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martedì 4 gennaio 2011

La Comunità Amore e Libertà Onlus

Oggi, su richiesta di una nostra amica, ci occupiamo di segnalarvi una fondazione cattolica, La Comunità Amore e Libertà Onlus. Essa è un'Associazione senza scopo di lucro (Onlus), con personalità giuridica (Ente morale), riconosciuta dalla Diocesi di Firenze come Associazione privata di fedeli. La sua finalità è portare l'annuncio della familiarità di Dio a tutto il mondo e i suoi obiettivi sono: intervenire nel campo della cultura e della scuola per formare i giovani alla Libertà e all'Amore come dono libero di sè; accogliere e dare una famiglia ai bambini che per diversi motivi non hanno potuto averla; portare l'annuncio della salvezza e della famigliarità con Dio ai popoli nelle parrocchie; sostenere le famiglie favorendo l'istruzione e la crescita dei figli e creando possibilità lavorative in funzione dell'autonomia e della dignità del singolo e del nucleo familiare;
formare e sostenere le coppie di fidanzati e di sposi per aiutarli a formare famiglie salde e durature; intervenire a favore della persona con cure mediche, ospedali, ecc. per dare a ciascuno la dignità senza la quale non potrebbe donare amore; sostenere le famiglie povere con l'attivazione di adozioni a distanza.
Per maggiori informazioni potete consultarne il sito internet:  http://www.amlib.org/index.aspx

Detto questo, vi presentiamo una testimonianza di conversione, pubblicata sul periodico dell'Associazione, operata da un operatore di questa Comunità:

Mi chiamo Reagan Ekulumbu, sono di nazionalità congolese. Nato a Kinshasa il 16 luglio 1985, in una
famiglia povera. Ho quattro fratelli e una sorella. All’età di 11 anni ho perduto uno dei miei fratelli. Si chiamava Ntambo. È morto a causa della malattia del sonno perché le cure mediche non sono state adeguate (vedi l’inserto sulla TAU, o malattia del sonno, nelle pagine successive).
La sua morte ci ha davvero sconvolti e toccati nel profondo. Due anni dopo eravamo oppressi da difficoltà sociali, morali e finanziarie: io ho dovuto saltare un anno scolastico a causa della mancanza di mezzi finanziari.
Mentre eravamo in questa situazione, un giorno, sono andato a giocare a calcio nel campo vicino a casa mia. Lì ho incontrato un ragazzo che si chiama Greg. Abita nella Comunità Amore e Libertà che lo ha accolto come una famiglia. Da quell’incontro siamo diventati grandi amici.
Un giorno sono andato a trovarlo a casa sua e l’ho trovato con una consacrata di nazionalità italiana, Silvia Lassi, che tutti qui chiamiamo “maman Silvia”. Mentre parlavo con Greg, lei mi guardava attentamente. Dopo un po’ mi ha chiesto se ero cristiano e io le ho detto di no. Allora mi ha chiesto perché non ero stato battezzato e io le ho risposto che non mi sentivo colpevole per non esserlo e nemmeno obbligato a diventarlo. E poi ho aggiunto: “ormai è troppo tardi, io non posso più diventarlo”.
Lei mi ha detto che non era troppo tardi e che, se io avessi voluto, lei avrebbe potuto condurmi in cammino
verso Cristo. Inizialmente avevo un po’ di dubbi, soprattutto non credevo molto in Dio, proprio a causa delle mie tante difficoltà nella vita. Ma ogni volta che la incontravo mi sconvolgeva perché in ogni istante non cessava
di parlarmi dell’essere cristiani, dicendomi che Gesù è morto per i nostri peccati, per salvarci la vita, che Lui è il nostro Signore e Salvatore. Questo passaggio mi aveva toccato molto e mi sono convinto a dirle di sì, che ero d’accordo, che poteva cominciare ad aiutarmi a camminare nella vita cristiana e a guidarmi nel cammino della Chiesa, nella spiritualità e la fedeltà agli insegnamenti di Dio.
Qualche mese più tardi, dopo aver seguito la formazione dei catecumeni nella parrocchia S. Luc Banabakintu, il parroco, don Raphael Niengi Waku, mi ha chiesto di scegliere un responsabile in seno alla parrocchia perché questi fosse la mia guida spirituale. Visto che maman Silvia si occupava già di tutto quello che concerne
la relazione fra me e la Chiesa, ho scelto lei come madre spirituale. Due mesi più tardi sono stato battezzato e sono diventato cristiano. Maman Silvia mi ha fatto da madrina durante la celebrazione, il 30 marzo 2002. In quell’occasione mi ha scritto la sua prima lettera:

