monica ci accompagni in questo cammino.

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[Saluti in varie lingue: I greet all the English-speaking pilgrims, especially the young altar servers from Malta and their families, and the pilgrimage group from Japan. This Saturday the Church celebrates the feast of Saint Augustine, who found in Christ the fullness of that truth which brings authentic freedom and joy. May Saint Augustine and his mother, Saint Monica, accompany us by their prayers and draw us ever closer to the Lord. - Saludo a los grupos de lengua española, en particular a los fieles de la Parroquia de Santa María la Mayor, de Andújar, así como a los demás peregrinos venidos de España, México y otros países latinoamericanos. Os invito a que os familiaricéis con la vida y los escritos de los Santos, pues os ayudarán a amar cada vez más al Señor y a crecer como personas y como cristianos.]

* * *
Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Seminaristi Maggiori provenienti da diverse Regioni e i fedeli delle varie Parrocchie, accompagnati dai propri parroci ed auguro che questo incontro rinsaldi ciascuno nella fedeltà a Cristo e nella generosa testimonianza cristiana.

Il mio pensiero si rivolge infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli: tutti invito a trovare in Cristo la ragione della propria speranza.

* * *

Al termine dei saluti ai fedeli riuniti nel cortile, il Papa si è affacciato sulla piazza di Castel Gandolfo e ha rivolto le seguenti parole a quanti non avevano trovato posto all'interno del Palazzo Apostolico.
Cari amici,
grazie per la vostra presenza e il vostro entusiasmo. Vi auguro una buona giornata, buone vacanze e molta gioia in questi giorni caldi. Il Signore vi aiuti e vi accompagni sempre. Vi do la mia benedizione.

APPELLO
Il mio pensiero va a Mogadiscio, da dove continuano a giungere notizie di efferate violenze e che ieri è stata teatro di una nuova strage. Sono vicino alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che, in Somalia, soffrono a causa dell'odio e dell'instabilità. Auspico che, con l'aiuto della comunità internazionale, non si risparmino sforzi per ristabilire il rispetto della vita e dei diritti umani.


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mercoledì 25 agosto 2010

Fede e Ragione - Scienza e Religione

Fides et ratio - I differenti volti della verità dell'uomo

Torna l'appuntamento settimanale con la Lettera Enciclica del Venerabile Giovanni Paolo II "Fides et Ratio", per riflettere sui rapporti tra fede e ragione:

CAPITOLO III

INTELLEGO UT CREDAM

I differenti volti della verità dell'uomo

28. Non sempre, è doveroso riconoscerlo, la ricerca della verità si presenta con una simile trasparenza e consequenzialità. La nativa limitatezza della ragione e l'incostanza del cuore oscurano e deviano spesso la ricerca personale. Altri interessi di vario ordine possono sopraffare la verità. Succede anche che l'uomo addirittura la sfugga non appena comincia ad intravederla, perché ne teme le esigenze. Nonostante questo, anche quando la evita, è sempre la verità ad influenzarne l'esistenza. Mai, infatti, egli potrebbe fondare la propria vita sul dubbio, sull'incertezza o sulla menzogna; una simile esistenza sarebbe minacciata costantemente dalla paura e dall'angoscia. Si può definire, dunque, l'uomo come colui che cerca la verità.

29. Non è pensabile che una ricerca così profondamente radicata nella natura umana possa essere del tutto inutile e vana. La stessa capacità di cercare la verità e di porre domande implica già una prima risposta. L'uomo non inizierebbe a cercare ciò che ignorasse del tutto o stimasse assolutamente irraggiungibile. Solo la prospettiva di poter arrivare ad una risposta può indurlo a muovere il primo passo. Di fatto, proprio questo è ciò che normalmente accade nella ricerca scientifica. Quando uno scienziato, a seguito di una sua intuizione, si pone alla ricerca della spiegazione logica e verificabile di un determinato fenomeno, egli ha fiducia fin dall'inizio di trovare una risposta, e non s'arrende davanti agli insuccessi. Egli non ritiene inutile l'intuizione originaria solo perché non ha raggiunto l'obiettivo; con ragione dirà piuttosto che non ha trovato ancora la risposta adeguata.

