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martedì 28 giugno 2011

Riscoprire i Santi - Sant'Ireneo

Torna anche per questo martedì, l'appunto settimanale volto alla scoperta dei nostri cari Santi! Oggi, ci soffermiamo sulla figura di Sant'Ireneo, celebrato proprio in questa giornata dalla Chiesa Cattolica. Sant’Ireneo fu vescovo che, come attesta san Girolamo, fu, da piccolo, discepolo di san Policarpo di Smirne e custodì fedelmente la memoria dell’età apostolica; fattosi sacerdote del clero di Lione, succedette al vescovo san Potino e si tramanda come lui sia stato coronato da glorioso martirio. Molto disputò al riguardo della tradizione apostolica e pubblicò una celebre opera contro le eresie a difesa della fede cattolica, un'opera a cui siamo stati invitati alla lettura dal nostro Papa Benedetto XVI e di cui leggeremo un breve passo, subito dopo il consueto tratto biografico (Santi & Beati):
 
“Irenoeo Martyri tuo atque Pontifici tribuisti, ut et veritate doctrinae expugnaret haereses, et pacem Ecclesiae feliciter confirmaret”. (Dalla preghiera della festa). Sant’Ireneo è un santo le cui origini, l’esistenza e l’azione, ci interessano particolarmente. Egli è nato a Smirne nel 130, è stato discepolo di San Policarpo, discepolo a sua volta di San Giovanni. La fede di Ireneo e il suo credo fu, quindi, tra i più puri discendendo direttamente dal verbo proferito dagli apostoli. È stato Vescovo di Lione nelle Gallie, attuale Francia. Teologo e scrittore, è restato sempre molto unito al Papa san Vittore I ed ha terminato la sua vita col martirio. La Preghiera liturgica della sua festa lo presenta, a giusto titolo, come un campione della fede e distingue tre aspetti della sua grande figura che si proietta in una luce sfavillante al di sopra dell’Oriente, di Roma e delle Gallie : la verità della sua dottrina, la sua opera evangelizzatrice, il suo martirio. La Verità della sua Dottrina è fatta dalla sua fedeltà alla Tradizione della Chiesa primitiva, della sua scienza teologica e del suo zelo di difendere “contro gli Eretici”, la fede tale come l’ha insegnata Cristo, tale come l’hanno trasmessa gli Apostoli. Questo non è un aspetto secondario dell’esistenza d’Ireneo e della storia religiosa della Francia quello della formazione cristiana del futuro Vescovo di Lione sia stata assicurata da un Policarpo, vescovo di Smirne, lui stesso discepolo dell’Apostolo Amatissimo, San Giovanni. La lunga frequentazione di Maria presso San Giovanni a Gerusalemme, dopo il Calvario, lo scambio di vedute tra la Madre di Gesù ed il suo Apostolo prediletto, danno alla figliolanza spirituale di Ireneo un aspetto d’una tradizione mariana ed evangelica d’un prezzo incomparabile. La Chiesa di Lione, il suo irradiamento sulle prime chiese di Francia saranno state marcate da delle influenze d’un carattere eccezionale.
Opera pacificatrice nella Chiesa, ecco il secondo compito della dottrina d’Ireneo, dei suoi scritti, delle sue predicazioni, di tutto il suo apostolato. La propensione dell’uomo all’errore, le sue discussioni, intorno alla fede non mancano d’impressionare il pensatore sganciato da cattive passioni. In piena persecuzione, di fronte ad una Chiesa che si sta formando in mezzo alla lotta ed alla sofferenza, alcuni spiriti sono alla ricerca di novità, d’interpretazioni strane dai testi, di opposizioni a delle tradizioni vive della Chiesa di Dio, d’indocilità evidente di fronte ai capi religiosi. San Paolo se n’era già lamentato. Verso la fine del II secolo, Ireneo non solo rifiuta le eresie ma s’avvera già un campione dell’unità della fede, il campione del Papato, del Vescovo di Roma.
Il martirio venne a perfezionare, nel 202, ai primi inizi del III secolo, questa bella vita di vescovo e di apostolo, dando alla Chiesa di Lione e, da essa, alle chiese fondate dalle cure dei suoi vescovi, un esempio magnifico della forza e della fedeltà nella fede.
Signore, vi sono nella vita di fede, così costantemente reclamata da voi, da parte dei vostri discepoli, due elementi che ne fanno il profondo e soprannaturale valore : sono la forza e la purezza. Forza della fede in una certezza ed una convinzione che escludono il dubbio, l’esitazione, la minimizzazione delle nude verità. Purezza della fede nel rigetto delle teorie sballate dottrinalmente, dei sentimenti che alterano o corrompono il contenuto divino di queste stesse verità.
La Chiesa conta, tra i più antichi santi dei suoi primi secoli, autentici rappresentanti del suo vero spirito di fede. Sant’Ireneo è certamente uno di questi grandi avi spirituali della Francia, ch’egli ha segnato profondamente col suo sapere, con la sua fedeltà nella dottrina, con la sua santità di vita. Ireneo muore il 28 giugno del 202 durante le persecuzioni che i cristiani subirono sotto l’imperatore Settimio Severo. La Chiesa lo venera come martire in seguito alla testimonianza lasciateci da san Girolamo che per primo nel 410 gli conferì questo titolo.

