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venerdì 9 marzo 2012

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - XXIV

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina; nell'appuntamento odierno l'attenzione è ancora incentrata su Elvira e il suo cenacolo:

CAPITOLO V
IL CENACOLO DELLA S.S. TRINITÀ

MAMMA E MAESTRA

Elvira sente fortemente la responsabilità che hanno i genitori verso i loro figli e insegna ai giovani sposi che il loro primo dovere è quello di instillare, fin dalla prima età, nelle menti vergini dei loro bambini, le prime idee, i primi semi della fede e della pietà. E, a mano a mano che i figli crescono e si sviluppano nell'intelligenza, devono guidarli verso le verità fondamentali della Religione e incamminarli sulla via dei divini precetti, correggendoli ogni volta che ve ne sia bisogno, con fermezza e senza cedimenti. È categorica nell'affermare che, non adempiendo a questo dovere, i genitori tradiscono la loro missione e si rendono gravemente colpevoli in faccia a Dio. Poi sarà inutile piangere quando si vedranno i figli avviati verso la loro rovina...

Parole sante che tutti i genitori dovrebbero meditare in questi momenti tremendi in cui tanti di essi, stornati da mille interessi, sembrano ignorare che, se i figli prendono brutte strade, è perché non è stato spezzato loro, oltre al pane per il corpo, anche il pane spirituale dell'istruzione religiosa.

Come ogni creatura che nasce viene consacrata alla Madonna, così anche ogni fratello che parte per la casa del Padre, viene affidato alla protezione di lei.

Quando qualcuno dei suoi ammalati si approssima alla morte, Mamma Elvira legge per lui, sul suo libro degli "Ultimi Conforti" le preghiere che gli raccomandano l'anima a Dio e, prima che egli chiuda gli occhi per sempre, si porta al suo capezzale per consolarlo e ridestargli la fiducia nella Mamma del cielo che non abbandona mai i suoi figli nel punto della morte.

Particolarmente significativa è, a questo riguardo, la testimonianza di Suor Maria Tarcisia Cremonini, dell'Istituto S. Onofrio di Rimini, che morirà di cancro il 26 settembre del 1975.

Ne riportiamo solo una parte: "Voglio dire che sono molto grata alla Madonna di aver conosciuto il Cenacolo. Così l'ho conosciuto: ho visto queste care creature venire nella nostra Chiesa e pregare con tanta devozione. Mi attirarono tanto; sentii proprio che cera Dio in loro. Mi avvicinai e chiesi loro di pregare con me per ottenermi rassegnazione nella malattia e abbandono alla volontà di Dio.

Io ero già molto malata, facevo fatica a camminare, mi trascinavo, però sentivo il desiderio di andare a pregare con loro e un giorno andai in casa della signora Elvira. Non mi ricordo quante altre volte vi potei andare, purtroppo non molte. Ne tanto felice. Poi andai al Cenacolo e ne fui tanto felice. Ora io chiedo alla Madonna che, nella sua infinita bontà, ascolti le preghiere che si fanno per me nel Cenacolo, perché io possa ottenere un perfetto abbandono.

Mero messa a dire: `Madonnina, fa presto, vieni a prendermi! E forse era viltà. Non cera solo il desiderio di andare ad immergermi in Dio Trinità, di vedere Gesù Redentore nel suo splendore e nella sua gloria, Maria nella sua bellezza e nella sua grandezza... C’era anche la stanchezza del patire. Ma ora ho promesso: non farò più fretta. Il più completo abbandono! Però, miei cari fratelli e sorelle del Cenacolo, aiutatemi voi! E quando saprete che sarà l ora, il minuto (e spero che sarà così, nel mio letto) venite a pregare, a dire il Rosario.

Avevo osato desiderare, non so perché, che il mio funerale fosse fatto di mattina presto, quando tutti dormono, coi Sacerdoti, con poche Suore, ma se questo non mi è concesso sia fatta la volontà di Dio. Però io desidero tanto il Cenacolo dietro, vicino alla mia bara, a dire il Rosario! Che accanto alla mia bara non si dicano parole inutili ... Recitate il Rosario, il Rosario, il Rosario in continuazione. E si dia a Maria, si offra a Maria, Mediatrice Universale, non solo a mio suffragio, che ne avrò bisogno, ma perché distribuisca Lei, come crede bene Lei, per il bene di tutti.

Ecco, io vi ringrazio molto, miei cari fratelli e sorelle del Cenacolo e vi amo tanto e se la Madonna, nella sua infinita bontà, mi accoglie tra le sue braccia (e io lo spero.) le chiederò

di venire con voi al Cenacolo, anche se invisibile e silenziosa. Io credo con tutta l’ anima alla Comunione dei Santi, questa ricchezza infinita che è Gesù Salvatore, Maria Corredentrice del genere umano e Mediatrice Universale e tutto il bene dei buoni, tutto il bene che è una ricchezza infinita! Quando la vedremo in cielo la Comunione dei Santi, che meraviglie vedremo! Ci siete anche voi, miei cari del Cenacolo benedetto, in questa Comunione dei Santi, con tutte le vostre preghiere di cui sento un bene grande. Ve ne sono grata e ve lo ricambierò con tutta l’anima. Adesso come so e posso, dopo... dopo... attingendo alla materna bontà di Maria, Attingendo ... attingendo...

Sono grata alla Madonna di tutto, non si ama mai la Madonna abbastanza. Mai la si ringrazia abbastanza! Dobbiamo aver fiducia nella sua mediazione Universale! Ci vedremo in Paradiso per la sua materna bontà. Oh, bello! Ci vedremo in Paradiso per la sua materna bontà. »

Naturalmente Suor Tarcisia è viva nel cuore di Mamma Elvira, come lo sono tutti i defunti del Cenacolo. Di tutti ella ha segnato la data di morte nel suo vecchio libro di meditazioni quotidiane e quel giorno non manca di pregare per loro. Ogni tanto fa celebrare una Messa per qualcuno di essi. Li ricorda spesso teneramente.

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