La stessa cosa deve valere anche per la ricerca della verità nell'ambito delle questioni ultime. La sete di verità è talmente radicata nel cuore dell'uomo che il doverne prescindere comprometterebbe l'esistenza. E sufficiente, insomma, osservare la vita di tutti i giorni per costatare come ciascuno di noi porti in sé l'assillo di alcune domande essenziali ed insieme custodisca nel proprio animo almeno l'abbozzo delle relative risposte. Sono risposte della cui verità si è convinti, anche perché si sperimenta che, nella sostanza, non differiscono dalle risposte a cui sono giunti tanti altri. Certo, non ogni verità che viene acquisita possiede lo stesso valore. Dall'insieme dei risultati raggiunti, tuttavia, viene confermata la capacità che l'essere umano ha di pervenire, in linea di massima, alla verità.

30. Può essere utile, ora, fare un rapido cenno a queste diverse forme di verità. Le più numerose sono quelle che poggiano su evidenze immediate o trovano conferma per via di esperimento. E questo l'ordine di verità proprio della vita quotidiana e della ricerca scientifica. A un altro livello si trovano le verità di carattere filosofico, a cui l'uomo giunge mediante la capacità speculativa del suo intelletto. Infine, vi sono le verità religiose, che in qualche misura affondano le loro radici anche nella filosofia. Esse sono contenute nelle risposte che le varie religioni nelle loro tradizioni offrono alle domande ultime.(27)

Quanto alle verità filosofiche, occorre precisare che esse non si limitano alle sole dottrine, talvolta effimere, dei filosofi di professione. Ogni uomo, come già ho detto, è in certo qual modo un filosofo e possiede proprie concezioni filosofiche con le quali orienta la sua vita. In un modo o in un altro, egli si forma una visione globale e una risposta sul senso della propria esistenza: in tale luce egli interpreta la propria vicenda personale e regola il suo comportamento. E qui che dovrebbe porsi la domanda sul rapporto tra le verità filosofico-religiose e la verità rivelata in Gesù Cristo. Prima di rispondere a questo interrogativo è opportuno valutare un ulteriore dato della filosofia.

31. L'uomo non è fatto per vivere solo. Egli nasce e cresce in una famiglia, per inserirsi più tardi con il suo lavoro nella società. Fin dalla nascita, quindi, si trova immerso in varie tradizioni, dalle quali riceve non soltanto il linguaggio e la formazione culturale, ma anche molteplici verità a cui, quasi istintivamente, crede. La crescita e la maturazione personale, comunque, implicano che queste stesse verità possano essere messe in dubbio e vagliate attraverso la peculiare attività critica del pensiero. Ciò non toglie che, dopo questo passaggio, quelle stesse verità siano « ricuperate » sulla base dell'esperienza che se ne è fatta, o in forza del ragionamento successivo. Nonostante questo, nella vita di un uomo le verità semplicemente credute rimangono molto più numerose di quelle che egli acquisisce mediante la personale verifica. Chi, infatti, sarebbe in grado di vagliare criticamente gli innumerevoli risultati delle scienze su cui la vita moderna si fonda? Chi potrebbe controllare per conto proprio il flusso delle informazioni, che giorno per giorno si ricevono da ogni parte del mondo e che pure si accettano, in linea di massima, come vere? Chi, infine, potrebbe rifare i cammini di esperienza e di pensiero per cui si sono accumulati i tesori di saggezza e di religiosità dell'umanità? L'uomo, essere che cerca la verità, è dunque anche colui che vive di credenza.

32. Nel credere, ciascuno si affida alle conoscenze acquisite da altre persone. E ravvisabile in ciò una tensione significativa: da una parte, la conoscenza per credenza appare come una forma imperfetta di conoscenza, che deve perfezionarsi progressivamente mediante l'evidenza raggiunta personalmente; dall'altra, la credenza risulta spesso umanamente più ricca della semplice evidenza, perché include un rapporto interpersonale e mette in gioco non solo le personali capacità conoscitive, ma anche la capacità più radicale di affidarsi ad altre persone, entrando in un rapporto più stabile ed intimo con loro.

