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venerdì 17 febbraio 2012

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - XXI

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina; nell'appuntamento odierno l'attenzione si sposta su quella meravigliosa realtà rappresentata dai gruppi di preghiera, di cui San Pio ne è stato artefice:


CAPITOLO V 
IL CENACOLO DELLA S.S. TRINITÀ
I GRUPPI DI PREGHIERA

Preoccupato per lo spegnersi dello spirito cristiano nel mondo, il Sommo Pontefice Pio XII, negli anni 40, aveva ripetutamente esortato i fedeli a costituire delle comunità che, libere dalla schiavitù del rispetto umano, dessero testimonianza di fedeltà alla legge di Dio, frequentassero la Mensa Eucaristica e vi conducessero quanti più potessero amici e conoscenti.

Questo appello del Papa aveva trovato una risonanza immediata nel cuore di Padre Pio che già da tempo accarezzava un progetto del genere. Egli infatti non solo pregava in continuazione, di notte e di giorno, recitando il Rosario anche mentre si spostava da un luogo all'altro del Convento, ma amava radunare settimanalmente dei giovani che trascorressero ore di preghiera con lui, ben convinto di ciò che Gesù aveva detto:

"Se due di voi sono concordi sulla terra intorno a qualunque cosa da chiedere, sarà loro concessa, perché dove sono due o tre radunati nel mio nome, là io sono in mezzo a loro. "

Disse dunque ai suoi collaboratori: "Figliuoli, diamoci da fare, rimbocchiamoci le maniche, rispondiamo per primi alt appello lanciato dal Pontefice. " Nacquero così i GRUPPI DI PREGHIERA che sono quanto di più prezioso Padre Pio ci abbia lasciato: la sua eredità vivente.

Essi erano certamente voluti dalla Divina Provvidenza, perché qui era possibile ai cristiani caricarsi di nuove forze spirituali, mentre altrove ci si perdeva nell'intricata selva delle esperienze pluralistiche, dimenticando l'unica cosa che conti: il ricorso a Dio con la preghiera.

Ha ben detto il Signore: "Senza di me non potete far nulla" e oggi tocchiamo con mano quel che è capace di fare una società senza Dio.

"Ciò che manca all’ umanità - ripeteva tante volte Padre Pio - è la preghiera."

Ecco allora che egli dava come alito di vita ai Gruppi ideati da lui, la preghiera; una preghiera incessante, universale, ascetica, cioè tendente a salire nella via della perfezione, tale da portare a un rinnovamento interiore ed esteriore, dell'individuo e della società. Questa carica di preghiere, fatte con fede viva, doveva essere l'esplosivo dirompente capace di liberarci dalle forze del male che, come piovra mostruosa, attanagliano uomini, famiglie, paesi, istituzioni.

E poiché "l'essere" più che "il dire" è la forza che trasforma il mondo, i membri di questi Gruppi dovevano, prima di tutto, essere dei cristiani veri, integrali, capaci di portare avanti, cioè di vivere integralmente il Credo e il Decalogo, di essere fedeli, senza compromessi, alla Morale di sempre e di dare questa testimonianza dovunque si trovassero a vivere, in ogni momento.

Era senz'altro l'attuazione di un disegno sapienziale di Dio fra gli uomini, del Padre amorosissimo che ci vorrebbe tutti salvi. "Un fiume di persone che pregano - erano stati definiti questi Gruppi - che nell'esempio di Padre Pio e nella speranza del suo aiuto spirituale, si dedicano alla vita cristiana e danno testimonianza di comunione nella preghiera, nella carità, nella povertà di spirito e nell’energia della professione cristiana".

Quelli che sapranno realizzare veramente questo programma tracciato da Padre Pio, un giorno, quando tutto sarà reso noto davanti a Dio, comprenderanno quale cammino di luce avranno percorso e quanto avranno contribuito, con la loro vita di preghiera, a preparare la rifioritura della cristianità tanto oggi devastata.

La nostra epoca, messa in scacco, si vede oramai sempre più costretta a sperare solo da queste forze nascoste la salvezza suprema.

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