CAPITOLO III
AMARE CON LE OPERE
PERDONARE LE OFFESE
Non c'è niente che ferisca di più il cuore umano come il vedersi ripagati con l'ingratitudine e la calunnia da coloro che abbiamo beneficato. Mamma Elvira conosce fino in fondo l'amarezza di questo calice che è, del resto, lo stesso calice di Gesù, ma, ad imitazione del suo maestro, ella ha sempre saputo porgere la mano ai suoi nemici, pronta ad offrire il suo perdono e la sua amicizia a chi le ha fatto del male.
Una volta una sua seguace, per gelosia, si era staccata da lei e ne andava sparlando con tutti. Quando Elvira seppe che era finita all'ospedale con un tumore che stava portandola alla tomba, preparò una bottiglia di acqua di Lourdes e gliela mandò con un biglietto in cui le diceva che a Lourdes l'aveva tanto raccomandata alla Madonna, che non la dimenticava mai nelle sue preghiere, che le era sempre affezionata e che, se voleva, sarebbe andata a trovarla all'Ospedale.
Intanto diceva: "Alle volte, chissà, facendo un atto di umiltà, che non si riesca a recuperare quell’anima!"
Ad un'altra mandò una lettera affettuosa con un invito a venire un giorno da lei, a passare con lei almeno una mezza giornata, a stare a pranzo a casa sua. Diceva: "So che è andata sparlando di me e mi dispiace per lei, perché è una buona donna e voglio farle sapere che io le voglio sempre bene. "Povera Mamma! E sempre pronta ad aprire le braccia a chiunque ritorni, anche dopo vent'anni, anche dopo averle fatto tanto del male, memore come ella è delle parole di Gesù: "Se non perdonerete agli uomini i loro mancamenti, neppure il Padre celeste perdonerà a voi i vostri. "
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