E bene sottolineare che le verità ricercate in questa relazione interpersonale non sono primariamente nell'ordine fattuale o in quello filosofico. Ciò che viene richiesto, piuttosto, è la verità stessa della persona: ciò che essa è e ciò che manifesta del proprio intimo. La perfezione dell'uomo, infatti, non sta nella sola acquisizione della conoscenza astratta della verità, ma consiste anche in un rapporto vivo di donazione e di fedeltà verso l'altro. In questa fedeltà che sa donarsi, l'uomo trova piena certezza e sicurezza. Al tempo stesso, però, la conoscenza per credenza, che si fonda sulla fiducia interpersonale, non è senza riferimento alla verità: l'uomo, credendo, si affida alla verità che l'altro gli manifesta.

Quanti esempi si potrebbero portare per illustrare questo dato! Il mio pensiero, però, corre direttamente alla testimonianza dei martiri. Il martire, in effetti, è il più genuino testimone della verità sull'esistenza. Egli sa di avere trovato nell'incontro con Gesù Cristo la verità sulla sua vita e niente e nessuno potrà mai strappargli questa certezza. Né la sofferenza né la morte violenta lo potranno fare recedere dall'adesione alla verità che ha scoperto nell'incontro con Cristo. Ecco perché fino ad oggi la testimonianza dei martiri affascina, genera consenso, trova ascolto e viene seguita. Questa è la ragione per cui ci si fida della loro parola: si scopre in essi l'evidenza di un amore che non ha bisogno di lunghe argomentazioni per essere convincente, dal momento che parla ad ognuno di ciò che egli nel profondo già percepisce come vero e ricercato da tanto tempo. Il martire, insomma, provoca in noi una profonda fiducia, perché dice ciò che noi già sentiamo e rende evidente ciò che anche noi vorremmo trovare la forza di esprimere.

33. Si può così vedere che i termini del problema vanno progressivamente completandosi. L'uomo, per natura, ricerca la verità. Questa ricerca non è destinata solo alla conquista di verità parziali, fattuali o scientifiche; egli non cerca soltanto il vero bene per ognuna delle sue decisioni. La sua ricerca tende verso una verità ulteriore che sia in grado di spiegare il senso della vita; è perciò una ricerca che non può trovare esito se non nell'assoluto.(28) Grazie alle capacità insite nel pensiero, l'uomo è in grado di incontrare e riconoscere una simile verità. In quanto vitale ed essenziale per la sua esistenza, tale verità viene raggiunta non solo per via razionale, ma anche mediante l'abbandono fiducioso ad altre persone, che possono garantire la certezza e l'autenticità della verità stessa. La capacità e la scelta di affidare se stessi e la propria vita a un'altra persona costituiscono certamente uno degli atti antropologicamente più significativi ed espressivi.

Non si dimentichi che anche la ragione ha bisogno di essere sostenuta nella sua ricerca da un dialogo fiducioso e da un'amicizia sincera. Il clima di sospetto e di diffidenza, che a volte circonda la ricerca speculativa, dimentica l'insegnamento dei filosofi antichi, i quali ponevano l'amicizia come uno dei contesti più adeguati per il retto filosofare.

Da quanto ho fin qui detto, risulta che l'uomo si trova in un cammino di ricerca, umanamente interminabile: ricerca di verità e ricerca di una persona a cui affidarsi. La fede cristiana gli viene incontro offrendogli la possibilità concreta di vedere realizzato lo scopo di questa ricerca. Superando lo stadio della semplice credenza, infatti, essa immette l'uomo in quell'ordine di grazia che gli consente di partecipare al mistero di Cristo, nel quale gli è offerta la conoscenza vera e coerente del Dio Uno e Trino. Così in Gesù Cristo, che è la Verità, la fede riconosce l'ultimo appello che viene rivolto all'umanità, perché possa dare compimento a ciò che sperimenta come desiderio e nostalgia.

