Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia una inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici": "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeto Saverio:
Chiamato a essere vittima per il mondo
La vocazione di Padre Pio a essere compagno e guida spirituale dei vivi e dei morti veniva da lontano. L'aveva espressa lui stesso sin dal 29 novembre 1910 a padre Benedetto da San Marco in Lamis, chiedendogli per iscritto un permesso particolare:
«Da parecchio tempo sento in me un bisogno, cioè di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. Questo desiderio è andato crescendo sempre più nel mio cuore, tanto che ora è divenuto, sarei per dire, una forte passione. L'ho fatta, è vero, più volte questa offerta al Signore, scongiurandolo a voler versare sopra di me i castighi che sono preparati sopra dei peccatori e sulle anime purganti, anche centuplicandoli su di me, purché converta e salvi i peccatori ed ammetta presto in Paradiso le anime del Purgatorio, ma ora vorrei fargliela al Signore questa offerta colla sua obbedienza. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Son sicuro che ella non troverà difficoltà alcuna nell'accordarmi questo permesso».
A stretto giro di posta, il primo dicembre, padre Benedetto mostrò di aver pienamente compreso la necessità di quell'offerta: «Fa' pure l'offerta di cui mi parli che sarà accettissima al Signore. Stendi pure tu le braccia sulla tua croce e, offrendo al Padre il sacrificio dite stesso in unione al tenerissimo Salvatore, patisci, gemi e prega per gl'iniqui della terra e i miseri dell'altra vita, sì degni della nostra compassione nelle loro pazienti e ineffabili angosce». Da allora Padre Pio, che da pochissime settimane aveva cominciato a sperimentare le stimmate invisibili, rinnovò costantemente la propria donazione: «No, voglio soffrire fino alla fine del mondo», fu la netta risposta alla signora Malvina Lureti, che un giorno si era permessa di suggerirgli un po' di riposo. Lo ha confermato il sacerdote Pierino Galeone, dal 1947 figlio spirituale di Padre Pio: «Mi disse più volte che l'amore perfetto e la sofferenza perfetta portano l'anima a diventare vittima perfetta, disposta a chiedere anche patimenti eccezionali sia per riparare la gloria di Dio, sia per ottenere grandi favori per i vivi e per i defunti. Padre Pio mi rivelò inoltre di avere chiesto a Gesù e di aver ottenuto non solo di essere vittima perfetta, ma anche vittima perenne, cioè di continuare a rimanere vittima nei suoi figli, allo scopo di prolungare la sua missione di corredentore con Cristo sino alla fine del mondo. Egli mi ha detto e confermato di aver avuto dal Signore la missione di essere vittima e padre di vittime sino all'ultimo giorno».
Infatti, ricevendo il 20 settembre 1918 il sigillo delle stimmate, Padre Pio ebbe anche la conferma definitiva della vita di immolazione che lo attendeva. Come ha sintetizzato, in un discorso commemorativo, il francescano padre Antonio Gallo, «fu una conferma tangibile dell'accettazione da parte di Dio di quel dono di sé che Padre Pio, già sacerdote da otto anni, aveva fatto dalla sua età più tenera. In una pubblicazione, un capitolo della sua biografia infantile reca per titolo: "Un fanciullo che cercava il dolore". E una realtà: egli cercava veramente il dolore e non fu mai defraudato nella ricerca di questo tesoro. I sintomi delle malattie più gravi, le sofferenze, le persecuzioni del demonio anche in forma concreta, la febbre spesso altissima erano soltanto segni esterni della macerazione interiore e del dolore da lui avidamente ricercato».
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