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domenica 8 maggio 2011

Qual è il tuo Emmaus?


III domenica di Pasqua
( Lc 24,13-35) 
 
Emmaus. Prima apparizione di Gesù risorto, raccontata da Luca. I quattro evangelisti ci parlano di una decina di apparizioni pasquali di Gesù e questa è la prima trasmessaci da Luca.

• Prima liturgia

Ed è anche la prima liturgia in assoluto: infatti ci sono i fedeli (i discepoli di Emmaus), la spiegazione delle Scritture fatta dal Signore Gesù in persona, lo spezzare del pane, la benedizione e il cuore ardente alla fine della liturgia. Fino ad allora, del Signore risorto, c’era stata solo una prova in negativo = il sepolcro vuoto, ma Lui in persona, vivo e vero, nessuno l’aveva ancora visto. L’esperienza positiva dell’incontro non era ancora avvenuta. Oltretutto le prime testimoni del sepolcro vuoto erano state delle donne che avevano avuto anche una visione di angeli (:”Alcune donne, delle nostre ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo”) e, si sa, alle donne e agli angeli non tutti ci credono! Nel mondo giudaico -questo è risaputo- la testimonianza delle donne, non aveva alcun valore ufficiale (quella degli angeli non so), ma ne aveva per Gesù che, assolutamente libero dai condizionamenti socio-culturali dell’epoca, scelse di apparire per primo a Maria Maddalena e non –come suggerirebbe la logica umana, soprattutto quella del tempo– a qualche apostolo.

• Primo corso di Cristologia…

E’ dunque il primo giorno della vita gloriosa di Gesù sulla Terra che, anche da risorto, si fa pellegrino e viandante che viene ad incrociare le strade dei discepoli scoraggiati e sfiduciati. Talmente sfiduciati che non alzano nemmeno lo sguardo, e così non lo riconoscono, ma poco a poco, ascoltando la Sua voce, il loro cuore diventa incandescente. E Lui continua a camminare con loro tutto il giorno, fino a sera: non si limita a fare solo un breve tratto di strada e non si accontenta di dar loro solo poche spiegazioni sui fatti accaduti di recente, ma “ cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro, in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui”. Un vero e proprio corso accelerato di Cristologia, il primo in assoluto, fatto dal Maestro in persona. Peccato che quei discepoli non abbiano pensato di metterlo per scritto! Che tesoro prezioso avremmo, se l’avessero fatto!
E dopo aver spiegato e camminato tutto il giorno con loro, sul far della sera i due discepoli lo invitarono a fermarsi ancora: ”Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino”. Ma non l’avevano ancora riconosciuto. Solo quando fu a tavola e spezzò il pane. Lo riconobbero. Come prima, durante tutto il viaggio, aveva spezzato loro il pane della parola, ora benedice e spezza il pane –prefigurazione dell’Eucarestia– cibo di vita. E i due discepoli, dopo averlo riconosciuto, scoprono di colpo, di avere il cuore incandescente. E partono senza indugio a Gerusalemme ad annunciare la buona novella.

• Perché non lo riconoscono?

Questa volta non c’è più soltanto il sepolcro vuoto, ma c’è la consistenza corporea che rivela che Gesù è vivo e vero. Ma perché non l’hanno riconosciuto subito? Perché lo credevano lontano, fuori dal loro orizzonte e dalla loro vita. Quand’è che noi non riconosciamo i passi e la presenza del Signore nella nostra vita? Quando siamo convinti che sia lontano, che non si occupi di noi, che non si interessi alla nostra vita. Allora anche noi come i discepoli di Emmaus diventiamo tristi, sfiduciati e scoraggiati. Eppure, se ci pensiamo bene, quante volte anche noi l’abbiamo incontrato, ma solo dopo l’abbiamo riconosciuto. Quanti luoghi dell’incontro –altrettanti Emmaus– che tutti potremmo enumerare, dove Lui ha attraversato la nostra vita, ha incrociato i nostri passi e ci ha rivelato il senso del nostro andare e del nostro cercare. E ci dà nuovo coraggio per riprendere il cammino. E OGNI GIORNO C’E’ UN LUOGO DELL’INCONTRO dove Lui ci aspetta per rivelarci il suo progetto e rinnovare i prodigi del Suo Amore per ognuno di noi: tocca a noi riconoscerLo e scoprire la fiamma che aveva già acceso nel nostro cuore.

Wilma Chasseur

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