XX
Visitatori e "persecutori"
Visitatori e "persecutori"
Il senso della direzione spirituale
Ore e ore di presenza quotidiana nel confessionale. La Messa mattutina e altre celebrazioni nel corso della giornata (dal 22 aprile 1940 al 23 aprile 1966 benedisse le nozze di 389 coppie; dal 29 dicembre 1939 al 28 agosto 1966 amministrò 820 battesimi>. Incontri di direzione spirituale e per guidare la realizzazione delle varie opere, come la Casa Sollievo o i Gruppi di preghiera... Padre Eusebio Notte, che gli fu accanto per diversi anni, testimonia che «il ritmo normale delle giornate di Padre Pio era così assillante, che noi assistenti ci stancavamo al punto da aver bisogno spesso di un avvicendamento».
Padre Pio invece proseguiva imperterrito nel suo zelo apostolico e non conosceva riposi né svaghi. In pratica il suo tragitto quotidiano si snodava unicamente sull'asse fra la cella e la chiesa, con qualche rapidissima puntata in refettorio. Ha raccontato padre Rosario: «Padre Pio non si portò mai al secondo piano del convento, costruito dopo la seconda guerra mondiale. Non visitò mai la nuova chiesa per vedere come era fatta. Una sera, affacciandosi alla finestra del coro della chiesetta, rimase stupito nel vedere la piazza illuminata: "Sono già tanti anni che lo è!", esclamò padre Leone da San Giovanni Rotondo».
Ma tutto questo non gli risultava un sacrificio, perché Padre Pio viveva il sacerdozio come un gravissimo impegno di servizio per la salvezza delle anime. Talvolta però i suoi confratelli scherzavano con lui, chiedendogli se valesse davvero la pena di rimanere seppellito a San Giovanni Rotondo senza mai uscirne, senza veder nulla di nuovo e senza prendersi qualche giorno di riposQ. E allora il Padre rispondeva: «Chi l'ha detto che non mi prendo il mio riposo? Ogni giorno, non me ne vado in chiesa davanti al santissimo Sacramento? E non vi pare questo un riposo?».
Proprio da tale linfa traeva vigore la sua direzione spirituale. Una responsabilità che egli sentiva intensamente: «Le anime appartengono a nostro Signore e un giorno ce ne domanderà strettissimo conto», disse a padre Mariano Paladino, incaricandolo della guida di una persona. E alla richiesta:
«Come devo comportarmi?», il Padre rispose:
«Con fermezza e con dolcezza».
A un confratello che confidenzialmente gli domandò se ci si poteva santificare senza direttore spirituale, Padre Pio spiegò: «Può anche bastare il confessore e, quando questi non sia capace di comprendere certe situazioni dello spirito, ci si rimette alla bontà di Dio. Però, fare da sé è come studiare da sé: col maestro si fa prima e meglio!». In tale studio, egli suggeriva anche i libri di testo migliori:
il Cammino di perfezione, il Castello interiore e l'Auto-biografia di santa Teresa d'Avila; le Confessioni di sant'Agostino; l'Esposizione del dogma cattolico di Jacques Marie Louis Monsabre; il Trattato dell'amor di Dio di san Francesco di Sales; la Notte oscura di san Giovanni della Croce.
La sua, secondo padre Carmelo Durante, è stata «una poliedrica azione di consiglio e di stimolo in campi e su problemi che toccano l'inverosimile:
un azione che nessun uomo politico, nessun apostolo ha mai svolto finora nella storia del mondo e della Chiesa». Però, quando ci volevà, i suoi consigli proponevano innanzitutto il buon senso. A padre Carmelo, che prima di usare l'automobile per i viaggi chiedeva una benedizione e una preghiera, rispondeva: «Io prego, ma sei tu che non devi premere troppo l'acceleratore!».
Nell'introduzione all'Epistolario, i curatori hanno sottolineato i due elementi su cui Padre Pio fondò il proprio insegnamento: «Il primo si riferisce allo sviluppo delle virtù teologali; e ciò non tanto perché Padre Pio enuncia principi dai quali risulta che Dio è al centro della sua direzione spirituale, quanto perché egli mette ogni impegno nello sviluppare, nell'anima che dirige, la grazia e le tre virtù teologali: fede, speranza e carità, orientandola sempre verso queste tre energie soprannaturali. Il secondo è che lo sviluppo delle virtù teologali, per volere di Padre Pio, avviene in un'atmosfera di spiritualità francescana, che si concretizza in alcune virtù morali, tipiche di ogni seguace del Poverello di Assisi, il cui esercizio viene caldamente raccomandato».
Da quelle pagine di lettere vergate con le mani sanguinanti e doloranti per le stimmate, sgorga tuttora nella sua intensità l'ideale supremo proposto da Padre Pio: «È ottima cosa l'aspirare a un'estrema perfezione nella vita cristiana», «Chiedere a Gesù di farci santi non è superbia, né audacia, perché è lo stesso che desiderare di amarlo con amore grande», «Ardentemente desidero vederti ascendere per tutti i gradi della perfezione cristiana, senza soste e senza deviazioni».
0 commenti:
Posta un commento