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venerdì 23 marzo 2012

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - XXVI

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina; nell'appuntamento odierno l'attenzione è ancora incentrata su Elvira e il suo cenacolo:

CAPITOLO V
IL CENACOLO DELLA S.S. TRINITÀ

I GIOVANI

Per alcune di queste ragazze l'inserimento nel Cenacolo è avvenuto dopo una lunga maturazione. Una di loro racconta: "Quando anche per me accadde l'inevitabile e l'infanzia cominciò a lasciare il posto all’adolescenza, il mio cristianesimo divenne lentamente sempre più superficiale e la mia regolare partecipazione alle Messe domenicali assunse il carattere di una mera formalità. In un certo senso ero cristiana solo per tradizione ed anche se spesso sentivo l’esigenza di vivere il mio cattolicesimo in un modo più profondo e più coerente, non trovavo attorno a me chi mi aiutasse a farlo. Non riuscivo ad accettare le posizioni di certi gruppi che trasformavano Dio solo in un fatto politico o in un impegno sociale.

No, Dio non era questo, o per lo meno non era solo questo, ma allora chi era? Il Dio a cui donarsi, per cui sacrificarsi, il Dio d amore che avevo conosciuto ed amato durante la mia infanzia, dunque non esisteva?

Vennero le crisi esistenziali. Chi ero? Dove andavo? Perché vivevo? Giorni di dolore orgogliosamente taciuti a tutti, notti agitate di pianto in cui i peggiori pensieri mi passarono per la mente. Non ho conosciuto un momento più drammatico di quello, ma Iddio ebbe pietà di me, della mia confusione e mi venne in aiuto tramite una donna che frequentava un Gruppo di Preghiera denominato "Il Cenacolo". Per quello che questa donna mi disse, il nodo che si era formato nella mia anima si sciolse e mi ritrovai a piangere ai piedi della croce che c'è nella mia stanza, recitando il Rosario.

Nonostante questo, però, non pensavo di entrare a far parte del Cenacolo. Mi limitavo ad unirmi spiritualmente in preghiera con le anime di quelle persone che in gran parte non conoscevo, ma che ammiravo per la testimonianza di vero cristianesimo che davano con il loro esempio. Forse non volevo neppure entrare a farne parte perché, nonostante il cambia­mento che stava avvenendo in me, continuavo a sentire come molto scomodo, per la mia pigrizia e per la mia vigliaccheria, vivere con completa coerenza la vita del Cenacolo, senza so­prattutto quel rispetto umano in cui io mi crogiolavo molto comodamente; e tuttavia era proprio quella fermezza, quella chiarezza che mi attirava.

In definitiva non fui io a scegliere, ma fu il cielo a disporre una serie di coincidenze che mi convinsero ad iniziare a frequentare il Cenacolo. Ora non ci sono parole per dire quanto mi sia stato dato in serenità e pace. "

Un'altra ragazza candidamente confessa: "Io ne sapevo poco di Dio, o è più esatto dire che i divertimenti, le attrazioni, le esperienze mondane mi interessavano molto di più e cercavo in tutto e per tutto di assomigliare il più possibile alle mie compagne. Andavo la domenica alla Messa, ma con molta indifferenza e senza riflettere. Quando misi piede nel Cenacolo mi colpì subito quell’atmosfera tutta particolare, mi fece molta impressione il fervore con cui pregavano quelle persone, persone di tutte le età, molte delle quali avevano un volto da cui traspariva tanta serenità e tanta pace.

Nonostante questo la mia conversione vera non avvenne all'istante, ma gradualmente, giorno per giorno. Cominciai col sentire una certa ripugnanza per le cose che fino allora avevo fatto, per i luoghi che fino allora avevo frequentato in compagnia di tante mie amiche e a poco a poco mi misi a tralasciarli, sentendomi sempre più attratta a frequentare quelle persone, a respirare quell’aria sana di preghiere che mi dava tanta pace interiore.

Da allora sono passati cinque anni ed ora vorrei che tutti scoprissero, come me, che la vera gioia non è un tesoro da cercare nel mondo, ma è un tesoro che è dentro di noi e che solo l’unione con Dio ci aiuta a scoprire. "

Consapevoli del dono grande che hanno ricevuto con questa chiamata, le ragazze non possono non guardare indietro ai mille pericoli che si sono lasciate alle spalle e non trarre le loro conclusioni: "Se non ci fosse stata Mamma Elvira ad insegnarci questa strada, chissà dove saremmo ora! Ci saremmo sicuramente perse, come tante altre ragazze che non hanno avuto la grazia di conoscere il Cenacolo!"

Questi giovani avvertono la vastità della loro chiamata e l'importanza di restare uniti. Si è instaurato fra loro uno straordinario rapporto di affetto fraterno, di stima, di reciproco rispetto, di vicendevole aiuto. Hanno scoperto cos'è l'amicizia vera.

"Qua dove sono io - scrive da Milano una di loro - sembra un mondo diverso. C'è quasi aria di ostilità ... Prima di farti un’amica vera, ma vera sul serio, ne passa del tempo! Qua di amici veri non ce ne sono. Alla minima cosa storta ti tradiscono subito e poi, appena le acque si sono calmate, tornano a guardarti in faccia come se nulla fosse successo. Di questi cambiamenti ne ho visti molti e mi hanno fatto molto male. Quante volte ho desiderato di essere là, nel Cenacolo, in mezzo ai miei amici veri!"

Non mancano certo, per i giovani del Cenacolo, momenti di sana allegria e giornate di svago. Particolarmente gradite sono quelle dei Pellegrinaggi che cominciano con la stagione primaverile e si protraggono per tutta l'estate. Hanno come meta i celebri Santuari Mariani disseminati per l'Italia o le Basiliche romane, con particolare attenzione per la Scala Santa, o la Porziuncola e il sacro monte di "LA VERNA" È bello avere per tutta la giornata la compagnia di Mamma Elvira che ha per tutti frasi scherzose e delicate attenzioni materne. Si prega, si canta, si gioca, si torna alla sera con tanta gioia nel cuore!

Questi giovani amano molto il canto e hanno dato vita a una apprezzata "schola cantorum".

Non li abbandona un istante la protezione della Madonna alla quale, ogni anno, nel corso di una commovente e solenne cerimonia, rinnovano la loro Consacrazione lasciandole pieno diritto di disporre di loro a suo piacimento, per la maggior gloria di Dio.

Maria Santissima è là, con le braccia aperte, ad attendere quanti altri volessero affidarsi a Lei in un desiderio di elevazione e di rinnovamento. I giovani sono la pupilla dei suoi occhi e ne vuole tanti, ne vuole a schiere immense.

A voi, giovani, raccogliere questo invito materno che è anche un grido di guerra, guerra a tutto il male che c'è nel mondo, in ogni sua forma, poiché saranno i giovani, con la generosa donazione di se stessi all'Immacolata Sposa dello Spirito Santo, coloro che salveranno questa povera umanità oramai votata al suicidio. La Vergine li aspetta per essere la loro Condottiera "bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come esercito schierato".

Allora, come cantano i ragazzi del Cenacolo,

"Con l'arma potente del santo Rosario

il capo al serpente Maria schiaccerà

e il Regno di Cristo su tutta la terra cessata ogni guerra radioso verrà."

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