21^ Domenica Tempo Ordinario
(Mc 7, 14)
XXI domenica tempo ordinario
(Gv 6,63-68)
Quanto era difficile capire il
linguaggio di Gesù. “ Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?” Ma non
solo quello! Lo stesso atteggiamento del Signore spesso si rivelava
incomprensibile ai propri discepoli e famigliari. A Nazareth per esempio, non
lo accolsero e non credettero in Lui. Quel bravo giovane “tutto casa e
sinagoga”, ad un certo punto lascia casa
e sinagoga, parte e va in giro a predicare; chissà che cosa s’è messo in testa…
pensano i suoi. E infatti ad un certo punto vanno a prenderlo per riportarlo a casa, pensando
che abbia perso la tramontana ….
L’irruzione di Dio nel quotidiano
crea sempre dei problemi. Dover scalfire quella quotidianità dimostrando che
Egli è nientemeno che il Figlio di Dio mandato a salvare il mondo, è qualcosa
che cozza contro la mentalità dominante: quella ebraica, ma anche quella di
duemila anni dopo... Ed è un punto di capitale importanza su cui l’uomo deve pronunciarsi
ed esercitare la sua libertà.
- Vogliamo o non vogliamo?
Il tema della libertà lo troviamo
anche nella prima lettura . “ Giosuè disse a tutto il popolo: “ Se vi dispiace
di servire il Signore , scegliete oggi chi volete servire”. Scegliete oggi! Cioè decidetevi! Invito ineludibile a prendere posizione: o
il Signore, o gli dei degli Amorrei. “Quanto a me e alla mia casa – dice Giosuè
- vogliamo servire il Signore”.
Vogliamo! Dobbiamo esercitare questa facoltà volitiva che abbiamo:
dobbiamo dire spesso “ voglio” e non “ non ho voglia” come si sente spesso dire
dai nostri ragazzi… Questo “vogliamo” di Giosuè ha scatenato anche la buona
volontà del suo popolo che disse:” Lungi da noi l’abbandonare il Signore per
servire altri dei” . Ma perché prendono questa decisione? Perché “il Signore
nostro Dio ha fatto uscire noi e i padri nostri dal paese d’Egitto , dalla
condizione servile, ha compiuto quei grandi miracoli e ci ha protetti per tutto
il viaggio”. Ecco il motivo: il ricordo dei benefici ricevuti dal Signore. E’
molto importante anche per noi “fare memoria”: ricordarci i benefici ricevuti
dal Signore. Sono tanti: occorre riportarli alla memoria, quando magari ci
sentiamo abbandonati da Lui. Questo stimola anche la gratitudine e ci fa
scoprire sempre nuovi benefici ricevuti ogni giorno.
·
Da chi andremo?
Nel Vangelo questo concetto di
libertà torna fuori alla grande e mette i discepoli davanti a un’alternativa:
andarsene o restare. “ Forse volete andarvene anche voi?” Gli rispose Simon
Pietro : “ Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” . Anche Pietro
fa memoria delle parole di vita eterna udite da Gesù. E da Lui solo! Nessun
altro dice quelle parole di vita eterna che colmano la sete d’infinito dell’uomo di tutti i tempi.
Questo dilemma dobbiamo
risolverlo anche noi: da chi vogliamo andare? Scegliamo il Signore o altri
signori che diventeranno i nostri tiranni? A volte l’ostacolo è dentro di noi: dobbiamo scegliere la sua
volontà, ma siamo attirati da tutt’altro. La vera libertà è quella dello
spirito, non quella della carne. La liberta di spirito è fare la volontà di
Dio, mentre quella della carne è fare la propria: è seguire l’istintività ; è
fare ciò che pare e piace e così uno si illude di essere libero. L’istinto deve
obbedire alla ragione non il contrario. E la ragione dev’essere sottomessa alla
volontà di Dio, non il contrario!
Il Signore poi dice anche a noi: “ Volete andarvene anche voi?” Ecco il
momento in cui ricordare tutte le parole di vita eterna udite da Lui e fare
memoria di tutte le grazie ricevute, per poter rispondere come Pietro : “ Da
chi andremo Signore, tu solo hai parole di vita eterna”.
Wilma Chasseur