XVII Domenica del tempo ordinario
(Mt 13,44-52)
Il tema dominante del Vangelo di oggi è ancora quello del regno dei cieli che “è simile a un tesoro nascosto in un campo e a una perla preziosa: l’uomo e il mercante che li trovano, vendono tutti i loro averi per comprarli.
• Perché vendono tutto?
Ma perché vendono tutto? Perché hanno scoperto il “di più”, e hanno scoperto che tutti i loro beni in confronto non valgono niente. Il tesoro nascosto e la perla preziosa, fanno loro scoprire che tutto ciò a cui prima erano attaccati, ora, in confronto, ha solo più sapore di cenere. O, per dirla con san Paolo, è come spazzatura, rispetto al vero bene che è il regno dei cieli.
Ma che cos’è questo “di più”? O meglio: CHI e’? E’ quel Qualcuno che abita dentro di noi e che non siamo noi, e non sono neanche tutte quelle cose a cui siamo visceralmente attaccati e ci sembrano indispensabili per essere felici.
Oggettivamente parlando, il di più è DIO. Egli è il “di più” in quanto a essere (solo Lui è l’essere), in quanto ad amore, in quanto a bene e così per tutti gli attributi.
• Testa da revisionare…
Solo che oggi, abbiamo un’intelligenza malata, che tende a credere che il criterio di verità sia soggettivo: se a uno per esempio piace l’odore e il gusto di pesce avariato, quello è un bene, perché a lui piace così! Invece quello è e rimane un male, perché il pesce avariato ha odore e gusto sgradevole! Semmai sarà la testa di quel tale che va revisionata, perché non è più in grado di percepire l’esattezza degli odori e dei sapori.
Quindi la verità soggettiva, non è una vera e propria verità, ma piuttosto un’opinione che può andare bene per uno, ma può anche non essere condivisa da un altro. Mentre la verità oggettiva, non può non essere condivisa da tutti, perché è vera per tutti. Ed è l’unica che ci vede tutti d’accordo. Per esempio nessuno dirà che la neve non è bianca e non è fredda, perché è effettivamente così.
Ora la verità oggettiva (uguale per tutti) per eccellenza è DIO. Ed è anche il di più per eccellenza.
Egli è l’essere supremamente sapiente, intelligente, onnipotente, amorevole ecc. che ci sia. E nella misura in cui uno fa esperienza di questo “di più”, è chiaro che, per una retta gerarchia dei valori, dà l’importanza più grande a questo di più e vende tutto il resto.
• …e anche il cuore
Ma se si continua a dare la massima importanza al “di meno” che sono i beni perituri, e rimanervi avvinghiati come l’edera al tronco, è chiaro che non si farà mai l’esperienza del di più per il semplice fatto che non interessa e non lo si va a cercare. E allora non siamo neanche nella giusta gerarchia dei valori perché diamo l’importanza più grande a ciò che oggettivamente non ce l’ha.
Ecco perché abbiamo un’intelligenza e un cuore malati. Siamo tutti malati di cuore e di testa = non sappiamo più riconoscere il vero bene e preferirlo a tutti gli altri. Il cuore non sa più –o non vuole più– mettere DIO al primo posto. Gli riserviamo un angolino, o qualche briciola di tempo quando non abbiamo nient’altro da fare. E tutto finisce lì! Ecco perché pure il cuore è da revisionare…
Altro che vendere tutto!… Continuiamo a rimanere dei grandi incompetenti per quanto riguarda il regno di lassù, mentre accumuliamo competenze su competenze e specializzazioni su specializzazioni per tutto ciò che riguarda il regno di quaggiù…
Ed è chiaro che così, non sappiamo gestire bene neanche i beni di quaggiù e neppure noi stessi perché finché non diamo a Dio il primo posto, restiamo nello squilibrio e gli altri beni minori rischiano di darci alla testa. Ma quando avremo messo Dio al primo posto, il rapporto con le cose e con le creature andrà automaticamente a posto da sé, perché le considereremo come un mezzo e non come un fine e saremo finalmente padroni di noi stessi perché finalmente sganciati dalla schiavitù delle cose e dell’avere. E saremo pronti per sperimentare e gustare quel regno dei cieli che è già dentro di noi.
Wilma Chasseur
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