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sabato 11 febbraio 2012

Aborto: lo sterminio silenzioso - II

Continuiamo a scorrere l'approfondita analisi di Roberto De Angelis che affronta il tema dell'aborto dal punto di vista cristiano:

Il punto di vista Cristiano
ABORTO: Lo sterminio silenzioso

di Roberto De Angelis


Quale diritto?

"E non darò neppure un farmaco mortale a nessuno per quanto richiesto né proporrò un tal consiglio; ed ugualmente neppure darò a una donna un pessario abortivo. Ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte"
(Giuramento di Ippocrate; 3,4)

Queste parole vengono ancora oggi recitate da ogni nuovo Dottore in Medicina nel momento in cui conclude gli studi universitari. È un giuramento, perché i princìpi su cui si basa sono ritenuti fondamentali per la formazione etica e deontologica del medico. Bene, in questo interessantissimo testo, datato tra il V secolo a.C. e l'inizio del IV, si pone già la questione della vita e del diritto del medico di sopprimerla, e si trae la conclusione che un tale diritto è sempre e comunque inammissibile, perché contrario ai fini dell'arte medica stessa e perché moralmente riprovevole (...ma pura e pia conserverò la mia vita e la mia arte...). L'aborto è considerato alla pari dell'eutanasia, perché in entrambi i casi si uccide un essere umano, completo ed irripetibile. Cinquecento anni prima di Cristo la cultura pagana riteneva l'aborto un infamante omicidio ed un crimine contro la vita umana ed il dono prezioso che essa cela, nell'anno del Signore 1998 è il consiglio più frequentemente caldeggiato nei consultori italiani (e non solo) per risolvere i problemi psicologici e le questioni d'onore di indipendenti donne moderne! Le implicazioni di una situazione del genere sono odiose bestemmie che riattizzano l'ira ardente di Dio, ed un Cristiano che sia veramente tale non può lasciare che ciò accada!

Il noto grecista Dario Del Corno così commenta il brano: "Da queste succinte formule spira una forte maturità intellettuale. Dalla fedeltà al giuramento, oltre che dalla propria competenza, il medico si ripromette prosperità e fama; ma la sua morale è autonoma, e le regole di questa sono immanenti alla professione stessa, non riposano su sanzioni di ordine metafisico o giuridico. Nei lineamenti fondamentali, esse sono durate per millenni; e solo tempi recentissimi hanno revocato in discussione alcuni divieti, come l'aborto e l'eutanasia. È paradossale, e per certi aspetti inquietante, che ciò sia avvenuto allorché la medicina ha recuperato quella dimensione laica, che proprio il Giuramento ippocratico dimostra in atto alle sue origini".
Non è paradossale, perché il nostro laicismo non è il laicismo dei tempi di Ippocrate: di mezzo ci sono stati il positivismo, l'evoluzionismo, l'umanesimo, il femminismo... Il nostro laicismo non è più perfettamente lucido, ed ora, oltre a voler rendere autonomi il pensiero e l'attività dell'uomo dall'ingerenza della religione, vuole andare oltre, impegnandosi a far sì che le scelte etiche degli individui oltrepassino i confini dell'umanamente lecito per raggiungere estremi che sa essere abominevoli ai princìpi religiosi, e cui aspira proprio e soprattutto perché opposti a tali princìpi, ma di cui (forse) ignora le reali implicazioni, che risultano in realtà indegne anche dell'uomo in sé - pur svincolato da qualsiasi dimensione metafisica - se quelle stesse implicazioni non erano invece trascurate, ma anzi condannate senza appello, da quella precedente forma di laicismo in cui Ippocrate viveva ed operava. Ma tra Ippocrate e noi c'è stato di mezzo anche Cristo... e allora? La definizione che il dizionario dà di medicina è: "Scienza che studia le malattie e i mezzi per curarle e per prevenirle". Un medico dunque dovrebbe essere, ragionevolmente, "colui che cura e previene le malattie"! E allora per quale motivo anche gli aborzionisti pretendono di essere chiamati medici? Un nome per il loro mestiere esiste già, ed è "macellaio". Nei mattatoi si ammazzano delle bestie per soddisfare i clienti; nelle cliniche e negli ospedali si ammazzano dei bambini per soddisfare le madri!

