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domenica 13 febbraio 2011

Dove sta la vera libertà?


VI domenica tempo ordinario
 
Il tema conduttore delle letture di oggi è la sapienza. La prima lettura è tratta da un libro sapienziale, il Siracide, che ci dice “Grande è la sapienza del Signore forte e potente, egli vede ogni cosa”; mentre l’uomo, che ha davanti a sé due vie, quella del bene e quella del male, se sceglie la prima è sapiente, ma se sceglie la seconda, diventa stolto, per cui se in DIO c’è solo sapienza nell’uomo c’è un miscuglio di sapienza e di stoltezza. La facoltà che gli fa esercitare ora l’una ora l’altra, è quella tremenda prerogativa di cui Dio l’ha dotato e che si chiama libertà.

• 1) Famigerata eredità! 


Noi ce la prendiamo tanto con la nostra condizione di peccatori in cui è così difficile scegliere sempre e solo il bene e scarichiamo tutte le colpe sul famigerato peccato originale commesso dai nostri progenitori! E quello sarebbe ancora niente se non ce l’avessero lasciato in eredità! Ma dovevano proprio lasciarci quell’eredità che ci ha resi così deboli, così fragili, insomma ci ha resi così peccatori?! Ma vi siete mai fatti questa domanda: Adamo ed Eva avevano sì o no il peccato originale? Non ce l’avevano per niente eppure hanno peccato lo stesso; non si trovavano nella fragilità della condizione umana in cui ci troviamo noi, soggetta a concupiscenza, ignoranza, fragilità fisiche, psicologiche e morali, e chi più ne ha più ne metta, eppure hanno peccato lo stesso! Allora? Quale fu la causa? Cos’avevano di così tremendo? Avevano la libertà, che in quel frangente (e in ogni altro frangente nostro che ci porta a peccare) si è tramutata in una colossale fregatura.

• 2) Arma sinistra…

La libertà è un’arma a doppio taglio: è sinistra e ci fa cadere e ci fa male se la usiamo dalla parte… sinistra, ma se la usiamo dalla parte destra, rimaniamo alla destra di Dio, cioè nel bene. C’è poi quell’altro, il nemico del genere umano che non va mai in vacanza, né in pensione, che la pungola continuamente questa nostra libertà, dalla parte sinistra, per farci cadere e renderci come lui. Quello, dall’inizio dei tempi, è condannato a strisciare e non sopporta di vedere qualcuno in piedi: fa di tutto e non si dà pace finché non l’ha fatto cadere e l’ha reso così a sua immagine: strisciante. Ecco in cosa ci trasforma il peccato, in esseri striscianti. Quindi chiediamo quella sapienza che non è di questo mondo, come dice la prima ai Corinzi della seconda lettura, per usare sempre la nostra libertà per osservare la legge di Dio, argomento del Vangelo di oggi. Gesù ribadisce che non è venuto ad abolire la legge, ma a portarla a compimento e cita alcuni comandamenti che iniziano col “non”. Alcuni esegeti sostengono che la traslitterazione esatta dei comandamenti sarebbe questa: se osservi i primi tre che sono positivi (non iniziano col “non”) e riguardano Dio, automaticamente osserverai tutti gli altri e cioè: non ruberai, non mentirai ecc. ecc. perché avendo Dio nel cuore, non farai nessun male al tuo prossimo, anzi lo amerai come te stesso.

• 3) Ma io vi dico…cosa?

Quindi quelle famose parole “Ma io vi dico”, non vanno interpretate come abolizione dell’antica legge per proporne una nuova, ma come il pieno compimento dell’antica che è sempre nuova se osservata “nello spirito”. Noi siamo chiamati a vivere nella sovrana libertà dello spirito, non nella libertà della carne, cioè “faccio ciò che mi pare e piace”, considerando questo grande libertà: questa è somma schiavitù che crea dipendenze a non finire (dal fumo, dalla droga ecc. ecc.), solo la vita nella VERITA’ DELLO SPIRITO CI RENDE LIBERI.

Wilma CHASSEUR

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