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domenica 27 febbraio 2011

Dio pensa a noi


VIII domenica Tempo Ordinario (Is 49, 14-15; 1 Cor 4, 1-5; Mt 6, 24-34) 

Tema dominante di questa domenica: Dio non ci abbandona, né si dimentica di noi. La prima lettura del profeta Isaia ci dà addirittura un dato… autobiografico di Dio: ci tiene talmente a noi che se anche una madre può dimenticarsi di suo figlio “ io invece non ti dimenticherò mai!” .

• 1/ Dio dimenticarci? Impossibile!

Impossibile che ci dimentichi perché ci ha addirittura scritti, a mò di promemoria, sul palmo delle sue mani (è sempre Isaia che ci dà questi dati… autobiografici di Dio: è stato certamente uno dei suoi primi segretari). E Gesù che è il Figlio e quindi del Padre ne sa molto di più dei suoi vari segretari, ci dice addirittura che Egli ha scritto tutti i nostri nomi in un grande libro nei cieli: “Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. Altro che dimenticarci: scrive e riscrive i nostri nomi: sette miliardi nel duemila e chissà quanti nei secoli passati! Ma vi rendete conto: i nostri nomi scritti addirittura in cielo! Vi rendete conto di quale onorificenza siamo insigniti! Come diceva don Divo Barsotti. ”Io, al mattino quando mi sveglio, sono già più che Papa (con il massimo rispetto per il Papa, “dolce Cristo in terra”), perché posso parlare con Dio stesso”.

• 2/ Pensate a volare… 

Il Vangelo ribadisce e rafforza questo concetto: se c’è già Dio che pensa a voi, ma perché ci pensate così tanto voi stessi?! Guardate gli uccelli del cielo, non pensano che a volare eppure ricevono regolarmente le loro briciole quotidiane. “Non valete forse più di molti passeri?” Pensate anche voi a volare alto, a cercare le cose di lassù, e riceverete anche tutte quelle di quaggiù. Mentre se cercate quelle di quaggiù, non avrete né le une né le altre. Se volete ottenere quel che chiedete (=le cose di quaggiù, cioè salute, casa, lavoro, ecc.) dovete cercare altro e le otterrete quando non le chiederete più. “Cercate anzitutto il regno di Dio e il resto vi sarà dato in aggiunta”. Occupati di me, mi occuperò di te” diceva Gesù a santa Caterina da Siena. E nel Vangelo ci ribadisce che non dobbiamo pre-occuparci! Occuparsi è una cosa, preoccuparsi è un’altra! Occuparsi è doveroso, preoccuparsi è dannoso! Pensiamo un po’ di meno fratelli e voliamo un po’ di più…

• 3/ Non pensate al domani: basta l’oggi!

Non preoccupiamoci del domani perché basta e avanza il peso di oggi! Se ci carichiamo anche di quello del domani, crolliamo al primo colpo. E in più siamo pagani, perché di queste cose si preoccupano i pagani, non i figli del Padre celeste. “Guardate i gigli del campo” filano e cuciono forse il loro vestito? Eppure chi è più elegante di uno solo di loro? Non ho mai visto tanta eleganza e tanta finezza come nel loro abito. Io non me ne intendo di sfilate di moda, ma penso che se sfilasse un giglio, farebbe indietreggiare tutti quanti!
A questo punto andatevi a rileggere il Vangelo di questa domenica e vedrete che la soluzione al troppo preoccuparsi è una sola: l’abbandono in Dio che non ci abbandona mai, siamo noi che facciamo una gran fatica ad abbandonarci totalmente a Lui. A lasciargli il volante della nostra vita. Questo sarebbe l’unico modo per sfuggire al timore del domani che ci attanaglia, come dice questa preghiera di Don Dolindo Ruotolo, ispiratagli da Gesù stesso:
“Perché vi confondete agitandovi? Lasciate a Me la cura delle vostre cose e tutto si calmerà.
Vi dico in verità che ogni atto di vero, cieco, completo abbandono in Me, produce l'effetto che desiderate e risolve le situazioni spinose. Abbandonarsi a Me non significa arrovellarsi, sconvolgersi e disperarsi, rivolgendomi poi una preghiera agitata (…). Abbandonarsi significa chiudere placidamente gli occhi dell'anima, stornare il pensiero dalla tribolazione e rimettersi a Me perché io solo vi faccia trovare, come bimbi addormentati nelle braccia materne, all'altra riva.”

Wilma Chasseur

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