La Questione fondamentale

Andando dietro alle menzogne scientiste, i sostenitori della legalizzazione dell'infanticidio assistito hanno impostato tutta la loro polemica affermando che, dal momento che il feto non ha vita extrauterina prima del 180º giorno, toglierlo di mezzo significa solo eliminare della materia organica indesiderata, senza sapere che sull'inizio della vita c'è una grande confusione tra gli scienziati, che risultano in disaccordo e si contraddicono continuamente tra loro, asserendo che il limite è da fissarsi ora al 196º giorno, ora al 154º e così via a seconda dello scienziato. Erigendo a sua stessa vergogna la torre di Babele della scienza, l'uomo vorrebbe stabilire ciò che soltanto il Creatore della vita può decidere, ma durante la sua costruzione saltano fuori tutte le imperfezioni e le impalcature pericolanti iniziano a crollare sotto il peso di pretese sovrumane. Solo Dio lo sa, e Dio ci ha detto che cosa sa, rivelando agli uomini i suoi pensieri nelle Scritture. Nel Salmo 139, ai versetti 15 e 16, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, dice: "Le mie ossa non ti erano nascoste, quando fui formato in segreto e intessuto nelle profondità della terra. I tuoi occhi videro la massa informe del mio corpo e nel tuo libro erano già scritti tutti i giorni che erano stati fissati per me anche se nessuno di essi esisteva ancora". La massa informe del mio corpo: nella meravigliosa poesia del Salmo, la Parola di Dio fotografa un uomo nella primissima fase della sua esistenza, ossia quando non sembrerebbe neanche un uomo a causa del primitivo sviluppo fisico delle membra. Questa è una cosa molto importante, se consideriamo che, osservando delle fotografie di un feto, la tipica struttura umana è perfettamente riconoscibile già alla fine della nona settimana, mentre alla dodicesima settimana di vita intrauterina si notano con evidenza persino le parti ossee.

"Io solo sono Dio e non vi è altro dio accanto a me. Io faccio morire e faccio vivere" (De 32:39)

Ebbene, per il Signore la vita ha inizio ben prima di questo periodo, ma al momento stesso del concepimento, quando lo sviluppo embrionale prende il via (e d'altronde queste sono anche le conclusioni della scienza, visto che la Biologia e la Medicina dimostrano che fin dal momento del concepimento ci si trova davanti a un essere dotato di un patrimonio genetico completo - unico - irripetibile nel quale è già scritto se l'individuo sarà uomo o donna, di quale colore saranno i capelli, gli occhi e così via). Sin dalla Sua fondazione in era apostolica, la Chiesa di Cristo ha sempre proibito e condannato l'omicidio in ogni sua forma, ivi compreso l'aborto, e tale visione non è mai venuta meno nel corso dei secoli: la difesa della vita umana è stata una costante della morale cristiana nella misura in cui il suo fondamento è stato posto sull'autorevole Parola di Dio. Nel secondo secolo dopo Cristo, il grande scrittore cristiano Tertulliano, interpretando perfettamente i sentimenti e le convinzioni di ogni sincero credente, scriveva: "A noi, poiché l'omicidio è stato vietato una volta per tutte, non è consentito di distruggere chi è stato concepito nel grembo materno, l'embrione che si sta trasformando in un essere umano. È un omicidio anticipato l'impedir la nascita, e non importa se si soffoca una vita formata o se si sopprime una vita nascente. È un uomo anche chi sta per divenirlo: tutto il frutto è già nel seme" (Apologeticum, 9, 8). Geremia ricevette la vocazione ancor prima di esser stato formato nel grembo di sua madre, e prima di vedere la luce era già stato consacrato per l'Eterno e da Lui costituito profeta delle nazioni (vd. Gr 1:5). Quando Elisabetta ricevette la visita di Maria, Gesù non era che una massa informe nel grembo materno, ma quella donna pia riconobbe già in Lui il proprio Signore (vd. Luca 1:42). Gli scienziati affermano che la vita non ha inizio prima della ventiseiesima - ventottesima settimana, il Creatore della vita dice che il Suo nephesh (respiro, soffio) anima la creatura umana sin dal concepimento: a chi crederemo?

L'aver dato ragione agli uomini ha portato all'asettico sterminio di milioni di innocenti, una folle strage impunemente perpetrata sotto gli occhi di tutto il mondo, sotto gli occhi di Dio... Assistere in silenzio a questo odioso eccidio significa fare il gioco dell'Avversario. Non è sufficiente essere contrari all'aborto, occorre combatterlo.

E allora? Quale dev'essere l'impegno dei Cristiani morali di fronte ad una tale tragedia?

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