“Mio carissimo Reagan, oggi tu diventi cristiano, cioè UN ALTRO CRISTO. Giovane, con molte cose da imparare, MA NUOVO NEL CUORE, per te comincia la lotta contro il male, satana, le tentazioni. Sii forte con la preghiera e le buone opere! Io, come tua piccola mamma nello spirito, sarò sempre al tuo fianco con
la preghiera e i consigli. Buona festa! Con profondo affetto, m. Silvia.” Dopo aver letto questa lettera, ho
avuto il coraggio di lottare contro certi peccati, tentazioni e il male. Circa 10 anni fa Maman Silvia ha fondato un gruppo parrocchiale che si chiama “Gruppo JAL” (Jeunes Amour et Liberté) del quale inizialmente facevanoparte solo le adolescenti. Dopo un po’ di tempo anche i ragazzi vi si sono aggiunti.
Anch’io ne faccio parte, insieme a circa 80 giovani che si ritrovano nella spiritualità della Comunità Amore e Libertà. Da qualche tempo ne sono il presidente e, assieme ad altri responsabili ed animatori, cerchiamo di aiutare i giovani a formarsi spiritualmente e moralmente, ad avere e portare avanti valori cristiani e umanitari.
Maman Silvia non si occupa di me solo dal punto di vista spirituale, ma anche sociale, morale e finanziario. Ha cominciato a pagare la mia retta scolastica da quando ero in sesta superiore fino ad oggi che sono al secondo anno dell’università (sono iscritto a Giornalismo) e, in effetti, devo dire che è lei che fa di me quello che sono. Reagan Ekulumbu

lunedì 3 gennaio 2011

C'è potenza nel nome di Gesù - Franco Faro e Denise

Angelus di Papa Benedetto XVI - 02 Gennaio 2011


BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza San Pietro
Domenica, 2 gennaio 2011

Cari fratelli e sorelle!

Rinnovo a tutti i miei auguri per il nuovo anno e ringrazio quanti mi hanno inviato messaggi di spirituale vicinanza. La liturgia di questa domenica ripropone il Prologo del Vangelo di san Giovanni, proclamato solennemente nel giorno di Natale. Questo mirabile testo esprime, nella forma di un inno, il mistero dell’Incarnazione, predicato dai testimoni oculari, gli Apostoli, in particolare da Giovanni, la cui festa, non a caso, si celebra il 27 dicembre. Afferma san Cromazio di Aquileia che “Giovanni era il più giovane di tutti i discepoli del Signore; il più giovane per età, ma già anziano per la fede» (Sermo II,1 De Sancto Iohanne Evangelista, CCL 9a, 101). Quando leggiamo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1), l’Evangelista – paragonato tradizionalmente ad un’aquila – si eleva al di sopra della storia umana scrutando le profondità di Dio; ma ben presto, seguendo il suo Maestro, ritorna alla dimensione terrena dicendo: “E il Verbo si fece carne” (Gv 1,14). Il Verbo è “una realtà vivente: un Dio che … si comunica facendosi Egli stesso Uomo» (J. Ratzinger, Teologia della liturgia, LEV 2010, 618). Infatti, attesta Giovanni, “venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria” (Gv 1,14). “Egli si è abbassato ad assumere l’umiltà della nostra condizione – commenta san Leone Magno – senza che ne fosse diminuita la sua maestà” (Tractatus XXI, 2, CCL 138, 86-87). Leggiamo ancora nel Prologo: “Dalla sua pienezzanoi tutti abbiamo ricevuto:grazia su grazia” (Gv 1,16). “Qual è la prima grazia che abbiamo ricevuto?” – si chiede sant’Agostino e risponde – “È la fede”. La seconda grazia, subito aggiunge, è “la vita eterna” (Tractatus in Ioh. III, 8.9, CCL 36, 24.25).

