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domenica 18 aprile 2010

Servire è regnare

III Domenica di Pasqua

Terza apparizione di Gesù risorto. L'oltraggiato, l'umiliato della Croce, il “reietto dagli uomini come uno davanti al quale ci si copre la faccia” è ora il glorificato, l'esaltato da DIO e dagli uomini. Lui, il prigioniero della morte è ora il Signore della vita; Colui che entra a porte chiuse, appare, scompare sfidando ogni legge della materia e ogni barriera invalicabile di muri e porte chiuse; eliminando distanze infinite tra al di là e al di qua, unificando tempi e luoghi in un solo punto: quello della Sua presenza gloriosa.

• 1/ Gli apostoli tornano a pescare…
Per gli apostoli - i sette che decisero di andare con Pietro a pescare - quello era un giorno come tanti altri, con le stesse occupazioni ordinarie di sempre, nel luogo delle solite vicende quotidiane: il lago di Tiberiade.
E Gesù li raggiunge lì, dopo una lunga e faticosa notte in cui sono falliti tutti i tentativi di pesca fruttuosa, notte di pesca, ma ancor più notte di speranza, di smarrimento, di assenza del Maestro.
E’ allora che Gesù si presenta alla riva per salvarli dal naufragio della speranza. E si presenta alla nostra riva, a noi discepoli di oggi, per salvarci dalla nostra lunga e faticosa notte. E si presenta all'alba per salvarci dallo smarrimento della Sua assenza, e inondare con la sua luce, ogni ombra del nostro cuore ridandoci la certezza della sua presenza.
E’ Lui che si presenta per primo (“non voi avete scelto Me, ma io ho scelto voi”), che si fa vedere, toccare, come per assicurare che è ben vivo, anzi è il vivente. “E’ un irrompere di Lui come avviene in ogni chiamata, in ogni conversione. Non siamo noi a raggiungere Lui; è sempre Lui che raggiunge noi” (Bruno Forte).

• 2/ E noi non sappiamo che pesci pigliare…
“Figlioli non avete nulla da mangiare? Gettate la rete a destra...” I pescatori di mestiere sanno bene che non è l’alba il momento in cui i pesci abboccano; se non hanno preso niente durante la notte, inutile tentare ancora. Ma se è LUI che lo dice, allora sì che bisogna gettare le reti! Sulla sua parola e SOLO sulla sua parola! Senza Gesù il fallimento è completo, ma con LUI, il Maestro dell’impossibile, l’impensabile diventa possibile. Prima ci vuole però il fallimento affinché capiamo che tutto possiamo se c’è Lui sulla nostra riva, e niente possiamo se Lui non c’è. Solo allora non corriamo più il rischio di attribuire a noi stessi un merito che è solo Suo. Anche per noi come per Pietro, ci vuole il gallo del fallimento che canti, per ricordarci che è in Lui che dobbiamo riporre tutta la nostra fiducia e non nelle nostre misere forze e capacità.
“Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro “E’ il Signore”. Ecco la seconda tappa di ogni apparizione pasquale: dopo averlo incontrato LO RICONOSCONO. Si riconosce COLUI che si ama. E più lo si ama, più lo si riconosce. Infatti il primo a riconoscerlo è stato Giovanni, il discepolo prediletto. “Ma nessuno osava chiedergli chi sei?”. Gli Apostoli sentono bene che il loro Maestro non è più soltanto l’Uomo di Galilea che camminava con loro sulle strade di Palestina e sulle strade di ogni uomo alla ricerca della verità, ma è il Figlio del Dio Altissimo, il Signore della vita, “L’Agnello immolato che siede sul trono, coronato di potenza, sapienza, forza, onore, gloria e benedizione” indescrivibili.

• 3/ Ma Gesù prepara da mangiare…
Ma Gesù li stupisce ancora una volta con le infinite delicatezze del suo Cuore:” Figlioli, venite a mangiare, e videro un fuoco di brace con sopra del pesce e del pane”. Gesù ha preparato loro da mangiare! Ancora una volta si fa servo di tutti! Non è più il servo sofferente, ma anche nella gloria continua a servire. “Servire è regnare” diceva sant’Ireneo di Lione.
Il Signore Gesù si è fatto servo perché noi potessimo diventare dei re; da deformi quali eravamo per i nostri peccati, ci ha resi deiformi con le sue piaghe gloriosissime. Quale inno di ringraziamento potrà cantare la sua misericordia infinita? Continua a darci il Tuo pane di vita Signore e il vino della speranza, affinché possiamo continuare a percorrere l'erta salita che conduce fino a Te.

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Hola Wilma:

Molto bella la terza apparizione del nostro Re. Grazie per questo modo semplice e molto efficace con qui ai esposto la parola del Vangelo.
In questa terza apparizione mi commuove molto quando Gesù chiede a Simon Pietro per tre volte "Mi ami tu ?" . Egli che lo aveva negato per tre volte , per tre volte li conferma (in un atto riparato rio ) il suo amore.
L'amore che ci insegna Gesù è sempre un atto profondissimo di riparazione ...Non esiste nessuno che io ami di più di quanto amo Lui Dio, ma credo che il mio cuore ama così poco...Grazie Wilma
Saludo yanisa

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