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venerdì 13 agosto 2010

Padre Pio - Sulla Soglia del Paradiso - Terzo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia una inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici": "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeto Saverio:

Una vita a contatto con l'invisibile


La certezza riguardo all'esistenza del Purgatorio e del Paradiso non era un puro atto di fede per il Padre, che ne aveva più volte avuto diretta visione. Una sera del 1958, mentre si trovava con alcuni figli spirituali nell'orto, dopo la funzione della benedizione con il Santissimo, il signor Mioni di Montegrotto gli si rivolse con una secca osservazione:

«Padre, a me non importa niente la durata del mio Purgatorio, tanto già so che poi finisce e sono sicuro del Paradiso». E il frate: «Tu non sai che cosa sia. Tu non sai quanto sia duro». Il Mioni ripeté la sua idea e Padre Pio replicò con ancor più forza: «Figlio mio, dici così perché non sai quanto sia terribile». Don Nello Castello, che era presente, ha testimoniato con commozione «di aver compreso in quel momento che Padre Pio non parlava per sentito dire, ma per esperienza».

Si trattava in sostanza di quanto aveva efficacemente descritto santa Caterina da Genova, la «mistica del Purgatorio», nel suo Trattato: «Le anime purganti provano tali tormenti che lingua umana non può descrivere, né alcuna intelligenza comprendere, eccetto che Dio li faccia conoscere per grazia speciale». Tanto che Padre Pio suggeriva ai suoi seguaci, come ha rivelato Cleonice Morcaldi, una strada precisa: «Se non vuoi fare dopo la morte il Purgatorio, fallo prima di morire, accettando tutto dal Signore e offrendolo con amore a lui; anzi con rendimento di grazie per la possibilità che ti dà di farlo con poco il Purgatorio».

In ogni caso, il frate non perdeva occasione per intercedere in favore delle anime del Purgatorio, sia durante la Messa che in altri momenti. Per esempio, ogni volta che saliva per la scala interna del convento, si fermava sul pianerottolo dove erano appesi alla parete una cassettina di legno e un quadro sul quale erano stampate diverse intenzioni per suffragare le anime dei morti. Egli prendeva sempre dalla cassettina un dischetto, con il numero indicante la corrispondente intenzione, e recitava devotamente la preghiera dell'Eterno riposo.

E bisogna riconoscere che le anime purganti non erano indifferenti a tali orazioni, secondo quanto è stato raccontato dai due frati che, vedendo Padre Pio alzarsi da tavola mentre erano a pranzo, lo seguirono incuriositi fino al portone d'ingresso del convento. Qui giunto, il Padre si fermò e iniziò a parlare con qualcuno che ai confratelli risultava però invisibile. Sorpresi per quanto stava accadendo, costoro si avvicinarono, chiedendosi se non gli avesse dato di volta il cervello. Ma Padre Pio, con un sorriso, spiegò: «Oh, non vi preoccupate! Sto parlando con alcune anime che, nel loro cammino dal Purgatorio verso il Cielo, si son fermate qui per ringraziarmi, perché questa mattina le ho ricordate durante la santa Messa».

Non di rado, anzi, gli venivano chieste in prima persona le preghiere di suffragio, come accadde quando si trovava a Sant'Elia a Pianisi nel 1907. Così padre Marcellino Iasenzaniro ha riportato il racconto fatto dallo stesso Padre Pio: «Una notte dopo la preghiera del Mattutino, mentre gli altri scesero al fuoco comune per scaldarsi un po' prima di ritornare a letto, rimasi in coro. A un certo punto sentii dei rumori, come di candelieri toccati, provenienti dall'altare maggiore. Subito pensai che qualche confratello fosse passato dal coro in chiesa; ma, continuando quei rumori, mi affacciai dal parapetto e chiesi: "Chi è?". Rispose una voce: "Sono un novizio, che sconto il Purgatorio facendo la pulizia dell'altare maggiore che ho trascurato durante la mia vita. Pregate per me". Non riflettendo del tutto su quelle sue parole, dissi senza indugio: "Va bene, ma adesso vai a riposare". E non si sentì più nulla. Dopo qualche istante però mi resi conto di ciò che era realmente accaduto e fui preso da forte paura. Allora quasi fuggii dal coro, per raggiungere i confratelli e restare un po' in loro compagnia. Attraversai in fretta il corridoio, ma appena cominciai a scendere le scale per andare al fuoco comune mi trovai dinanzi un giovane frate sconosciuto. Sentii dentro di me che era il novizio che mi aveva parlato. Questi disse solo "Grazie", e sparì!».


2 commenti:

ana maria palumbo ha detto...

grazie molto bellissimo grazie ana maria di argentina

Angel ha detto...

Di nulla. Un saluto a te ana maria!

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