Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina; nell'appuntamento odierno l'attenzione è ancora incentrata su Elvira e il suo cenacolo:
CAPITOLO V
IL CENACOLO DELLA S.S. TRINITÀ
MAMMA E MAESTRA
Oggi il Cenacolo di Elvira è un gruppo foltissimo in cui convengono persone di ogni categoria sociale, dall'umile operaio al professionista, e di ogni età. Quello che attira le anime non è tanto la speranza di essere esaudite dal cielo nella proprie richieste, quanto il desiderio di aiutare le anime nel ritrovare la via del cielo, secondo i richiami della Madonna.
Raffigurata in una stupenda statua di legno policromo, col Bambino in braccio, Ella guarda, con espressione dolcissima, i suoi figli che la venerano col titolo di "REGINA MATER SALVATORIS" e che, con confidenza veramente filiale, accorrono a deporre ansie, preoccupazioni, speranze, tutto ai suoi piedi, affidando a Lei la soluzione di ogni problema. Essi le offrono in cambio la loro preghiera "per le sue intenzioni", una preghiera che è colloquio confidenziale con Dio, nella vita del singolo, e implorazione corale di misericordia nelle riunioni. A queste riunioni, che si tengono normalmente due volte alla settimana, i figli del Cenacolo intervengono sempre in gran numero, giungendo anche da località lontane. Non mancano i bambini, da quelli più piccoli a quelli più grandicelli che prendono parte a tutte le preghiere con raccoglimento edificante, fieri, quando possono, di guidare il Rosario. Lo fanno con consapevolezza e compunzione. Hanno capito a fondo il valore della preghiera, hanno accettato con semplicità il messaggio della penitenza. Non mancano neanche per loro le mortificazioni e le prove, poiché, appena i fanciulli hanno cominciato a sentire la loro personalità, bisogna insegnar loro a combattere e a vincere. E la battaglia si deve ingaggiare contro il mondo e contro i demoni interiori e bisogna, prima di tutto, vincere l'odioso "IO".
Sanno superare le prove con fermezza insegnando agli adulti che nello spirito d'infanzia è la vera forza.
Elvira è per tutti la MAESTRA e la MAMMA. Chiunque prende a frequentarla avverte subito l'autenticità della sua missione e si sente baciato in fronte da Dio, dal momento che può rifugiarsi sotto la sua ala materna. Ella è pronta ad accogliere quelli che Dio la manda, senza respingere nessuno; sa tollerare anche i duri di cuore, e i tardi di intelligenza nella speranza di un ravvedimento finale.
Ma quanto lavoro le ci vuole per plasmare le anime al bene! È un lavoro di cesello difficile e paziente, fatto con misura, gradatamente, come graduale è la penetrazione della luce divina nei cuori, secondo la capacità di intendere di ognuno. Prudente, attenta, delicata, come il medico si accosta al cuore piagato, all'anima macchiata, attende il primo cenno, il primo passo per poter poi fare insieme quelli successivi e ridestare così il desiderio della vita di grazia, il rimorso della coscienza, la paura del peccato, l'accettazione della sofferenza.
Proprio come faceva Padre Pio, ella attira dapprima le anime a se, accondiscendendo ai loro umani desideri, purché non siano peccaminosi, poi, quando vede che le anime sono forti e provate, che le sono affezionate e hanno capito di quale amore soprannaturale ella le ami, le libera dai motivi umani e interessati e le fa correre nelle vie ascensionali, di sacrificio in sacrificio, dietro il suo esempio. A questo punto non le occorrono più tante parole: un'occhiata, un sospiro, una stretta di mano le bastano per farsi capire. Accade talvolta che, stando fra le sue figliuole, alzi a un tratto gli occhi e li fissi su qualcuna con tanta piacevolezza e affabilità, che quella si sente tutta consolare e sollevare e altre volte, invece, volgendosi a un'altra, la guardi con tale severità da farla rientrare in se stessa e umiliarla profondamente, inducendola a un serio esame di coscienza.
Le sue parole non sono mai pronunciate a caso e i suoi silenzi sono più eloquenti ed ammonitori di qualsiasi discorso.
Nelle conversazioni private non solo si interessa dei bisogni dell'anima, ma anche della salute dei suoi figli, del loro benessere, della loro serenità; si informa dei loro congiunti, proprio come una mamma a cui preme sapere lo svolgimento di vita dei propri cari.
È sempre piacevole conservare con lei, perché possiede un vivace senso umoristico, un po' scanzonato e sbrigativo, che la fa uscire, non di rado, in allegre battute di spirito.
Ogni nuova vita che sboccia nel Cenacolo viene da lei consacrata, dopo il Battesimo, alla Madonna. È uno spettacolo toccante vederla protendere quella creaturina di pochi mesi verso la Madre del cielo, invocando chissà quali benedizioni su di lei, mentre commosso si eleva dai fedeli il canto dell'AVE MARIA.
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