Autore: Don Marcello Stanzione

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Passo tratto dall Adversus haereses (Contro le eresie) di Sant'Ireneo, vescovo [4, 20, 5-7 (SC 100, 640-642. 644-648)].

"La gloria di Dio dà la vita; perciò coloro che vedono Dio ricevono la vita. E per questo colui che é inintelligibile, incomprensibile e invisibile, si rende visibile, comprensibile e intelligibile dagli uomini, per dare la vita a coloro che lo comprendono e vedono. E' impossibile vivere se non si é ricevuta la vita, ma la vita non si ha che con la partecipazione all'essere divino. Orbene tale partecipazione consiste nel vedere Dio e godere della sua bontà. Gli uomini dunque vedranno Dio per vivere, e verranno resi immortali e divini in forza della visione di Dio. Questo, come ho detto prima, era stato rivelato dai profeti in figura, che cioé Dio sarebbe stato visto dagli uomini che portano il suo Spirito e attendono sempre la sua venuta. Così Mosé afferma nel Deuteronomio: Oggi abbiamo visto che Dio può parlare con l'uomo e l'uomo aver la vita (cfr. Dt 5, 24). Colui che opera tutto in tutti nella sua grandezza e potenza, é invisibile e indescrivibile a tutti gli essere da lui creati, non resta però sconosciuto; tutti infatti, per mezzo del suo Verbo, imparano che il Padre é unico Dio, che contiene tutte le cose e dà a tutte l'esistenza, come sta scritto nel vangelo: "Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio Unigenito, che é nel seno del Padre, lui lo ha rivelato" (Gv 1, 18). Fin dal principio dunque il Figlio é il rivelatore del Padre, perché fin dal principio é con il Padre e ha mostrato al genere umano nel tempo più opportuno le visioni profetiche, la diversità dei carismi, i ministeri e la glorificazione del Padre secondo un disegno tutto ordine e armonia. E dove c'é ordine c'é anche armonia, e dove c'é armonia c'é anche tempo giusto, e dove c'é tempo giusto c'è anche beneficio. Per questo il Verbo si é fatto dispensatore della grazia del Padre per l'utilità degli uomini, in favore dei quali ha ordinato tutta l'economia della salvezza, mostrando Dio agli uomini e presentando l'uomo a Dio. Ha salvaguardato però l'invisibilità del Padre, perché l'uomo non disprezzi Dio e abbia sempre qualcosa a cui tendere. Al tempo stesso ha reso visibile Dio agli uomini con molti interventi provvidenziali, perché l'uomo non venisse privato completamente di Dio, e cadesse così nel suo nulla, perché l'uomo vivente é gloria di Dio e vita dell'uomo é la visione di Dio. Se infatti la rivelazione di Dio attraverso il creato dà la vita a tutti gli esseri che si trovano sulla terra, molto più la rivelazione del Padre che avviene tramite il Verbo é causa di vita per coloro che vedono Dio"

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