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venerdì 3 dicembre 2010

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Diciottesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Oggi guardiamo la fanciullezza di Francesco Forgione e la nascita del conflitto tra la vocazione e il "diletto" del mondo: a testimonianza del fatto che tutti, prima o poi, si trovano nella posizione di scegliere se seguire il cuore e la fede o se seguire il piacere di una vita mondana:

VII

Giovinezza e noviziato



Al bivio fra due strade

Una modesta stanzetta con il pavimento in pietra e il soffitto di tavole affumicate, un materasso di foglie di granturco, la fioca luce di un lume a petrolio e di una lucerna di terracotta colma di olio d'oliva. Quello che oggi è famoso in tutto il mondo come il santo Padre Pio nacque a Pietrelcina (Benevento), in questa cornice di dignitosa povertà, alle 5 di pomeriggio del 25 maggio 1887, anche se sul Registro parrocchiale è scritto «alle ore 22», seguendo l'usanza popolare di iniziare il conteggio delle ore della giornata dal tramonto del sole.

Il neonato era il quarto dei sette figli di Grazio Maria Forgione (1860-1946) e di Maria Giuseppa De Nunzio (1859-1929), che si erano sposati nel 1881. Alla mattina del giorno successivo fu battezzato con il nome di Francesco dal curato don Nicolantonio Orlando. In precedenza erano nati Michele (1882-1967), Francesco (1884, morto dopo soli 20 giorni) e Amalia (1885-1887). Dopo di lui vennero Felicita (1889-1918), Pellegrina (1892-1944) e Grazia, divenuta religiosa nel 1917 con il nome di suor Pia (1894-1969).

La famiglia Forgione viveva della coltivazione di un appezzamento di terra nella zona di Piana Romana, a mezz'ora di cammino a piedi dal paese, e dell'allevamento di qualche pecora, che anche il piccolo Francesco, intorno ai sei-sette anni d'età, portava al pascolo, in compagnia del coetaneo Bal

dino Vecchiarino. Da costui Lucia ladanza, una delle prime figlie spirituali di Padre Pio, raccolse un ricordo: «Mentre pascolava le pecorelle, Francesco formava delle croci, le piantava sul nudo terreno, vi si inginocchiava davanti e devotamente pregava. Per merenda aveva sempre un tozzo di pane in un bel salviettino bianco: lo stendeva sul terreno, vi tracciava il segno della croce e incominciava a mangiare. Dopo che aveva terminato si segnava la fronte, piegava il salviettino e ringraziava il Signore».

In quel tempo Francesco cominciò anche a frequentare la scuola, per imparare a leggere, scrivere e far di conto. E proprio due compagni e una compagna di classe si misero d'accordo per fargli un tiro birbone, nascondendogli in tasca un biglietto appassionato scritto dalla ragazzina. Attirata l'attenzione del maestro Angelo Càccavo, gli dissero:

«Signòr maestro, Francesco fa all'amore!». «Non èvero», replicò Francesco, ignaro del tranello. Il maestro trovò il biglietto e, offeso e adirato, percosse il ragazzo, ma il giorno seguente la scolara, pentita dell'accaduto e dispiaciuta per le botte che Francesco aveva ricevuto, confessò la verità.

Padre Carmelo Durante ascoltò Padre Pio raccontare che, quando in casa fratelli e sorelle litigavano, il padre li picchiava e la madre «si avventava come una iena» contro il marito per scusare la vivacità dei figli. Quando invece era la madre che picchiava per gli stessi motivi, il padre incitava la moglie. Francesco però non fu mai percosso dai genitori, perché in generale si comportava da bravo ragazzo. Al massimo, qualche volta la mamma gli diceva: «Vieni qua, svergognatello». «Perché?», gli fu domandato. «Piccole cose con le sorelle», rispose Padre Pio, come quando, mentre la sorella Felicita stava lavandosi, le spingeva la testa sott'acqua.

Intanto, come ha scritto nel suo quaderno di cronache padre Benedetto da San Marco in Lamis, Francesco «a cinque anni circa sentì la necessità di darsi tutto a Dio. A cinque o sei anni, all'altare maggiore apparve il Cuore di Gesù, che fece segno di accostarsi all'altare e gli mise la mano in testa, attestante di gradire e confermare l'offerta di sé a lui e consacrarsi al suo amore».

Il parroco, don Salvatore Pannullo, ha raccontato che da fanciullo Padre Pio era particolarmente portato alla preghiera davanti a Gesù Sacramentato, rinunciando al gioco e al riposo. Qualche volta si mise perfino d'accordo con il sacrestano per rimanere chiuso nella chiesa durante tutta la notte. Spesso assisteva alla Messa insieme con la nonna materna, Giovanna Maria Gagliardi, facendo a gara con altri ragazzi per servire all'altare come chierichetto. Nel 1899, a undici anni d'età, ricevette sia la prima comunione sia la cresima.

Erano questi gli anni, come racconterà Padre Pio in uno scritto autobiografico inviato al direttore spirituale, nei quali sentiva crescere dentro di sé il dubbio su quale fosse la sua vera strada: «La vocazione da una parte che si faceva sentire forte in quest'anima ed il dolce ma falso diletto di questo mondo incominciano potentemente a lottare fra loro, nel cuore di questa poverina, e forse e senza forse il senso coll'andare del tempo avrebbe di certo trionfato sullo spirito e soffocato il buon seme della divina chiamata».
 

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