34. Questa verità, che Dio ci rivela in Gesù Cristo, non è in contrasto con le verità che si raggiungono filosofando. I due ordini di conoscenza conducono anzi alla verità nella sua pienezza. L'unità della verità è già un postulato fondamentale della ragione umana, espresso nel principio di non-contraddizione. La Rivelazione dà la certezza di questa unità, mostrando che il Dio creatore è anche il Dio della storia della salvezza. Lo stesso e identico Dio, che fonda e garantisce l'intelligibilità e la ragionevolezza dell'ordine naturale delle cose su cui gli scienziati si appoggiano fiduciosi,(29) è il medesimo che si rivela Padre di nostro Signore Gesù Cristo. Quest'unità della verità, naturale e rivelata, trova la sua identificazione viva e personale in Cristo, così come ricorda l'Apostolo: « La verità che è in Gesù » (Ef 4, 21; cfr Col 1, 15-20). Egli è la Parola eterna, in cui tutto è stato creato, ed è insieme la Parola incarnata, che in tutta la sua persona (30) rivela il Padre (cfr Gv 1, 14.18). Ciò che la ragione umana cerca « senza conoscerlo » (cfr At 17, 23), può essere trovato soltanto per mezzo di Cristo: ciò che in Lui si rivela, infatti, è la « piena verità » (cfr Gv 1, 14-16) di ogni essere che in Lui e per Lui è stato creato e quindi in Lui trova compimento (cfr Col 1, 17).

35. Sullo sfondo di queste considerazioni generali, è necessario ora esaminare in maniera più diretta il rapporto tra la verità rivelata e la filosofia. Questo rapporto impone una duplice considerazione, in quanto la verità che ci proviene dalla Rivelazione è, nello stesso tempo, una verità che va compresa alla luce della ragione. Solo in questa duplice accezione, infatti, è possibile precisare la giusta relazione della verità rivelata con il sapere filosofico. Consideriamo, pertanto, in primo luogo i rapporti tra la fede e la filosofia nel corso della storia. Da qui sarà possibile individuare alcuni principi, che costituiscono i punti di riferimento a cui rifarsi per stabilire il corretto rapporto tra i due ordini di conoscenza.

 
 

martedì 24 agosto 2010

Il miracolo eucaristico di Lanciano

Testimonianza dopo visita al Miracolo Eucaristico di Lanciano

 Il post del giorno di oggi ospita la testimonianza personale della nostra cara Enza che tutti noi abbiamo apprezzato negli ultimi tempi, grazie alle sue riflessioni e meditazioni. Quanto segue è scritto di sua mano, per renderci partecipi tutti, della meraviglia suscitata dal Miracolo Eucaristico di Lanciano di cui parlammo tempo fa:


