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venerdì 10 dicembre 2010

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Diciannovesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Oggi vediamo come Padre Pio entrò in convento all'età di quindici anni:

VII

Giovinezza e noviziato

«Nessuno è nato monaco fatto»

All'improvviso, mentre a fine dicembre 1902 meditava sulla decisione di consacrarsi, Francesco ebbe la visione di un uomo maestoso e splendente come il sole che lo condusse in una spaziosissima

campagna e lo incitò a battersi contro uno spaventoso essere, dicendogli: «Fatti animo: entra fiducioso nella lotta, avanzati coraggiosamente che io ti starò d'appresso; io ti aiuterò e non permetterò che egli t'abbatta».

Che tutta la sua futura esistenza sarebbe stata una continua lotta contro satana, secondo quanto mostrato in questa visione, gli venne confermato da un'altra illuminazione puramente intellettuale, il 1~ gennaio 1903. La sua anima comprese «che la di lei entrata in religione per dedicarsi al servizio del celeste Monarca altro non era che di esporsi alla lotta con quel misterioso uomo d'inferno» e che «sebbene i demoni sarebbero stati presenti ai di lei combattimenti per ridersi delle di lei sconfitte, dall'altro lato non vi era da temere perché ai di lei combattimenti avrebbero assistito gli angioli suoi per applaudire alle sconfitte di satana».

La notte precedente alla partenza per il noviziato, un'ultima visione confortatrice: «Vide Gesù e la madre sua che in tutta la loro maestà presero ad incoraggiarla e ad assicurarla della loro predilezione. Gesù, infine, le posò una mano sulla testa, e tanto bastò per renderla forte nella parte superiore dell'anima, da non farle versare neppure una lacrima nel doloroso distacco, nonostante il doloroso martirio che la straziava nell'anima e nel corpo».

All'alba del 6 gennaio, Francesco si recò in chiesa a pregare. Tornato a casa si avvicinò alla mamma per abbracciarla, ma ella svenne. Appena tornò in sé, gli disse: «Figlio mio, perdonami. Mi sento squarciare il cuore, però san Francesco ti chiama e tu devi andare». Nel dire così prese dalla tasca del grembiule una corona del Rosario e gliela consegnò dicendo: «Questa ti farà compagnia al posto di mamma». Subito dopo, accompagnato dal maestro Càccavo, il quindicenne Francesco si recò al noviziato di Morcone, distante una trentina di chilometri da Pietrelcina.

1122 gennaio indossò i panni di probazione e ricevette come nome quello di Pio, forse in memoria di un martire dei primi secoli venerato a Pietrelcina (ma il Padre da allora festeggiò l'onomastico il 5 maggio, festa del santo papa Pio VI. Molti anni dopo, nell'anniversario della vestizione, gli regalarono un saio in cachemire, che padre Pellegrino Funicelli era incaricato di fargli indossare durante la notte. Padre Pio, avendo saputo che era di gran valore, ridendo raccontò al confratello: «Se questi matti sapessero che abito ho indossato, quel 22 gennaio della mia vestizione! E che camicia! Mi raspava tutto».

Nel noviziato la giornata era scandita dal silenzio, dalla preghiera e dal costante sacrificio, con l'obiettivo di verificare quanto la vocazione degli aspiranti fosse solida. Poco tempo dopo l'ingresso, il compagno Giovannino gli propose di andarsene insieme, perché era una vita troppo dura. Ma Francesco rispose: «Che dici? Abbiamo fatto tanto per venire qui e ora dobbiamo andar via? E che diranno i nostri genitori e tutti quelli che ci hanno indirizzati qui? Ah, non sia mai! Pian piano, con l'aiuto della Madonna e di san Francesco, ci abitueremo anche noi come hanno fatto gli altri. E che forse tutti questi che sono in convento e altri ancora non erano come noi? Nessuno è nato monaco fatto». L'esortazione di Padre Pio fece effetto, tanto che Giovannino resistette e qualche anno più tardi divenne padre Anastasio da Roio.

Considerato dal padre Maestro, Tommaso da Monte Sant'Angelo, «esemplare, puntuale nell'osservanza ed esatto in tutto, da non dare il minimo motivo di essere ripreso», al termine dell'anno di noviziato Fra Pio - dopo le necessarie tre votazioni favorevoli della comunità cappuccina - venne ammesso alla professione dei voti semplici, che si tenne il 22 gennaio 1904, alla presenza anche di mamma Giuseppa, la quale alla fine gli disse: «Figlio mio, ora si che sei figlio tutto di san Francesco; e che ti possa benedire».

Tre giorni dopo, il 25 gennaio, partì da Morcone verso Sant'Elia a Pianisi, prima tappa del corso di preparazione al sacerdozio, che lo vide successivamente nei centri di studio di San Marco la Catola, Serracapriola, Montefusco e Gesualdo. Dopo la professione dei voti solenni, il 27 gennaio 1907, fu ritenuto degno di proseguire verso l'ordinazione sacerdotale e ricevette via via gli ordini minori (19 dicembre 1908), il suddiaconato (21 dicembre 1908) e il diaconato (18 luglio 1909).

Intanto, nella primavera del 1909, avevano cominciato a manifestarsi i primi sintomi dell'oscura malattia che lo costrinse a restare per lunghi periodi, fino al 17 febbraio 1916, a Pietrelcina, «perché i medici dicevano che c'era bisogno dell'aria nativa», si legge nel Diario di padre Agostino da San Marco in Lamis. Ogni volta che lasciava il convento, ha lasciato scritto padre Guglielmo da San Giovanni Rotondo, «si avvertiva spontaneo, per la sua assenza, un gran vuoto e si viveva di speranze e di aspettative, che c'infondevano conforto e quasi certezza che l'amabile presenza di Fra Pio fosse sempre con noi (...). Facendo ritorno, avevamo l'impressione che egli avesse dimorato sempre con noi, tanto era fermo e continuo il ricordo che avevamo di lui».

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