( LC 1,26-38)
4^ Domenica d’Avvento
4^ Domenica d’Avvento
In Avvento, ci sono tre personaggi tipici che ci aiutano a preparare la venuta del Signore: ISAIA, il profeta lontano, vissuto circa 7 secoli prima del Messia, che lo annuncia da molto lontano; GIOVANNI BATTISTA, il profeta vicino, che lo indica come già presente e MARIA che non lo annuncia per niente, né lo indica, ma lo porta addirittura in grembo…
Il Vangelo dell’Annunciazione ci parla di Colei che diventerà la Madre per eccellenza, totalmente madre perché totalmente vergine; madre dell’intera umanità perché è appartenuta tutta intera all’Altissimo Signore e a Lui solo.
Il tempo d’Avvento è un tempo particolarmente adatto per ricordare la tutta pura, l’Immacolata, lo splendore di grazia, la primogenita della redenzione, come Cristo fu il primogenito della nuova umanità. La fede di Maria è fede in una promessa umanamente irrealizzabile. E’ fede nel miracolo, fede in Dio solo, perché la parola di Dio è parola di Dio: non può non essere vera e non realizzarsi prima o poi. Maria è una vera discendente di Abramo: entrambi trovarono grazia presso Dio; entrambi furono lodati per la loro fede in una promessa umanamente irrealizzabile senza chiedere garanzie. E Maria avrebbe avuto motivi più che legittimi di chiederne per poi rifuggire da quella tremenda prova che, ai piedi della Croce, le trapasserà l’anima. Ma non lo fece.
• Quanti “no” insensati abbiamo detto?
Quante volte, noi invece, siamo tentati di trovare motivi legittimi, sensati, ragionevoli per eludere alcune richieste del Signore su pretesto che quel che ci chiede è umanamente impossibile, è pura follia agli occhi del mondo, non rientra negli schemi del “politicamente corretto” ecc. Quanti motivi legittimi e sensati per dire “no”. Ma sarebbero dei “no” insensati. Se Maria avesse fatto così, non avremmo avuto il Salvatore del mondo.
Chiediamo la grazia alla Madonna di capire che la fede è salto nel vuoto, è dire “sì” quando questo “sì” sembra irragionevole, irrealizzabile, insensato. E’ andare al di là delle nostre piccole vedute, sapendo che la fede non è mai contro la ragione, ma oltre la ragione. E solo allora, dopo il salto nel vuoto, conosceremo veramente Dio. Il Dio vivo e vero e non l’idea che ci eravamo fatti di Lui.
• Le quattro candele
Quattro candele bruciavano lentamente e silenziosamente, sull’altare. Il silenzio era tale che si poteva udire la conversazione delle quattro fiammelle. La prima disse: “Io sono la candela della pace, ma nel mondo ci sono guerre, divisioni, rivalità anche tra amici e parenti e nessuno viene più a cercarmi”. E si spense. La seconda candela disse: “ Io sono la candela della fede, ma tutti vogliono solo sempre vedere e toccare e mai credere, così nessuno viene più a cercarmi”. E si spense. La terza candela disse: “Io sono la candela della gioia, ma nel mondo c’è tanto pessimismo, scoraggiamento e tristezza e nessuno viene più a cercarmi”. E si spense. In quel momento arrivò un bambino che, vedendo le tre candele spente, si mise a piangere e disse: “ Ma perché vi siete spente, è troppo buio così!”. Allora prese la parola la quarta candela e disse: “ Non temere bimbo mio, finché la mia fiammella rimane accesa niente è perduto perché con quella possiamo accendere tutte le altre. Sai chi sono io? Sono la candela della speranza”.
Ecco cos’è il tempo d’Avvento: tempo di speranza! Chiediamo a Maria “zolla innocente, aiuola fiorita e profumata nell’immensa palude dell’umanità” (Paolo VI) di ravvivare la nostra speranza, affinché la nostra anima non si spenga.
Wilma Chasseur
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