Pages

venerdì 17 dicembre 2010

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Ventesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Oggi vediamo l'aspetto umoristico di Padre Pio che sotto il suo aspetto un pò barbero, nascondeva un senso umoristico molto forte e molto bello. Nel leggere alcune sue barzellette o battute è inevitabile una sana risata:

VIII

Humour e facezie

Un cappuccino “da due soldi”

L'atteggiamento burbero e scontroso di Padre Pio era soltanto una maschera che gli serviva per incalzare i penitenti e per difendersi dalla passione dei suoi devoti. Ma in realtà, come racconta uno dei suoi biografi, padre Alberto d'Apolito, «ben volentieri Padre Pio, dopo il pranzo, partecipava alla ricreazione coi confratelli per qualche quarto d'ora». E anche quando Padre Pio, all'orario di cena, era autorizzato a restare nel coro a pregare - ricorda padre Gerardo Di Flumeri - «dopo cena, però, si faceva trovare immancabilmente sul terrazzo, dove passava con i confratelli il tempo prescritto per la ricreazione in fraterna allegria».

Soprattutto i frati più giovani non mostravano soggezione nei suoi riguardi, prendendolo benevolmente in giro. «Padre Spirituale», gli diceva un giorno padre Eusebio Notte, riferendosi al vocione di Padre Pio, «lei mi può insegnare a recitare qualche Ave Maria, ma mi stia a sentire: se in Paradiso si canta, sarà bene che venga un po' a scuola da me...». E Padre Pio: «Proprio tu parli, con questa vocina che non si sente!». Un altro giorno, padre Vincenzo da Montemarano cercava Padre Pio, che stava in un'altra stanza. Quando lo trovò, Padre Pio gli chiese: «Ma come hai fatto a sapere che ero qui?». E padre Vincenzo: «Ho fatto come i cani, mi sono affidato al fiuto», alludendo al ben noto profumo che spesso emanava dal frate.

Come testimonia padre Rosario da Aliminusa, Padre Pio era dotato anche di notevole autoironia. Una volta, nel chiedere scusa al Provinciale, padre Torquato da Lecore, perché non poteva più intrattenersi, disse: «Un povero uomo una volta, entrando in una sala, rimase sbalordito al vedere sul pavimento un animaluccio con tanti piedi e si mise a contarli: uno, due, tre, cento, cinquecento, mille. '~O Signore mio - esclamò - siete tanto sapiente. E come mai a un animaluccio così piccolo avete dato mille piedi e a me così grande ne avete dati appena due, che poi non mi servono?"» (per lui, infatti, lo stare in piedi era un'impresa difficile e penosa, a causa delle stimmate). E al Superiore padre Bernardo, che gli imponeva di non farsi baciare le mani dopo la confessione, rispose: «Debbo prenderli a ceffoni? Se avessi avuto almeno le mani buone, forse l'avrei anche fatto!».

In un'altra occasione Padre Pio si trovò dinanzi un pittore di Perugia, che gli aveva eseguito un ritratto nel quale appariva con il volto molto severo. Richiesto di benedire il quadro e di scriverci sopra un messaggio, il Padre lo fissò con uno sguardo arguto e poi incise: «Niente paura, sono io!». E quando udiva da una finestra del convento un venditore ambulante che in piazza, con voce stentorea, offriva in vendita le sue fotografie, non mancava mai di osservare con chi gli stava accanto: «Ma guarda, sono costato tanto a mia madre e adesso questo mi vende per due soldi...».

Anche a riguardo delle proprie vicende mistiche, Padre Pio sdrammatizzava ogni volta che poteva. A una persona che, vedendolo curvo e dolorante, gli disse: «Padre, voi soffrite tanto perché avete avuto la divina imprudenza di offrirvi vittima non solo per la Chiesa e per l'Italia, ma per tutta l'umanità», prontamente replicò: «Eh beh, uno scemo ci voleva pure!». E a monsignor Giuseppe Del Ton, che gli chiedeva in che cosa consistesse il «farsi santo», sintetizzò: «Fare del bene e ricevere bastonate!». Un giorno l'attore Carlo Campanini gli raccontò che un amico, avendo chiesto a un primario di Firenze che cosa pensasse delle stimmate del cappuccino, si era sentito rispondere: «E frutto di isterismo: a furia di pensare al Cristo crocifisso, a Padre Pio son venute le stimmate». La reazione del Padre fu immediata: «Quando vedrai quel professore, digli che pensi intensamente di essere un bue. Vedremo se gli spuntano le corna!...».

Fra le tantissime lettere che giungevano al convento, molte erano di gratitudine per le grazie ricevute in seguito alle preghiere di Padre Pio. Commentandole con i confratelli, il Padre osservava umilmente: «Se il Signore dovesse badare ai meriti miei, dovrebbe fare tutto il contrario di quanto chiedo, come con quel tal prete». E subito dopo spiegava: «C'era un prete che, richiesto da un contadino di dire la Messa per la guarigione di una vacca, al Memento, alzando la voce, disse: "Signore fa' morire la vacca a quel buon uomo". Alla fine della Messa il contadino entrò in sacrestia per fare le sue rimostranze, ma il prete lo precedette: "So quel che mi vuoi dire, ma non ti preoccupare, perché in realtà ho pregato per la tua vacca: siccome io sono un peccatore, il Signore fa sempre tutto il contrario di quel che chiedo

Un'altra barzelletta che gli piaceva tanto raccontare con la sua spassosa mimica era quella in cui il Signore vede girare in Paradiso molti brutti ceffi e, stupito, chiama San Pietro: «Che succede? Sembra che il carcere mandamentale l'abbiano trasferito qui». E Pietro: «Signore, entrano, ma non so da che parte». Nonostante l'ordine di stare più attento, la situazione non cambia, cosicché il Signore chiede a Pietro di restituirgli le chiavi, perché non lo considera più in grado di fare il suo mestiere. E allora l'apostolo: «Signore, dal momento che lo volete sapere, ve lo dico. Appena mi volto un momento, c'è vostra Madre che apre e fa entrare tutti quanti. Io non ne posso più. Che devo fare?». E il Signore: «Fa' finta di non accorgertene...».

0 commenti:

Posta un commento