(Mt 16,13-20)
XXI Domenica Tempo ordinario
XXI Domenica Tempo ordinario
Ecco che dopo una breve capatina all’estero, Gesù ritorna in patria e precisamente a Cesarea di Filippo, cittadina situata ai piedi del monte Hermon, e lì riunitosi con i suoi discepoli fa loro quella fatidica domanda: “La gente chi dice che io sia?” Dopo aver udito la risposta non molto unanime della gente (alcuni dicono Elia, altri Geremia, altri, altro ancora) Gesù vuol vedere cosa ne pensano gli apostoli: “E voi chi dite che io sia?”. Come dovettero farlo i suoi contemporanei, così continuarono a farlo tutti coloro che vennero in seguito. E i secoli continuano ad interrogarsi su quel personaggio – l’unico – che è uomo e Dio allo stesso tempo. E non smetteranno mai…, questa domanda risuonerà fino alla consumazione del tempo e della memoria.
Perché Gesù fa questa domanda? Non certo per fare un sondaggio d’opinione: Egli sa benissimo cosa c’è nel cuore della gente. Probabilmente lo fa per far comprendere quanto sia importante conoscere la sua vera identità e suscitare la risposta dei discepoli. Voi, chi dite che io sia? Voi che mi avete conosciuto da vicino, avete condiviso la mia vita giorno e notte, dopo aver lasciato casa, barca e padre…
Sappiamo che la persona di questo Maestro, interpellava ogni categoria di persone; dai notabili alla gente del popolo. Ognuno si pronunciava a modo suo.
• …per i capi
Chi era Gesù per gli oppositori?
Per gli anziani del popolo, sommi sacerdoti, scribi e farisei era un continuo stupirsi ed anche scandalizzarsi: ma chi è mai costui che mangia con i pubblicani e i peccatori, non osserva il riposo sabbatico, non digiuna con i suoi discepoli? Ma anche: chi è mai costui che rimette i peccati, sgrida il vento e la tempesta e questi obbediscono, fa retrocedere la morte, guarisce malati e libera indemoniati? Lo osservavano giorno e notte con la lente di ingrandimento e attraverso il filtro della legge che conoscevano nei minimi dettagli.
Ma Gesù non l’hanno riconosciuto e tantomeno accettato. Eppure erano religiosi, osservanti, praticanti fino ai minimi dettagli i 613 precetti della Torah; non erano perciò né atei, né agnostici, ma di Gesù non ne vollero sapere.
• per la folla…
Chi era Gesù per la folla? Certamente un grande profeta, ma non riuscivano a scorgere altro. La gente non era apertamente ostile a Gesù. Anzi accorreva in massa ad ascoltarlo, ma interessavano più i benefici che ne potevano ottenere che non la sua persona. Evidentemente la folla non aveva capito il mistero della persona di Gesù.
Chi era Gesù per i discepoli? Era il loro Maestro e Signore per il quale avevano lasciato casa, barca, padre, per seguirlo, ma erano ben lungi dall’averne capito il mistero. Si aspettavano ancora un Messia temporale, un liberatore d’Israele e la loro fede messianica doveva essere purificata da queste attese umane. Ma questa volta Pietro dà una stupenda risposta (“Tu sei il Cristo , il figlio del Dio vivente”) che lo fa definire beato da Gesù stesso: “Beato te Simone, perché né la carne, né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”.
• …e per te, chi è?
E per ognuno di noi, chi è Gesù Cristo? Lo sappiamo? Se sapremo chi è Lui per noi, sapremo anche chi siamo noi, ma finché non sappiamo bene chi Gesù è per noi, non sappiamo bene neppure chi siamo noi. E’ Colui che è presente nella nostra vita, ogni giorno, o un personaggio qualunque vissuto duemila anni fa e niente più? E’ vivo oggi o appartiene al passato? Dalla risposta che daremo a questa domanda sulla sua identità dipenderà anche la nostra identità .
E dipenderà il nostro cammino quaggiù e il nostro destino eterno.
Wilma Chasseur
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