Pentecoste (Gv 20, 19-33)
Gli Apostoli si trovavano nel Cenacolo, cioè la prima chiesa, il primo luogo di preghiera dove i discepoli della prima ora si riunivano per pregare, e le porte erano chiuse sprangate per timore dei Giudei. Ma ecco che un rombo di vento si abbatte gagliardo su tutta la casa (con tutte le paure che avevano già ci mancava anche il rombo di vento…), ma oh sorpresa! Ecco che arriva lo Spirito Santo che si posa su ognuno di loro. E arriva anche la folla attirata dal rombo di vento. E cosa vedono? Lingue di fuoco, apostoli poliglotti senza più traccia di paura e sentono lo Spirito Santo che parla tutte le lingue. Fu così che nacque la Chiesa.
• Nati da un rombo di vento…
Siamo dunque nati da un rombo di vento e da fiamme guizzanti.
E il Vangelo dice che arrivò Gesù, sfidando le barriere invalicabili di muri e porte chiuse, e disse loro: ”Pace a voi”. Egli sapeva che avevano paura ed avevano bisogno di essere rassicurati, e li conforta al massimo dando loro nientemeno che il Consolatore.
Quel Gesù che entrò a porte chiuse nel Cenacolo, è lo stesso che continua a bussare alle porte sprangate dei nostri cuori e tenta di aprirsi un varco nella selva inestricabile di paure, timori e resistenze varie. Chi di noi non vorrebbe, almeno una volta, liberarsi da tutta questa zavorra e vivere una vita in pienezza, eliminando ogni paura, mediocrità e grigiore; spiccare il volo verso cieli più puri, dare la piena misura di quel che siamo e che portiamo dentro, nascosto o soffocato da timori, egoismi e ripiegamenti vari?
• Volete una marcia in più?
Come fare per avere questa marcia in più? Dobbiamo chiedere lo Spirito Santo. Ma se ho bisogno di tutt’altro (pensiamo noi sotto sotto): una guarigione, un lavoro, una casa, un esame, che c’entra lo Spirito? A che mi serve? Non è certamente la prima cosa che chiediamo, né che ci interessi! Ed è proprio qui lo sbaglio. Se vogliamo ottenere quel che chiediamo, dobbiamo chiedere altro. “Cercate prima di tutto il Regno dei Cieli (= lo Spirito) e tutto il resto vi verrà dato in sovrappiù”. Gesù non dice che il resto non ci verrà dato, ma dobbiamo prima chiedere lo Spirito perché senza di Lui tutto il resto non serve, anzi non saremmo neanche capaci di viverlo come una grazia, ma lo considereremmo come un “dovuto” e sarebbe quindi più una disgrazia che una grazia. Invece, se abbiamo lo Spirito, sappiamo che tutto ci viene dato gratuitamente da Lui. Ed acquistiamo anche una nuova parentela tra di noi, sentendo allo stesso modo, come se avessimo un cuore solo ed un’anima sola.
• Scintilla di luce, da dove vieni?
San Serafino di Sarov diceva che il fine della vita cristiana è l’acquisizione dello Spirito Santo. Ma come fare per acquisirlo? Anzitutto dobbiamo desiderarlo. Il Signore vuole darci il Suo Spirito in pienezza, ma se continuiamo a chiedere e a desiderare tutt’altro, non solo non avremo lo Spirito in pienezza, ma non ne avremo neppure le primizie. Mentre se lo desideriamo, significa che ne abbiamo già le primizie, perché nessuno può desiderare lo Spirito, se non sotto la sua azione.
L’uomo è un essere finito capace di infinito. Ma se questa capacità d’infinito la mette a servizio dei suoi vizi e passioni, questi diventano un attaccamento infinito a cose finite, fasulle, traditrici che lo riempiono di vuoto e di disperazione. L’uomo ha voluto costruire un mondo senza Dio e ci è anche riuscito, ma è un mondo di uno squallore e di una tristezza inaudita. Solo ritrovando l’innocenza battesimale l’uomo ritroverà il suo splendore, la sua libertà, la sua signoria sulle cose e su sé stesso. E si vedrà come una scintilla di luce che zampilla dal braciere ardente di luce increata di Dio.
E solo allora l’uomo avrà chiarito il mistero della propria origine: luce da LUCE, luce seconda che rifrange la Luce prima da cui procede e a cui tornerà nell’ultimo giorno per non separarsene mai più.
Wilma Chasseur
0 commenti:
Posta un commento