Pages

venerdì 24 giugno 2011

Padre Pio - Sulla soglia del Paradiso - Quarantaquattresimo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia un'inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici: "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio. Sorella povertà: oggi vediamo come San Pio abbia voluto come compagna di vita la stessa povertà anelata da San Francesco. C'è davvero una grande simiglianza tra i due e notiamo anche oggi come San Francesco rappresentava davvero un esempio da seguire per il frate di Pietrelcina:

XVIII

Temperanza e povertà

La toppa sul vestito

Compagna della temperanza fu per tutta la sua esistenza "sorella povertà". A coloro che gli offrivano qualcosa che potesse rendergli più comoda la vita, Padre Pio rispondeva: «E san Francesco che dirà?». Quando proprio non poteva fare a meno di accettare regali personali, portava immediatamente al padre Guardiano gli indumenti e i soldi ricevuti.

Dai Superiori dipendeva anche per le piccole cose: per esempio, padre Tarcisio Zullo lo vide chiedere all'economo con tutta umiltà qualche franco-

bollo da dare ai poverelli. Come pure conservava l'uso del noviziato di chiedere al Superiore il permesso di farsi la tonsura. Dal canto proprio, ricorda don Nello Castello, egli era sempre attento a non sprecare nulla: «L'ho visto più volte spegnere la luce che qualche confratello aveva lasciata accesa. Ai ricchi raccomandava di fare molta carità, ma lui non chiedeva mai direttamente e l'ho sentito dire: "Sfido chiunque a trovarmi uno a cui abbia chiesto dieci lire"».

A vari confratelli, Padre Pio raccontò un episodio della giovinezza che lo aveva colpito al cuore:

«Una vecchietta, nel corridoio del convento, mi offrì una carta da poche lire, precisando: "Queste le ho risparmiate andando ad accendere il fuoco da una vicina di casa, e così ho risparmiato i soldi per i fiammiferi!". Era l'obolo della vedova del santo Vangelo. Nel vedere la miseria di quella vecchietta, le dissi: "Non l'accetto! Tenetevela per voi: siete più povera di me!". A queste parole la donna reagì in modo inaspettato, dicendo delusa: "Voi non le accettate perché sono poche!". A questo punto allungai la mano verso quella della vecchietta ed esclamai: "Se pensate così, datemele qua! Le voglio!". E afferrai quella carta ed eccola, la porto sempre con me». Dicendo queste parole, il Padre metteva la mano nel taschino dell'abito e cacciava fuori la vecchia banconota ormai tutta sgualcita. Mostrandola all'interlocutore, si commuoveva e commentava: «Vedi i sacrifici della povera gente!».

Anche la cella dove viveva era lo specchio del suo clima di povertà, come si può tuttora vedere visitando il convento di San Giovanni Rotondo. Fino al 1935, ha testimoniato padre Torquato Cavaterri, Padre Pio aveva un saccone di paglia che di quando in quando assestava con un bastone. Più tardi ebbe un materasso di crine, perché così deci

sero i Superiori. Soltanto negli ultimi anni gli fu messo un materasso più moderno e la sua cella venne dotata di un lavandino.

La numero 5 era una delle celle più fredde d'inverno e più afose d'estate. Perciò i Superiori decisero a un certo punto di attrezzarla dapprima con un termosifone e poi con un condizionatore d'aria, donato da un figlio spirituale di Roma. Egli però fece sempre obiezioni a utilizzarli, e in particolare a padre Mariano Paladino diceva: «Come posso presentarmi davanti a san Francesco con questi aggeggi? San Francesco non sarà contento di me...».

Ogni aspetto della quotidianità di Padre Pio "sapeva di povertà". Mentre gli camminava a fianco, don Pierino Galeone notò sull'abito del Padre, al lato destro del petto, una larga toppa, mal rammendata. L'amico sacerdote restò colpito e chiese:

«Padre, chi vi ha fatto quel rammendo? Come sembrate male...». «Io stesso», rispose, «e ho fatto del mio meglio!». Don Galeone tacque, ancor più stupito e ammirato, mentre Padre Pio, sereno e indifferente, continuò a camminare pregando. Senza alcuna vanità, ma per rispetto alla Regola francescana, Padre Pio, ha confermato il signor Giovanni Scarparo, «nel vestito era sempre pulito e in ordine».

La delicatezza del Padre nel non dar fastidio ai confratelli, anche questo un segno di profondo spirito di povertà, ha potuto testimoniarla ancor più eloquentemente padre Innocenzo Cinicola Santoro, al quale nel luglio del 1945 capitò, mentre stava lavando la propria biancheria, di sentirsi dire da Padre Pio: «Beato te che puoi fare da te le cose tue. Io non posso...», e si guardava le mani doloranti.

0 commenti:

Posta un commento