XXI domenica tempo ordinario
• 1) Invitati al banchetto
Uno dei temi delle letture di oggi è l’invito al banchetto (I lettura) ma la porta è stretta (vangelo). E tra i due c’è la correzione di DIO (II lettura).
Nella prima lettura il Signore ci dice una cosa molto consolante, ci promette nientemeno che la sua gloria. “Io verrò a radunare tutti i popoli, e tutte le lingue e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle genti, ai lidi lontani che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunzieranno la mia gloria alle nazioni”. E la promette a tutti, nessuno escluso: tutti i popoli vedranno questa gloria. Al banchetto del regno siamo tutti invitati: Dio vuole che tutti entriamo nella sua casa dove c’è un posto già pronto che ci aspetta: Gesù è andato a prepararci un posto in Paradiso, non altrove. Non c’è posto preparato per nessuno in inferno, da parte di Gesù! Quella sarà unicamente scelta della libertà umana, che purtroppo può anche rifiutare il posto preparato dal Signore. Ma non sarà certamente volontà divina!
• 2) Porta stretta
Detto ciò il Vangelo ci dice che la porta è stretta. Come entrarvi? Vi rivelo un segreto, o meglio un’intuizione che una volta ho avuto sul come fare per entrare dalla porta stretta: entrarvi da sotto. Osservavo una fessura che c’era sotto la mia porta e di colpo mi sono detta: ecco come fare per entrare dalla porta stretta: abbassarsi talmente da potersi infilare dalla fessura. Fuori metafora cosa significa? Significa che per entrare bisogna eliminare l’orgoglio e la superbia. Sarà proprio l’orgoglio che ci sbarrerà l’ingresso davanti alla porta. Il fariseo che andava avanti tutto dritto mettendo avanti i suoi meriti e i suoi digiuni, si è visto rispedito in fondo. Stava troppo dritto per poter entrare; se si fosse chinato un po’, come faceva il pubblicano rimasto in fondo, avrebbe fatto meno fatica. Lì abbiamo l’esemplificazione più efficace di come i primi possano diventare ultimi e viceversa .“Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Per giungere a questo risultato ecco che la seconda lettura ci insegna come fare: “Figlio mio non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che ama e sferza colui che riconosce come figlio. E’ per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli e qual è il figlio che non è corretto dal padre?”
• 3) Avvertimenti e richiami
Il Signore, attraverso le circostanze e gli avvenimenti a volte infausti, ci manda tanti avvertimenti e richiami per rimetterci sulla buona strada o, se ci siamo già, per migliorarci e renderci sempre più graditi a Lui. Mettiamocela tutta e… entreremo per la porta stretta. Concludo con questa preghiera di don Giuseppe Sacino che fotografa molto bene la nostra situazione interiore: ”Signore, molte volte ho promesso di convertirmi, di iniziare oggi stesso a cambiare vita e a modellarmi sul tuo Vangelo. Ho iniziato, ho cercato di impegnarmi e… ho smesso subito: Forse per pigrizia o forse perché, in fondo in fondo, non mi ritengo peggiore di altri, di tanti.
E la tentazione di essere contento della mia mediocrità mi ha sedotto e vinto. Ma neppure oggi la tua parola ammette compromessi; anzi mi dice chiaramente che sedersi a mensa con te, non basta per la salvezza. Eppure voglio salvarmi. Con le mie forze sono perduto! Con la ragione capisco, ma la ragione non salva. Chi salva è il tuo amore. Dammi un supplemento d’amore, mio Gesù e allora, solo allora, stare a mensa con te sarà preludio
di vita eterna. Amen.
Wilma Chasseur
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