Ora mi rivolgo in lingua spagnola alle migliaia di famiglie radunate a Madrid per una grande manifestazione.

Saludo con afecto a los numerosos Pastores y fieles reunidos en la Plaza de Colón, de Madrid, para celebrar con gozo el valor del matrimonio y la familia bajo el lema: “La familia cristiana, esperanza para Europa”. Queridos hermanos, os invito a ser fuertes en el amor y a contemplar con humildad el Misterio de la Navidad, que continúa hablando al corazón y se convierte en escuela de vida familiar y fraterna. La mirada maternal de la Virgen María, la amorosa protección de San José y la dulce presencia del Niño Jesús son una imagen nítida de lo que ha de ser cada una de las familias cristianas, auténticos santuarios de fidelidad, respeto y comprensión, en los que también se transmite la fe, se fortalece la esperanza y se enardece la caridad. Aliento a todos a vivir con renovado entusiasmo la vocación cristiana en el seno del hogar, como genuinos servidores del amor que acoge, acompaña y defiende la vida. Haced de vuestras casas un verdadero semillero de virtudes y un espacio sereno y luminoso de confianza, en el que guiados por la gracia de Dios se pueda sabiamente discernir la llamada del Señor, que sigue invitando a su seguimiento. Con estos sentimientos, encomiendo fervientemente a la Sagrada Familia de Nazaret los propósitos y frutos de ese encuentro, para que sean cada vez más las familias en las que reine la alegría, la entrega mutua y la generosidad. Que Dios os bendiga siempre.

Alla Vergine Maria, che il Signore ha affidato come Madre al “discepolo che Egli amava”, chiediamo la forza di comportarci come figli “generati da Dio” (cfr Gv 1,13), accogliendoci gli uni gli altri e manifestando così l’amore fraterno.

Dopo l'Angelus:

Ieri mattina abbiamo appreso con dolore la notizia del grave attentato contro la comunità cristiana copta compiuto ad Alessandria d’Egitto. Questo vile gesto di morte, come quello di mettere bombe ora anche vicino alle case dei cristiani in Iraq per costringerli ad andarsene, offende Dio e l’umanità intera, che proprio ieri ha pregato per la pace e ha iniziato con speranza un nuovo anno. Davanti a questa strategia di violenze che ha di mira i cristiani, e ha conseguenze su tutta la popolazione, prego per le vittime e i familiari, e incoraggio le comunità ecclesiali a perseverare nella fede e nella testimonianza di non violenza che ci viene dal Vangelo. Penso anche ai numerosi operatori pastorali uccisi nel 2010 in varie parti del mondo: ad essi va ugualmente il nostro affettuoso ricordo davanti al Signore. Rimaniamo uniti in Cristo, nostra speranza e nostra pace!

[Saluti in varie lingue]

Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i gruppi parrocchiali di Grandate e Palanzo, presso Como, e di Asola, e i numerosi amici e volontari della “Fraterna Domus” di Roma. Buona domenica – la prima del nuovo anno! – e tanti auguri di pace e di bene a tutti nel Signore.