E' inutile dire che il miracolo eucaristico di Lanciano è uno tra i più famosi al mondo. Forse non tutti sanno che, questa ostia fatta carne e il vino fatto sangue durante una consacrazione avvenuta verso la metà dell'anno 750, ancor oggi a distanza di oltre 1200 anni mantiene le stesse caratteristiche di carne e sangue appena prelevati da corpo umano, è la testimonianza di come Gesù è presente col suo corpo durante la S Messa. Il sacerdote che ha avuto la grazia di avere tra le mani questo miracolo, non credeva che Gesù fosse vivo e vero in quell'ostia, chiedeva continuamente aiuto al Signore per poter credere. La sofferenza provata per non riuscire a credere, unita all'umiltà di invocare l'aiuto del Signore, ha fatto si che Gesù si rivelasse, e tramite il suo consacrato dare una forte prova anche a noi della veridicità della sua Parola: “Chi mangerà di questo Pane e berrà di questo calice, avrà la vita eterna”.
La mia prima visita al miracolo di Lanciano è avvenuta a febbraio di quest'anno, dopo aver conosciuto su Youtube un amico proprio di quel paese il quale mi ha dato le giuste informazioni di come è avvenuto detto miracolo. Naturalmente la voglia di incontrare Gesù vivo e vero era tanta e affrontai il viaggio felice di questi incontri: conoscere la grandezza di questo miracolo, e la gioia di incontrare l'amico Fabio e la sua famiglia. Il Signore con una chiamata mi ha dato le due possibilità: amare con tutto il cuore il miracolo, e trovare in quella famiglia una vera e grande amicizia.
In tutti i pellegrinaggi fatti durante la mia vita, ho potuto notare come il Signore e la Madonna sanno scegliersi i luoghi più belli. Lanciano è davvero una bella e amena cittadina, gli abitanti gentili e cordiali sanno accogliere i visitatori in modo davvero buono e semplice facendoli sentire a casa loro.
Visto l'amicizia che mi lega ormai con la famiglia di Fabio, ho deciso in questo mese di agosto di ritornare a Lanciano per unirmi ancora qualche giorno con gli amici e con Gesù eucaristico, dove nella bella chiesa francescana si trovano la pace e lo stupore di questo evento.
Descrivere l'emozione che provo ogni qual volta scendo nella chiesetta dove è avvenuto il miracolo è impossibile, infatti è lì che io sento Gesù apparso in forma umana; è lì sotto in quei grossi muri che portano l'età di quasi 2000 anni che il mio spirito entra in comunicazione con il miracolo e la mia preghiera diventa una lode continua a Gesù. Da qualche decennio, l'ostensorio con l'ostia fatta carne e il calice contenente i grumi di sangue, sono stati posizionati sopra l'altare della chiesa dono dei fedeli e dove ogni giorno si celebra la S.Messa.
Molte analisi sono state fatte nel tempo, dagli anni 70 infatti, la scienza chiamata dalla chiesa per cercare di capire, ha provato con tutti gli strumenti a disposizione ma ahimè, ha dovuto abbassare la testa, nessuno sa spiegarsi come mai 5 grumi di sangue e un pezzo di pane che per secoli sono stati deposti in un semplice calice e un ostensorio naturalmente non sigillati, e che nel tempo hanno subito: intemperie, umidità, terremoti, guerre, si sia mantenuto tutto così perfettamente integro e vivo, come se quella carne e quel sangue fossero stati prelevati oggi stesso da un essere umano.
Con più approfondisco questo fatto, con più mi rendo conto che queste cose risultano chiare a chi ha fede, infatti il gruppo sanguigno del miracolo di Lanciano è lo stesso gruppo della Sacra Sindone. Tutti i prelievi fatti si incrociano con il Sacro Lenzuolo. Penso sempre che il Signore si rivela a chi vuole credere e rimane nascosto a chi non vuole credere in Lui.
Con questa testimonianza voglio di cuore ringraziare il Signore che in questo anno mi ha messo sulla strada tanti buoni e cari amici tutti conosciuti in internet. Ho la forte percezione che abbia voluto in qualche modo farsi riconoscere anche in questo; tutti uniti in una unica fede ci ha donato la gioia dell'amicizia vera, senza secondi fini ma basata solo sulla sua Parola e sull'amore fraterno. La gioia degli incontri avvenuti, il bello di aver pregato insieme, mi è sembrato di vivere come i primi apostoli che riconoscendosi in un'unica famiglia lodavano insieme il Signore. Pur vivendo in luoghi lontani, si ritrovavano uniti nello stesso nome: Gesù Cristo. Anche questo è un grande miracolo, ma tutto sta nel riconoscerlo.
Per finire voglio anche ringraziare tutti gli amici di Yt e del sito della vignadelsignore: Fabio di Lanciano, Angel, Mik Giovanni, Marisa, Gianna, Tiziana (Surya), Sergio, Nadia, Francesca, don Alessandro Loi, Paolo, Vincenzo, Giuseppe, Pietro (ex Fantasmino), Fabio (ex viadellaluce), Luciano, Raffpio, Clemente e Pasquale. Se per caso ho dimenticato qualcuno, chiedo scusa, ma certi che vi ricordo tutti nelle mie preghiere. 
Grazie vi invio un mio sorriso, a presto

Enza

lunedì 23 agosto 2010

Beata Vergine Maria Regina

Angelus del Papa Benedetto XVI - 22 Agosto 2010


BENEDETTO XVI

ANGELUS

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 22 agosto 2010



Cari fratelli e sorelle!

