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sabato 22 gennaio 2011

Non farlo (Storia di un aborto) - Undicesima parte

Continuiamo, dopo le festività natalizie, a leggere la testimonianza anonima di un aborto che invita alla riflessione all'esortazione più importante: "non farlo!". Oggi leggiamo le riflessioni post-aborto e vediamo come l'autrice sia divorata dal rimorso e per questo vuole scrivere tutte queste cose, per evitare che altre ragazze finiscano in un inferno. Da sottolineare il ruolo di chi è al fianco di queste ragazze che ha in mano non solo la vita di un essere umano, ma anche la responsabilità del futuro della persona che amano. Settimana prossima vedremo il ritorno alla vita e le conclusioni finali:


Quando arrivi a prendere una decisione così dolorosa, così tragica, così crudele, non c’è nessuna giustificazione, nessuna spiegazione. Non sai quello che stai facendo. Non capisci l’importanza vitale che ha quel gesto così brutale e impulsivo. Non ti rendi conto del dolore immenso che andrà ad insediarsi, in
maniera indelebile, nel tuo cuore. Né capisci quanto questa scelta, presa in pochi giorni, sconvolgerà tutto il corso della tua vita, intorno a te, e soprattutto dentro di te.

La disgrazia più grande che ti può capitare, in una situazione di per sé già tanto delicata, è non avere accanto la persona giusta, alla quale basterebbe semplicemente spendere due parole, dettate dal cuore, per salvarti per sempre dall’inferno… per rendere la tua vita felice, senza rimpianti, senza rimorsi indicibili, che ti ruberanno il sonno per sempre e distruggeranno tutti i tuoi sogni. Quelle parole potrebbero avere il potere supremo di proteggerti dalla tua follia, dalla tua incoscienza, dal quel mostro che si nasconde in ognuno di noi
(anche se a volte non ne abbiamo la consapevolezza).

Quella persona, in quel momento, avrebbe la facoltà di trasformare ogni tua lacrima in un sorriso. Potrebbe farti percepire la grandezza di un gesto d’amore, di un crudele atto di egoismo che muta in dedizione. Potrebbe
trasformarlo in splendente generosità, in calore umano, in amore grande e profondo, permettendo che una situazione apparentemente insostenibile, come per incanto, diventi un sogno: quel sogno che facevi da bambina, giocando con le bambole…
Allo stesso modo però, le sue parole potrebbero essere così fatalmente crudeli, così indifferenti al tuo dolore, all'atrocità del gesto che stai per compiere (ma di cui purtroppo non sei consapevole), da dilaniarti l’anima per sempre… Da lacerarti il cuore con una ferita così profonda che il tempo non riuscirà in alcun modo a cancellare. Anzi, ogni giorno che verrà, sarà per te motivo di angoscia, di afflizione, di sofferenza, di rimorso… E sarà ogni giorno più difficile continuare la tua vita, nel cercare di convincerti di poter vivere anche tu come
gli altri, e che a poco a poco resterà solo un triste, lontano ricordo di ciò che è successo.
Quale errore imperdonabile non sai di commettere formulando questi pensieri “fatalistici”, distaccati persino, come non appartenessero a te. Come se quello non fosse tuo figlio, non fosse una parte di te, come se non stessi negando l'esistenza ad un essere umano, ma semplicemente facendo una scelta difficile di vita… Quella non è una scelta di vita ma, se mai, una scelta di morte!
Quelle riflessioni misere, circoscritte allo stato d’animo di quei giorni, così insignificanti rispetto a tutti gli anni che verranno, ti indurranno a vivere senza entusiasmo, senza alcuna gioia, con la voglia di piangere sempre, di morire una volta per tutte, finalmente…

Ogni mattina, al tuo risveglio, desidererai con tutta te stessa che arrivi presto sera, così che tu possa infilarti nel letto per chiudere gli occhi e cercare di dormire il più a lungo possibile, per non pensare, per scacciare i pensieri tristi, i ricordi e il rimpianto per la scelta che hai fatto, e di cui ti pentirai per sempre.
Ma non servirà a nulla neanche questo. Restare sola con te stessa ti farà ancora più male. Crederai di poterti sentire più libera, lontana da sguardi curiosi e indiscreti incrociati durante il giorno. Ma non sarà così.
La solitudine e il vuoto in quei momenti terribili ti assalgono, i pensieri malinconici si ingigantiscono. Il dolore diventa disperazione, non riesci a dormire, perché la colpa è solo tua.
Vorresti gridare, ma non puoi farlo perché non puoi farti sentire, non avresti il coraggio di spiegarne la ragione… Vorresti che le tue lacrime ti riportassero indietro nel tempo, che il pentimento sincero abbia il potere di darti una seconda possibilità… Ma sai che non è così.

L’esperienza dell’aborto è un incubo agghiacciante, che spero tanto possa non ripetersi mai, possa non essere mai più vissuto da nessun’altra donna sulla faccia della terra. Purtroppo però, mi sento impotente al pensiero di non poter fare altro che scrivere, scrivere parole su parole, per cercare di far comprendere la disperazione più profonda attraverso la descrizione della mia dolorosissima esperienza, ma chissà se serviranno mai a qualcuno… a proteggerlo da una tragedia così grande, a salvare non una ma due vite… Almeno questo spero:
che questo mio infernale tormento possa aiutare qualcun altro a non provarlo mai. Mai. Perché da quel giorno in poi, vivere sarà la tua pena più grande, ma in quel momento non potrai a capirlo.
Quando non riesci ad avere uno sguardo ampio sulla tua vita, non riesci ad uscire fuori da te stessa, dal tuo infimo egoismo. Non riesci a vedere quanto sia ingiusto, sbagliato, riprovevole e indegno il tuo gesto. Tutto diventa “normale”, viene banalizzato dal contesto, come fosse una scelta pari a qualunque altra…
In realtà è la scelta più importante della tua vita. Non potrai dimenticare mai.

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