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venerdì 30 settembre 2011

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - IV

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina. Vediamo i momenti che hanno preceduto l'incontro e quelli dell'incontro stesso con il Santo frate che diventerà in seguito suo padre spirituale:


L'INCONTRO CON PADRE PIO


Preoccupata per l'età avanzata di Padre Antonio, che da anni era il suo Direttore Spirituale, un giorno Elvira osò manifestargli il timore di rimanere senza sostegno morale dopo la sua morte:

"Come farò, Padre, quando Lei non ci sarà più?"

"Non temere, avrai per confessore un Santo" la confortò lui e le parlò di Padre Pio da Pietralcina che Elvira non aveva mai sentito nominare.

Quando Padre Antonio morì, Elvira lo sognò, una not­te, in compagnia di un frate che lei non conosceva, poi, recatasi qualche giorno dopo in casa di una signora, rivide quel frate del sogno in un portaritratti posato su un tavolo. La signora le disse che era Padre Pio, il famoso Cappuccino del Gargano, e le diede da leggere la biografia di lui scritta da Del Fante. Da quel momento Elvira sentì un gran biso­gno di andare personalmente a conoscere quel frate su cui aveva udito già tante meraviglie e si diede a cercare una persona che l'accompagnasse. Trovò subito disposta Anita Zanotti, un'anima bella che si trasferirà poi a vivere a S. Giovanni Rotondo.

Questo viaggio però non era tanto semplice come sem­brava, perché subito Elvira si trovò davanti un muro invalicabile: l'opposizione dell'autorità ecclesiastica. In se­guito alla campagna diffamatoria suscitata contro Padre Pio, nel 1924 era venuto ai fedeli, da parte del Santo Uffizio, questo severo monito:

"...ritiene suo dovere esortare i fedeli affinchè si astengano dall’andare a visitare, devotionis causa, Padre Pio e dall'intrat­tenere con lui qualsiasi relazione, anche epistolare".

Era un'esortazione che aveva il tono di una condanna. Nel luglio del 1933 i decreti del Sant'Uffizio venivano revocati e successivamente restituita a Padre Pio la piena libertà del suo ministero sacerdotale. Questa ritrattazione risaliva ad appena un anno addietro ed Elvira, come mem­bro dell'Azione Cattolica, si era creduta in dovere, volendo andare a conoscere Padre Pio, di chiedere prima un regolare permesso. Nessun sacerdote della Diocesi, però, aveva volu­to accordarglielo e nemmeno il Vescovo. Sarà solo il consen­so datole da un sacerdote forestiero, venuto a predicare in Duomo, che le metterà la coscienza in pace. Così, chiamata la madre, perché si prendesse cura dei figli ancora piccoli, cominciò i preparativi per la partenza. Era il 1934.

È proprio il caso di pensare che il diavolo si fosse messo in agitazione per la prospettiva di quell'incontro che gli doveva fruttare una così lunga serie di sconfitte e che si fosse messo a tormentare Elvira, facendole venire mille dubbi, nel tentativo di toglierle quell'idea dalla testa. Senza ragione infatti, Elvira cominciò a dibattersi nell'incertezza. Non vedeva più l'opportunità di quel viaggio e tornò da Anita a dirle che non aveva più intenzione di partire. (Avrebbero dovuto prendere il treno la mattina dopo).

"Ebbene, non fa nulla - disse l'amica - Andremo un ‘altra volta"

Elvira però non aveva pace e mentre tornava a casa, passan­do davanti alla Chiesa di Santa Chiara, dove si venera l'immagine della Madonna della Misericordia, fu costretta a fermarsi. La porta era chiusa, perchè erano le 9 di sera, ma lei si inginocchiò sul gradino esterno e, piena d'angoscia, pregò la Madonna che la illuminasse.

A casa la prima spinta a partire le venne dalla madre, la quale protestò che non avrebbe potuto, un'altra volta, pre­disporre le cose in modo da prestarle il suo aiuto, presa com'era anche lei, dalle cure dei propri figliuoli. Che fare? Elvira si tormentava nell'indecisione. Era seduta sul letto, ma qualcosa la tratteneva dallo spogliarsi e mettersi a dor­mire. Chiedeva angosciosamente a Padre Pio un segno... un segno che la convincesse a partire. Ed ecco che, all'im­provviso, vide davanti a se Padre Pio in persona che, senza dire una parola, le porgeva le stigmate da baciare.

La mattina dopo corse a casa dell'amica a dirle che era risoluta a partire e quella sera stessa presero il treno per le Puglie. Viaggiarono tutta la notte e al mattino si fermarono a Lucera per salutare il Carmelitano Padre Antonio Maria Rossi, che era un'anima bella molto vicina a Padre Pio, e per assistere alla sua Messa. Si trattennero con lui fino all'ora di pranzo, quindi proseguirono per S. Giovanni Rotondo, dove arrivarono verso le 5 del pomeriggio.

Fissarono l'alloggio in paese e poi si avviarono su per la mulattiera che portava al Convento. Fuori della Chiesa videro Pietruccio, che allora era un bambino, e lo inviarono come messaggero da Padre Pio per annunziargli che erano arrivate due pellegrine da Rimini. Per tutta risposta si sen­tirono riferire che tornassero giù in paese immediatamente. Obbedirono senza chiedere il perché e, quando furono quasi arrivate, scoppiò un temporale da far paura, senza che nulla prima lo avesse fatto presagire.

Acqua a catinelle, fragore di tuoni, fulmini, buio pesto... (Sarebbe azzardato pensare che fosse il demonio a sfogare così il suo livore infernale?)

La mattina dopo Elvira potè incontrarsi col Padre e da quell'incontro doveva aver inizio il suo Grande Apostolato.

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