Seconda domenica di Natale ( Gv: 1, 1-18)
• 1) La pagina più bella
La liturgia della seconda domenica di Natale ci ripropone, come Vangelo, il prologo di San Giovanni; una delle pagine più belle, non solo della Bibbia, ma di tutta la letteratura religiosa.
“In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. E’ l’altissimo mistero di Cristo che irrompe, si riversa e invade le profondità dell’anima. “ Dans le centre caché d’une clarté profonde…”. Ecco che dalle profondità abissali del mistero si sprigiona una luce che illumina il cammino della storia dell’umanità, dall’inizio fino alla fine. E’ Cristo il “ Principio”, la Sapienza incarnata, uscita dalla bocca dell’Altissimo. “Prima dei secoli, fin dal principio egli mi creò” (prima lettura). Ed è in Lui che tutto è stato fatto: lo sterminato universo in cui ci muoviamo e siamo: queste vastità immense che ci sovrastano, le distanze infinite degli spazi interstellari che ci danno le vertigini. La contemplazione della creazione così grandiosa e sconfinata ci dà solo una pallida idea della sapienza infinita del Creatore. Ed in Lui, ci ha voluti anche noi : “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo” (seconda lettura).
• 2) Perfetto in umanità e perfetto in divinità
Ma il culmine e centro del Prologo è: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Mistero dell’unione ipostatica: una Persona e due nature: perfetto in umanità, perfetto in divinità. Consustanziale al Padre nella divinità, consustanziale a noi nell’umanità. Il corpo di Cristo è composto dalle stesse cellule e dagli stessi atomi di cui è composto ogni corpo umano: circa centomila miliardi di cellule di cui ognuna contiene mille miliardi di atomi. Pensate che meraviglia è il corpo umano. Che organizzazione e che complessità. Altro che il sole, le stelle e le galassie che sono molto poveri di informazione, al confronto!…
Dunque, il Verbo ha voluto farsi carne: è stato mandato in missione sul pianeta Terra. E’ il più grande avvenimento mai accaduto nella storia degli uomini, unico ed irripetibile: DIO che si fa uomo. Nessun’altra religione ha mai avuto l’audacia di annunciare una cosa simile e nessuna filosofia, pur affermando l’esistenza di Dio, ha mai avuto il coraggio di sostenere che Dio scenda ad abitare con i figli degli uomini e ad occuparsi di loro. Anzi: sarebbe uno scandalo inammissibile e cosa indegna dell’Essere supremo e perfettissimo, assumere una materia corporea con le sue limitatezze e pesantezze, che per di più tornerà in polvere. Gesù Cristo l’ha fatto (anche se, chiaramente, il suo corpo non è ritornato in polvere, ma è risorto immediatamente) e da allora
anche lo scorrere del tempo è suddiviso in “dopo Cristo” e “avanti Cristo”.
• 3) Dio può solo scendere…
Questo ci testimonia che Gesù non è stato un mito, ma una persona vivente ed esistente in un luogo e un tempo ben precisi. E ha dato anche un corso nuovo alla storia universale, anzi l’ha addirittura spaccata in due: prima di Lui e dopo di Lui. Ormai lo scorrere del tempo è scandito dal passaggio di Cristo.
Più scendere di così non poteva; più condividere l’umana sorte, non era possibile! Follia del nostro Dio che, pur di salvarci dalla catastrofe, si abbassa fino all’inverosimile, e questo scendere (Dio non può salire, è già al vertice, è l’Altissimo; può solo scendere), diventa condiscendenza, come dicevano i Padri. E così ha dato anche un valore infinito a qualsiasi nostro agire, soffrire e patire, purché lo viviamo per Lui, con Lui e in Lui.
Wilma Chasseur
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