© Copyright 2011 - Libreria Editrice Vaticana

domenica 2 gennaio 2011

Video Vangelo: II domenica di Natale

In Lui ci ha scelti


Seconda domenica di Natale ( Gv: 1, 1-18)

• 1) La pagina più bella

La liturgia della seconda domenica di Natale ci ripropone, come Vangelo, il prologo di San Giovanni; una delle pagine più belle, non solo della Bibbia, ma di tutta la letteratura religiosa.
“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. E’ l’altissimo mistero di Cristo che irrompe, si riversa e invade le profondità dell’anima. “ Dans le centre caché d’une clarté profonde…”. Ecco che dalle profondità abissali del mistero si sprigiona una luce che illumina il cammino della storia dell’umanità, dall’inizio fino alla fine. E’ Cristo il “ Principio”, la Sapienza incarnata, uscita dalla bocca dell’Altissimo. “Prima dei secoli, fin dal principio egli mi creò” (prima lettura). Ed è in Lui che tutto è stato fatto: lo sterminato universo in cui ci muoviamo e siamo: queste vastità immense che ci sovrastano, le distanze infinite degli spazi interstellari che ci danno le vertigini. La contemplazione della creazione così grandiosa e sconfinata ci dà solo una pallida idea della sapienza infinita del Creatore. Ed in Lui, ci ha voluti anche noi : “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (seconda lettura).

• 2) Perfetto in umanità e perfetto in divinità

Ma il culmine e centro del Prologo è: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Mistero dell’unione ipostatica: una Persona e due nature: perfetto in umanità, perfetto in divinità. Consustanziale al Padre nella divinità, consustanziale a noi nell’umanità. Il corpo di Cristo è composto dalle stesse cellule e dagli stessi atomi di cui è composto ogni corpo umano: circa centomila miliardi di cellule di cui ognuna contiene mille miliardi di atomi. Pensate che meraviglia è il corpo umano. Che organizzazione e che complessità. Altro che il sole, le stelle e le galassie che sono molto poveri di informazione, al confronto!…
Dunque, il Verbo ha voluto farsi carne: è stato mandato in missione sul pianeta Terra. E’ il più grande avvenimento mai accaduto nella storia degli uomini, unico ed irripetibile: DIO che si fa uomo. Nessun’altra religione ha mai avuto l’audacia di annunciare una cosa simile e nessuna filosofia, pur affermando l’esistenza di Dio, ha mai avuto il coraggio di sostenere che Dio scenda ad abitare con i figli degli uomini e ad occuparsi di loro. Anzi: sarebbe uno scandalo inammissibile e cosa indegna dell’Essere supremo e perfettissimo, assumere una materia corporea con le sue limitatezze e pesantezze, che per di più tornerà in polvere. Gesù Cristo l’ha fatto (anche se, chiaramente, il suo corpo non è ritornato in polvere, ma è risorto immediatamente) e da allora
anche lo scorrere del tempo è suddiviso in “dopo Cristo” e “avanti Cristo”.

• 3) Dio può solo scendere…

Questo ci testimonia che Gesù non è stato un mito, ma una persona vivente ed esistente in un luogo e un tempo ben precisi. E ha dato anche un corso nuovo alla storia universale, anzi l’ha addirittura spaccata in due: prima di Lui e dopo di Lui. Ormai lo scorrere del tempo è scandito dal passaggio di Cristo.
Più scendere di così non poteva; più condividere l’umana sorte, non era possibile! Follia del nostro Dio che, pur di salvarci dalla catastrofe, si abbassa fino all’inverosimile, e questo scendere (Dio non può salire, è già al vertice, è l’Altissimo; può solo scendere), diventa condiscendenza, come dicevano i Padri. E così ha dato anche un valore infinito a qualsiasi nostro agire, soffrire e patire, purché lo viviamo per Lui, con Lui e in Lui.

