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venerdì 3 giugno 2011

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Quarantunesimo appuntamento

  Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio.  Oggi leggiamo le testimonianze sulle stimmate ricevute dal Santo di Pietrelcina e sui segni della Passione che furono presenti su di lui, a testimonianza della comunione esistente tra quest'ultimo e Gesù:

XVII

Stimmate e piaghe

I sei segni della Passione

Nella storia della Chiesa cattolica si incontrano circa 400 persone che hanno ricevuto le stimmate visibili della Passione di Cristo, ossia le ferite sulle mani e sui piedi, provocate dai chiodi della croce, e quella sul costato, causata dal colpo di lancia di un soldato. Di esse, un'9ttantina sono state dichiarate sante - e fra loro c'è adesso anche Padre Pio - dopo processi canonici che non hanno lasciato dubbi sul­la bontà e sincerità dei soggetti esaminati.

Nel Padre, come egli stesso rivelò a Cleonice Morcaldi, il fenomeno cominciò a verificarsi l'8 settembre 1910, festa della Natività della Madonna, mentre si trovava nella campagna di Piana Romana, dove aveva costruito una capanna di paglia per isolarsi in preghiera. Un giorno mamma Giuseppa andò a chiamarlo per il pranzo e lo trovò che scuoteva le mani: «Figlio mio, che cosa fai? Adesso hai imparato a suonare anche la chitarra?». E Padre Pio: «Altro che chitarra, mamma, se sapessi...», ma non le spiegò nulla.

Soltanto un anno dopo, nella lettera dell'8 settembre 1911 a padre Benedetto da San Marco in Lamis, iniziò a confidarsi: «Ieri sera poi mi è successa una cosa che io non so né spiegare e né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po' di rosso quasi quanto la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po' di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po' di dolore. Questo fenomeno è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva».

Dal racconto fatto il 10 ottobre 1915 a padre Agostino da San Marco in Lamis comprendiamo qualcosa in più: «La prima volta di quando Gesù volle degnarla di questo suo favore, [le stimmate) furono visibili, specie in una mano, e poiché quest'anima a tal fenomeno rimase assai esterrefatta, pregò il Signore che avesse ritirato un tal fenomeno visibile. D'allora non apparsero più; però, scomparse le trafitture, non per questo scomparve il dolore acutissimo che si fa sentire, specie in qualche circostanza ed in determinati giorni».

Ogni martedì e dal giovedì sera fino al sabato, secondo quanto dettagliò lo stesso Padre Pio, il cuore, le mani e i piedi gli sembravano trapassati da una spada. Nel contempo, tutte le settimane provava sulla carne anche la coronazione di spine e la flagellazione subite da Gesù. Il 16 aprile 1912 aveva inoltre sperimentato il fenomeno mistico della "fusione dei cuori" con Gesù. L'assenza di manifestazioni esterne faceva comunque si che tutto restasse nel segreto.

La sera del 5 agosto 1918, mentre era nel confessionale, vide all'improvviso un personaggio celeste che teneva in mano una lunghissima lamina di ferro, con una punta bene affilata dalla quale usciva una fiamma. «Vedere tutto questo ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell'anima, fu tutto una cosa sola», scrisse il 21 agosto successivo a padre Benedetto e a padre Agostino, descrivendo il fenomeno della trasverberazione.

Dopo pochi giorni, la mattina del 20 settembre 1918, Padre Pio si trovava assorto in preghiera nel coro della chiesetta. Su pressione di padre Benedetto, il 22 ottobre mise per iscritto l'accaduto: «Mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue [...]. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue».

Durante un interrogatorio, ordinato dai Superiori cappuccini e svoltosi il 29 marzo 1966, preciserà a padre Raffaele da Sant'Elia a Pianisi che il celeste personaggio era Gesù: «In un momento di assopimento e profonda contemplazione sul Cristo crocifisso, ebbi le stimmate alle mani e ai piedi da lance o frecce luminose che si partirono dal Crocifisso, trasformato in un grande personaggio».

Le stimmate sulle mani, che moltissimi hanno potuto vedere quando Padre Pio toglieva i mezzi guanti al momento della consacrazione eucaristica, e quelle sui piedi, osservate molto più raramente soltanto da alcuni confratelli e qualche medico, erano di forma circolare, con un diametro di due centimetri. Si trattava, come ha documentato il dottor Giuseppe Sala, di «ferite pulite, con tessuti di colore vivo dermico, gementi sangue rosso rutilante, circondato da raggrumazioni stratificate irregolarmente. Nessun segno di infiammazione circo­scritta o di secrezione puruloide era presente ed i margini delle ferite erano netti».

Padre Eusebio Notte, uno dei pochissimi che videro la ferita sul costato, situata in corrispondenza del cuore, l'ha descritta in forma «quasi di una croce, con l'asta verticale più lunga, la punta inferiore della quale, a sghimbescio, era diretta verso l'esterno del lato sinistro di Padre Pio. Le misure, pressappoco, potevano essere 6-7 centimetri la parte verticale e 3-4 centimetri la parte orizzontale». Soltanto dopo la sua morte, fra Modestino da Pietrelcina scoprì l'ultimo segreto, mettendo a posto le magliette di lana utilizzate da Padre Pio. Sul lato destro, all'altezza della clavicola, appariva una macchia di sangue di circa dieci centimetri di diametro: era la sesta piaga che Cristo aveva patito portando sulla spalla la pesante croce. Alcuni fazzoletti, punteggiati di rosso, gli mostrarono invece che, come Gesù nell'orto degli ulivi, il Padre aveva anche sudato e pianto sangue.

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