Otto giorni dopo la solennità della sua Assunzione al Cielo, la liturgia ci invita a venerare la Beata Vergine Maria col titolo di "Regina". La Madre di Cristo viene contemplata incoronata dal suo Figlio, cioè associata alla sua Regalità universale, così come la raffigurano numerosi mosaici e dipinti. Anche questa memoria ricorre quest’anno in domenica, acquistando una maggiore luce dalla Parola di Dio e dalla celebrazione della Pasqua settimanale. In particolare, l’icona della Vergine Maria Regina trova un significativo riscontro nel Vangelo odierno, là dove Gesù afferma: "Ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi" (Lc 13,30). E’ questa una tipica espressione di Cristo, riportata più volte dagli Evangelisti – anche con formule similari –, perché evidentemente riflette un tema caro alla sua predicazione profetica. La Madonna è l’esempio perfetto di tale verità evangelica, che cioè Dio abbassa i superbi e i potenti di questo mondo e innalza gli umili (cfr Lc 1,52).

La piccola e semplice fanciulla di Nazaret è diventata la Regina del mondo! Questa è una delle meraviglie che rivelano il cuore di Dio. Naturalmente la regalità di Maria è totalmente relativa a quella di Cristo: Egli è il Signore, che, dopo l’umiliazione della morte di croce, il Padre ha esaltato al di sopra di ogni creatura nei cieli, sulla terra e sotto terra (cfr Fil 2,9-11). Per un disegno di grazia, la Madre Immacolata è stata pienamente associata al mistero del Figlio: alla sua Incarnazione; alla sua vita terrena, dapprima nascosta a Nazaret e poi manifestata nel ministero messianico; alla sua Passione e Morte; e infine alla gloria della Risurrezione e Ascensione al Cielo. La Madre ha condiviso con il Figlio non solo gli aspetti umani di questo mistero, ma, per l’opera dello Spirito Santo in lei, anche l’intenzione profonda, la volontà divina, così che tutta la sua esistenza, povera e umile, è stata elevata, trasformata, glorificata passando attraverso la "porta stretta" che è Gesù stesso (cfr Lc 13,24). Sì, Maria è la prima che è passata attraverso la "via" aperta da Cristo per entrare nel Regno di Dio, una via accessibile agli umili, a quanti si fidano della Parola di Dio e si impegnano a metterla in pratica.

Nella storia delle città e dei popoli evangelizzati dal messaggio cristiano sono innumerevoli le testimonianze di venerazione pubblica, in certi casi addirittura istituzionale alla regalità della Vergine Maria. Ma oggi vogliamo soprattutto rinnovare, come figli della Chiesa, la nostra devozione a Colei che Gesù ci ha lasciato quale Madre e Regina. Affidiamo alla sua intercessione la quotidiana preghiera per la pace, specialmente là dove più infierisce l’assurda logica della violenza; affinché tutti gli uomini si persuadano che in questo mondo dobbiamo aiutarci gli uni gli altri come fratelli per costruire la civiltà dell’amore. Maria, Regina pacis, ora pro nobis!

Dopo l'Angelus


[Saluti in varie lingue: I greet all the English-speaking pilgrims and visitors present at this Angelus prayer. In a particular way I welcome a group of young Orthodox Christians from Galilee. Today’s Gospel reminds us that the way to heaven is through the narrow door. May we enter through this narrow door by means of prayer, humility and service of our neighbours, and thus live the joy of the Kingdom even now. Upon you and your loved ones, I invoke the blessings of Almighty God. - Saludo a los peregrinos de lengua española y los invito a pedir por la Iglesia, extendida de oriente a occidente, para que sea fiel al mandato que el Señor le encomendó de llevar la luz del Evangelio a todas las naciones. Por intercesión de la Virgen María, a quien invocamos como Reina y Señora nuestra, supliquemos a Cristo Jesús, su divino Hijo, que sean cada vez más los que dediquen su vida a esta hermosa misión, siendo testigos de su amor, de palabra y con el propio ejemplo. Muchas gracias.]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i seminaristi del Seminario Vescovile Minore di Verona, il gruppo di Legionari di Cristo provenienti da vari Paesi, i giovani di Stra che vivono un’esperienza di servizio con la Caritas di Roma, i fedeli di Catania e quelli della parrocchia romana di Santa Margherita Maria Alacoque, come pure l’orchestra giovanile "Fuoritempo" di Trento. A tutti auguro una buona domenica.

