XXIV Domenica Tempo Ordinario
(MC 8, 27-35)
Oggi Pietro si fa ardito: prende in disparte Gesù per… rimproverarlo. Abbiamo così un rovesciamento di situazione rispetto a domenica scorsa: non è più Gesù che prende in disparte il sordomuto per guarirlo, ma è addirittura Pietro che prende in disparte Gesù. Ma andiamo con ordine. All’inizio vediamo Gesù che, per via, interrogava i discepoli. E anch’io mi sono interrogata: perché Gesù interrogava i discepoli per via?
• Perché “per via”?
La prima risposta che mi viene è che , essendo sempre itineranti, doveva per forza interrogali per via, visto che erano sempre in cammino. Ma c’è anche un’altra risposta: i discepoli di oggi siamo noi e siamo sempre per via, cioè sempre in cammino essendo la stessa vita nostra, un cammino continuo, quindi pure noi siamo interrogati da Gesù, per via Quando avremo terminato il cammino terreno, non ci interrogherà più, perché ormai le risposte saranno date, i giochi saranno fatti: nessuna possibilità di ricominciare… Chiediamo dunque la grazia di dare le rispose giuste (e di darle con la vita, non solo a parole) mentre siamo per via, perché finito il cammino di questa vita, non ci saranno più né domande, né risposte e neanche esami di riparazione…
E su cosa li interrogava ? Addirittura sulla sua identità: “La gente chi dice che io sia? E voi chi dite che io sia”. Mi sono chiesta guardandomi attorno: l’uomo di oggi cosa dice sul Figlio di Dio e su Dio stesso? Dice che Dio è buono, sapiente, amorevole e via di seguito? Mica sempre! Mi pare, anzi,che il più grande accusato, quello che sale più spesso sul banco degli imputati sia proprio Dio. Classica la domanda “Se Dio è buono, perché esiste il male?” Come dire “ma sarà poi così buono?” La risposta filosofica è che il male è assenza di bene. Non esiste il male di per sé: Dio ha creato solo il bene; il male procede da scelte sbagliate, che l’uomo liberamente fa. Ebbene questa risposta la diede già, nel secolo scorso, indovinate chi? Leggete il fatto seguente, veramente accaduto:
• L’allievo che interroga il professore
Durante una lezione tenuta agli studenti universitari, un professore ateo dell’Università di Berlino lancia una sfida ai suoi alunni con la seguente domanda:
“Dio ha creato tutto quello che esiste?”
Uno studente diligentemente rispose: “Sì certo!”.
Il professore rispose: “Se Dio ha creato tutto, ha creato anche il male, poiché esso esiste” .
Tutti ammutolirono. Il professore si vantò di aver provato per l´ennesima volta che la fede era un mito.
Un altro studente alzò la mano e disse: “Professore, il freddo esiste?”.
“Che razza di domanda è questa? Naturalmente, esiste! Hai mai avuto freddo?”.
Il giovane replicò: “Signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è in realtà assenza di calore. Noi abbiamo creato questa parola per descrivere come ci sentiamo… se non abbiamo calore. Si può misurare il calore ma non il freddo che è appunto zero assoluto”.
Lo studente continuò: “Professore, l´oscurità esiste?”.Il professore rispose: “Naturalmente!”.
Lo studente replicò: “Ancora una volta lei è in errore, perché l´oscurità non esiste. L´oscurità è in realtà assenza di luce. Noi possiamo studiare la luce, misurarla, ma non possiamo misurare l´oscurità.
Noi misuriamo la quantità di luce presente. L´oscurità è un termine usato per descrivere l’assenza di luce.
Finalmente il giovane chiese al professore: “Professore, il male esiste?”.
• Professore bocciato
A questo punto, titubante, il professore rispose, “Naturalmente, come ti ho già spiegato”. Ma lo studente replicò “Il male non esiste, professore, o almeno non esiste in quanto tale. Il male è l´assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che accade quando l´uomo non ha l´amore di Dio. E´ come il freddo che si manifesta quando non c´è calore o l´oscurità che arriva quando non c´è luce”.
Il giovane fu applaudito da tutti e il professore, scuotendo la testa, rimase in silenzio.
Il rettore dell’Università si complimentò con il giovane studente e gli domandò: “Qual è il tuo nome?”.
“Mi chiamo Albert Einstein, signore!”.
Wilma Chasseur
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