7^ Domenica Tempo Ordinario
(Mc 2, 1-12)
Nel Vangelo di oggi vediamo come sia importante avere amici con tanta fede, sulla quale poter… contare in caso di necessità. Quel povero paralitico non aveva più niente, ma aveva quattro amici fedelissimi. Amici per la pelle appunto! E così ricchi di fede da ottenergli addirittura il miracolo della guarigione.
Mettiamoci dunque di nuovo sulle tracce di Gesù che torna a Cafarnao. Cioè a casa. A casa di Pietro.
• Fede da spostare i tetti…
Saputo dunque che era tornato a casa, si radunò tanta di quella gente – come quando aveva guarito la suocera di Pietro – da non esserci più spazio neanche davanti alla porta. Al punto che i quattro uomini che gli portavano l’amico paralitico, non potendo assolutamente aprirsi un varco tra la folla che si accalcava davanti alla porta, decisero addirittura di salire sul tetto e scoperchiarlo, per poi calarvi giù la barella col malato. Ecco un altro esempio dei poteri straordinari che ha la fede: fa addirittura scoperchiare i tetti oltre che spostare le montagne…
E questa volta, sono coloro che stavano accanto al malato ad avere quella fede. Nei Vangeli vediamo come la fede, a volte preceda il miracolo e a volte lo segua e ne sia la conseguenza. Alle nozze di Cana per esempio, dopo che Gesù ebbe trasformato l’acqua in vino, tutti credettero: la fede seguì il miracolo. Mentre in tanti altri casi, la fede non solo precedette il miracolo, ma ne fu la causa efficiente, come quando Giairo capo della sinagoga, pregò Gesù per la figlioletta, morta nel frattempo. Egli, vista la sua fede, la risuscitò. Oppure in molti altri casi, quando disse: “Và la tua fede ti ha salvato”.
• Credere prima del miracolo
Anche il Vangelo di oggi ci dice che la fede precedette il miracolo perché “Gesù, VISTA LA LORO FEDE, disse al paralitico: ”Figliolo ti sono rimessi i tuoi peccati”. Ma questa risposta avrà certamente spiazzato gli arditi scoperchiatori di tetti, le cui attese erano ben altre. Me li immagino a confabulare tra loro: “Ma noi il tetto l’avevamo scoperchiato perché eravamo certi che dicesse “alzati e cammina” e invece…”.
E invece per cominciare, Gesù li fa assistere ad un altro tipo di potere che non aveva ancora manifestato: quello di rimettere i peccati. E gli scribi, che invece di scrutare i tetti, scrutavano le scritture, ma soprattutto scrutavano Gesù con la lente di ingrandimento nel tentativo di coglierlo in fallo, capirono subito di essere davanti a un potere ben più straordinario di quello di operare guarigioni: quello di rimettere i peccati e mormorarono in cuor loro: “Perché costui parla così? Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?”.
• Quale “libro” leggeva Gesù?
Ma Gesù che leggeva nel cuore –“libro” che nessuno sapeva leggere, neanche i dottori della legge – svelò a tutti i loro pensieri segreti e disse: “Perché pensate così nei vostri cuori? E’ più facile dire al paralitico: ti sono rimessi i peccati o dire :alzati e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua”. Finalmente gli amici, scoperchiatori di tetti, avranno tirato un sospiro di sollievo: la loro fatica era stata largamente premiata perché ora avevano la gioia di vedere il paralitico – ENTRATO DAL TETTO – uscire tranquillamente dalla porta, col suo lettuccio sotto il braccio. Ma soprattutto avrà esultato il paralitico che non solo usciva con le sue gambe e quindi era guarito nel corpo, ma usciva nuovo e splendente nell’anima, senza più traccia di peccato. Gli unici ad uscirne più neri di prima, furono proprio quegli scribi, ai quali la fede – ahimè – non venne né prima, né dopo il miracolo!
Ecco il male più grave dal quale dobbiamo chiedere di essere guariti: il peccato, vero cancro dell’anima che ci impedisce di far posto a DIO. Ma sappiamo ancora riconoscerlo questo tipo di cancro?
Wilma Chasseur
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