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domenica 22 agosto 2010

Video Vangelo: XXI Domenica Ordinario (C)

Porta stretta: come entrarvi?


XXI domenica tempo ordinario

• 1) Invitati al banchetto
Uno dei temi delle letture di oggi è l’invito al banchetto (I lettura) ma la porta è stretta (vangelo). E tra i due c’è la correzione di DIO (II lettura).
Nella prima lettura il Signore ci dice una cosa molto consolante, ci promette nientemeno che la sua gloria. “Io verrò a radunare tutti i popoli, e tutte le lingue e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni”. E la promette a tutti, nessuno escluso: tutti i popoli vedranno questa gloria. Al banchetto del regno siamo tutti invitati: Dio vuole che tutti entriamo nella sua casa dove c’è un posto già pronto che ci aspetta: Gesù è andato a prepararci un posto in Paradiso, non altrove. Non c’è posto preparato per nessuno in inferno, da parte di Gesù! Quella sarà unicamente scelta della libertà umana, che purtroppo può anche rifiutare il posto preparato dal Signore. Ma non sarà certamente volontà divina!

• 2) Porta stretta

Detto ciò il Vangelo ci dice che la porta è stretta. Come entrarvi? Vi rivelo un segreto, o meglio un’intuizione che una volta ho avuto sul come fare per entrare dalla porta stretta: entrarvi da sotto. Osservavo una fessura che c’era sotto la mia porta e di colpo mi sono detta: ecco come fare per entrare dalla porta stretta: abbassarsi talmente da potersi infilare dalla fessura. Fuori metafora cosa significa? Significa che per entrare bisogna eliminare l’orgoglio e la superbia. Sarà proprio l’orgoglio che ci sbarrerà l’ingresso davanti alla porta. Il fariseo che andava avanti tutto dritto mettendo avanti i suoi meriti e i suoi digiuni, si è visto rispedito in fondo. Stava troppo dritto per poter entrare; se si fosse chinato un po’, come faceva il pubblicano rimasto in fondo, avrebbe fatto meno fatica. Lì abbiamo l’esemplificazione più efficace di come i primi possano diventare ultimi e viceversa .“Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Per giungere a questo risultato ecco che la seconda lettura ci insegna come fare: “Figlio mio non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che ama e sferza colui che riconosce come figlio. E’ per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli e qual è il figlio che non è corretto dal padre?”

• 3) Avvertimenti e richiami

Il Signore, attraverso le circostanze e gli avvenimenti a volte infausti, ci manda tanti avvertimenti e richiami per rimetterci sulla buona strada o, se ci siamo già, per migliorarci e renderci sempre più graditi a Lui. Mettiamocela tutta e… entreremo per la porta stretta. Concludo con questa preghiera di don Giuseppe Sacino che fotografa molto bene la nostra situazione interiore: ”Signore, molte volte ho promesso di convertirmi, di iniziare oggi stesso a cambiare vita e a modellarmi sul tuo Vangelo. Ho iniziato, ho cercato di impegnarmi e… ho smesso subito: Forse per pigrizia o forse perché, in fondo in fondo, non mi ritengo peggiore di altri, di tanti.
E la tentazione di essere contento della mia mediocrità mi ha sedotto e vinto. Ma neppure oggi la tua parola ammette compromessi; anzi mi dice chiaramente che sedersi a mensa con te, non basta per la salvezza. Eppure voglio salvarmi. Con le mie forze sono perduto! Con la ragione capisco, ma la ragione non salva. Chi salva è il tuo amore. Dammi un supplemento d’amore, mio Gesù e allora, solo allora, stare a mensa con te sarà preludio
di vita eterna. Amen.

Wilma Chasseur