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domenica 5 dicembre 2010

Il Regno dei Cieli è vicino


II Domenica di Avvento

In questo tempo d’Avvento, chi ci parla nel Vangelo, non è Gesù, ma Giovanni Battista, messaggero di salvezza che ne prepara la venuta. E’ il profeta dell’Altissimo per eccellenza perché, se gli altri annunciavano Colui che doveva venire, il Battista fu testimone della Sua venuta e lo indicò come “Colui che viene e al quale non sono degno neanche di portare i sandali”.

• 1) Profeta del nuovo o antico testamento?

Ultimo profeta che si situa alla giunzione tra Antico e Nuovo Testamento, di cui Gesù stesso tesse l’elogio. Egli appartiene già al tempo in cui il regno annunciato è presente e va verso il compimento delle promesse; per questo può dire: ”Convertitevi perché il regno dei cieli è vicino”. Nessun altro profeta aveva detto che era vicino: lo avevano annunciato sì, ma come ancora lontano. Mentre il Battista annuncia l’avvento di Qualcuno che non solo verrà, ma che è già arrivato ed è “Colui che viene dopo di me”.
Sappiamo che la parola Jawhè significa Colui che è. Cioè che esiste di per sé, senza avere una causa esteriore a sé stesso che l’ha fatto esistere. Non ha ricevuto l’esistenza da nessuno perché è l’unico ad essere causa di sé stesso.
Ma in questo Vangelo, ci viene detto che DIO non è solo Colui che è, ma anche e soprattutto COLUI CHE E’ VICINO. Vicino ad ognuno di noi, ci ascolta, ci ama, ci perdona dandoci tanti segni della Sua presenza.
Giovanni Battista poteva già dire che il regno era vicino, ma noi possiamo aggiungere che il regno è addirittura in mezzo a noi, perché è venuto Colui che era stato annunciato. Quindi “Colui che viene” ora c’è, ma per farne l’esperienza, dobbiamo convertirci, se no, anche se è già lì, rimane fuori, come il Sole che non può entrare in casa quando le tapparelle sono abbassate.

• 2) Pluralismo etico?

“Convertitevi” cioè scegliete il bene e rinunciate al male. Viviamo in una società che non sa più cosa sia il bene e cosa sia il male. Se è sempre stata impresa ardua, scegliere il bene e rinunciare al male, prima, perlomeno, si sapeva cosa fosse il bene e cosa il male. Mentre ora si sta stravolgendo tutto: si spaccia per oro colato ciò che è spazzatura (pare infatti che -in virtù di chissà quale progresso- tradire, rubare, mentire ecc. non sia più un male, ma un bene di cui vantarsi dimostrando così di essere furbi e in gamba!...) e lo si chiama pluralismo etico. Il che vorrebbe dire che ciò che è un bene per alcuni possa essere un male per altri, o che ciò che prima era male oggi sarebbe un bene, come se l’uomo di oggi non fosse più una persona fatta ad immagine di Dio, ma fosse diventato, in virtù di chissà quale evoluzione, ad immagine delle bestie!
In nome dunque di uno strampalato pluralismo etico, si vogliono stravolgere i valori morali e negare che il bene è uno, la verità è una, sempre e in ogni luogo. La legge morale naturale è uguale per tutti, per cui tradire, rubare, uccidere, mentire ecc. sarà sempre male: è un imperativo della ragione universale, valido in ogni tempo e in ogni cultura. Senza di che, non ci sarebbe neanche una base comune su cui legiferare, e nessuna società può costruire una convivenza comune e pacifica tra i popoli, senza l’osservanza di questa legge morale, che sono poi i dieci comandamenti.

• 3) Battesimo in Spirito Santo e fuoco

L’uomo deve recuperare la volontà e la sacrosanta ambizione di costruire sé stesso come persona buona, leale, sincera, onesta, perché solo così si costruisce, se no si demolisce non solo la persona, ma l’intera società. E l’uomo perde il tesoro più bello che è inscritto nelle profondità del suo essere: l’immagine e somiglianza divina. Ma questa immagine può essere recuperata interamente imboccando la via del bene, perché il male la può solo nascondere, ma mai cancellare del tutto. E’ il battesimo in Spirito Santo e fuoco che Gesù è venuto a portare, che ci permetterà di recuperarla. E’ questo il dono per eccellenza che dobbiamo chiedere. Gesù possedeva lo Spirito in pienezza, e noi dobbiamo desiderarlo con tutto il cuore, perché chi lo desidera, anche se non ne ha ancora la pienezza, ne ha perlomeno le primizie. Infatti non si potrebbe desiderare la pienezza dello Spirito, se non se ne avessero già le primizie. Vieni Santo Spirito e inondaci con la tua luce!

Wilma Chasseur

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