Wilma Chasseur

sabato 1 gennaio 2011

Video Vangelo: Maria Madre di Dio

Maria, Sapienza creata

I Gennaio - Maria Santissima Madre di Dio( Lc 2, 16-21)

Primo gennaio. Il tempo passa. Un altro anno si è concluso e ne iniziamo uno nuovo.
Questo scorrere inesorabile del tempo, che neanche il più potente dei potenti potrà mai fermare, è un gran mistero.

• 1) All’inizio della nostra storia..

Questo primo giorno di questo nuovo anno, noi cristiani lo iniziamo con Maria Santissima che è all’inizio della nostra storia di redenti. E’ allo stesso tempo la primogenita della redenzione ed è Colei che ha dato alla luce il Redentore, primogenito della nuova umanità. “Gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima di essere concepito nel grembo della madre”. Tutto nuovo dunque, dopo che Maria ebbe pronunciato il suo “Sì”. Se non l’avesse detto (ed era libera di non dirlo), niente di nuovo per noi: non saremmo certamente qui a parlare di Lei e a celebrarla in questo primo giorno. Anzi, di Lei non ne sapremmo proprio niente. E meno ancora sapremmo di noi, di quale sarebbe stato il nostro destino, senza quel suo salvifico “sì”. E non
potremmo neppure celebrare nel suo nome la “giornata mondiale della pace”, perché mai avremmo avuto tra di noi il principe della pace.

• 2) Perché Madre di Dio?

Maria Santissima dunque. Ma perché Madre di Dio, nientemeno? Vi confesso che prima che approfondissi la dogmatica, questo appellativo mi poneva qualche interrogativo. Come si può definire Madre di Dio, una semplice creatura, seppure eccelsa sopra tutte; addirittura “genitrice” di Dio secondo l’audace espressione dei primi santi Padri, quali sant’Atanasio o san Gregorio di Nazianzo? La risposta e la ragione teologica è semplice: sta tutta nel fatto che Maria non ha generato una natura astratta, ma una persona concreta. Possiamo spiegarlo con una analogia, che per me, è stata molto illuminante: quando una madre genera un figlio, sa che a questo figlio ha dato solo il corpo, mentre l’anima gliel’ha infusa direttamente Dio. Ma nessuna madre si sognerebbe mai di dire che essa è madre solo del corpo di suo figlio, ma si definisce con piena proprietà di termini, madre dell’intera persona di questo figlio, ben Sapendo che non è lei, l’artefice dell’anima, però questo composto di anima e corpo coincide con l’unica persona del figlio: non ci sono due figli.
Così Maria. Ha dato a Gesù l’umanità, ma in Lui c’è anche la divinità, due nature, divina e umana assunte dall’unica Persona divina del Verbo. Per cui, in virtù della comunicazione degli idiomi, possiamo affermare con piena proprietà di termini che Maria è Madre di Dio. Il termine di attribuzione deve sempre essere la persona, non la natura, per cui non si potrebbe mai dire che Maria è madre della natura divina, ma si può e si deve dire che Maria è Madre della Persona che in Gesù Cristo assume le due nature, divina e umana.
San Giovanni Damasceno definiva così il dogma: “Noi diciamo che Dio è nato da Maria, non nel senso che la divinità del Verbo dipenda da Maria, ma nel senso che il Verbo, il quale, al di fuori e prima del tempo è nato dal Padre ed è eterno come il Padre e lo Spirito, è vissuto nel seno di Maria, (…) ha preso carne ed è nato da essa”( De fide orth. 3,12).
• 3) Sapienza creata
Bulgakov, teologo ortodosso, definiva Maria, sapienza creata. Diceva che Dio, sapienza increata, per darci la sapienza incarnata che è Gesù Cristo, si è servito di Maria , sapienza creata. Ma Maria è anche madre nostra. La totalmente vergine, non può che essere totalmente Madre, senza nessun limite di maternità: Madre dell’intera umanità.
Ricorriamo dunque con fiducia incondizionata a Lei che tutto può sul cuore di quel Dio che è suo Figlio.

Wilma Chasseur

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