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sabato 24 dicembre 2011

Omelia del giovane Karol in un Paese a lungo senza tetto per Gesù

Carissimi, nel giorno della Vigilia di Natale, non potevamo non dar voce a chi ci ha guidato come Papa fino all'ultimo respiro e cioè il Beato Giovanni Paolo II: quella che segue è un'omelia pronunciata dal giovane Karol, quando ancora era un cardinale. La peculiarità sta nel fatto che la Messa fu celebrata sotto le stelle poiché il regime comunista aveva vietato la presenza di chiese. E' quindi un'omelia che assume molteplici significati e che proviene dal cuore di un uomo che ha davvero conosciuto la miseria umana:

Oggi a mezzanotte tutta la Chiesa nel mondo intero – su tutta la faccia della terra – dà di nuovo il benvenuto al salvatore del mondo, che è nato a Betlemme. Lo saluta il Santo Padre celebrando a quest’ora la messa di mezzanotte nella basilica di San Pietro. Lo salutano i vescovi in tutti i Paesi su ogni continente del mondo. Lo saluta la Chiesa di Cracovia qui a Nowa Huta.

Da diversi anni si è consolidata una tradizione che, non nella cattedrale di Wawel, ma proprio qui, a Nowa Huta, il vescovo della Chiesa di Cracovia viene per vivere la notte di Natale e celebrare la messa di mezzanotte assieme alla comunità cattolica di questa nuova città, la nuova Cracovia. Per diversi anni ho celebrato la messa di mezzanotte nella parrocchia di Nowa Huta-Bienczyce, finché non è iniziata la costruzione della chiesa.

Quando ormai quella chiesa ha iniziato a prendere forma, ci siamo spostati con la messa di mezzanotte qui, a Mistrzejowice e la celebriamo – come ricordate – così come due anni fa in questo luogo, in cui ha preso inizio la vostra nuova comunità parrocchiale. L’anno scorso ho celebrato a Wzgórza Krzeslawickie e anche oggi mi sono recato là per salutare quei parrocchiani. Invece qui sono venuto per celebrare la messa di mezzanotte a Mistrzejowice, in un nuovo luogo, in questa nuova situazione, per dare il benvenuto al Signore Gesù, in mezzo al popolo di Dio nella parrocchia di Mistrzejowice, come lo accolsero nella notte di Betlemme gli angeli, che svegliarono i pastori, i quali accolsero la Buona Novella.

Questi si recarono al luogo indicato e trovarono in una stalla, ovvero in una grotta, ciò che gli avevano annunciato gli angeli: trovarono un bambino nato, fra le braccia della madre e di san Giuseppe, protettore di questo mistero della nascita di Gesù. Cari fratelli e sorelle! Tutti noi siamo i seguaci di quei pastori. Tutti noi questa notte sentiamo la stessa Buona Novella. E non ci dispiace dedicare il tempo, le ore, anche se non sono molto comode queste assemblee sotto il cielo aperto. Arriviamo alla nostra Betlemme, per trovare qui il Signore Gesù. Ed ecco, lo troviamo.

Lo troviamo con gli occhi della fede, vediamo come nasce sull’altare nel mistero della nascita eucaristica che rinnova il Natale. E lo vediamo così come nasce nell’Eucaristia, nasce anche nelle nostre anime. Il Natale è per ogni uomo; Dio nasce come uomo, affinché in ogni corpo umano nasca Dio e ogni uomo possa condurre una vita divina; conducendo la vita con Dio, possa rinascere ogni anno, finché nasce per l’eternità, quando finisce questa vita sulla terra. Ecco il mistero di Natale: così lo accogliamo, tali prospettive apre davanti a noi. Guidati dalla luce della notte di Betlemme veniamo ogni anno e veniamo oggi per dare il benvenuto a Gesù Cristo che nasce in questo mistero.

Cari fratelli e sorelle! Assieme a voi, assieme a Nowa Huta, non so quante volte, come vescovo di questa antica, millenaria Chiesa di Cracovia, la quale ha come santo patrono san Stanislao vescovo e martire – che inoltre quest’anno celebra i cinquecento anni della morte di san Giovanni Canzio, proprio il giorno 24 dicembre in questa notte di Betlemme – assieme a voi, come vescovo della Chiesa di Cracovia, con venerazione accolgo Gesù Cristo nascente, il Figlio di Dio, il nostro salvatore. Noi veniamo qui per Gesù. Per Gesù noi cerchiamo un tetto. È una storia che si protrae da molti anni. Nowa Huta ha cominciato a scrivere questa storia sulla terra polacca. Assieme a voi ho cercato un tetto per Cristo, che deve nascere non solo la notte di Betlemme, ma anche quotidianamente e ogni domenica, ogni giorno dell’anno.

E possiamo dirci che questa nostra ricerca non rimane del tutto vana. Grazie a Dio la chiesa a Bienczyce ha acquisito il tetto, grazie a Dio a Mistrzejowice siamo usciti da quella baracca "microscopica" e già si disegna la forma di una nuova chiesa, ormai ci troviamo sul suo territorio. Abbiamo fiducia che anche la comunità cristiana a Wzgórza Krzeslawickie, con la propria tenacia, con la propria fedeltà a Cristo, e tramite questa stessa messa di mezzanotte celebrata dal vescovo, implorerà e conquisterà un tetto per Gesù, il quale anche lì dovrebbe nascere.

E per tutto ciò vi ringrazio, cari parrocchiani di Nowa Huta, desidero esprimere questa notte un cordiale ringraziamento. Vi ringrazio perché in queste sollecitudini il vostro pastore d’anime non era mai da solo. Vi ringrazio perché in queste sollecitudini per il tetto di Gesù e per il suo popolo, il vostro vescovo non era mai da solo: sempre siamo stati insieme, in questa unità siamo stati la forza del popolo di Dio, la forza della Chiesa, la quale è il popolo di Dio, comunità dei fedeli, comunità di Cristo, comunità di Betlemme, comunità del Cenacolo, del Calvario, della Pentecoste, comunità di duemila anni e comunità di questa nostra odierna notte di vigilia, nella quale di nuovo diamo il benvenuto al Signore Gesù nella vostra parrocchia di Mistrzejowice.

Cari fratelli e sorelle, vi auguro che questa notte il Signore Gesù nasca di nuovo in ciascuno dei vostri cuori; che nasca di nuovo e più profondamente, che maturi; che le anime maturino con questo Natale. Vi auguro che nasca di nuovo nelle vostre famiglie cristiane; e vi auguro che nasca nella vostra parrocchia, che nasca assieme a questa chiesa, la quale qui deve cominciare a edificarsi dai prossimi mesi dell’anno nuovo. Ciò vi auguro con tutto il mio cuore.

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