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giovedì 22 luglio 2010

Faccia a faccia con il demonio: “Sesso, divorzio, aborto, occultismo: ecco come riesco a portare gli uomini all’Inferno…”

La Vigna del Signore si è posta come uno degli obiettivi principali, quello di trasmettere la realtà dell'inferno a cui molti non credono. PEr far questo abbiamo anchecreato una sezione apposita () e ora abbiamo deciso di pubblicare in due parti,  l’introduzione e il testo di un colloquio intrattenuto dal compianto esorcista Don Giuseppe Tomaselli, con uno spirito infernale interrogato con l’autorità della Chiesa durante una preghiera di liberazione. La seconda parte dell'intervista verrà pubblicata nel post del giorno di domani. Buona lettura.


di Don Giuseppe Tomasselli

Il Sommo Pontefice Paolo VI, in uno dei suoi illuminanti discorsi, il 15 novembre 1972, accennò al demonio ed al male che esso produce nel mondo. Contro il detto Papa ci fu una levata di scudi, certamente da parte di ignoranti e degli irreligiosi: ma ancora la Chiesa parla del demonio? Ancora si crede a certe dicerie dei secoli scorsi? E’ in circolazione un libretto, dal titolo “Interviste col maligno”. Ho pensato che potrei scrivere anch’io un libretto sul delicato argomento, in quanto da cinquant’anni in qua (1934-1984) ho esercitato il compito di esorcista ed anzi ho avuto non poche volte l’occasione di vedere il demonio, in forma umana, di lottare direttamente con lui, anzi di essere stato preso più volte per il collo e maltrattato. Ho potuto studiarlo, come si vedrà in questo scritto, nelle varie manifestazioni. Inoltre sono stato e sono Direttore Spirituale di anime mistiche, le quali sogliono essere bersaglio diretto e terribile del demonio in persona, e come Direttore di tali anime ho potuto constatare fatti, che sembrerebbero inimmaginabili, eppure io sono stato testimonio per decine e decine di volte. Per svolgere il tema ho dovuto impostare l’intervista in forma ideale, né potrebbe farsi diversamente; però quanto si verrà esponendo corrisponde ai detti ed ai fatti, di cui io sono stato testimonio oculare, auricolare e parte direttamente interessata.

Melid, intratteniamoci in conversazione, per fare un’intervista. So per studio e per esperienza che tu operi sempre per il male, poiché sei confermato nel male e non puoi volere altro che il male. Ma so anche che pur volendo sempre il male, indirettamente, contro tua voglia, per disposizione divina puoi cooperare al bene, così avviene che tante volte tenti al male e chi vince le tue tentazioni si arricchisce di meriti eterni. Quest’intervista potrà operare molto bene, ed io prego Dio che ti costringa a rispondere ai quesiti che ti presento.

“Ebbene, Pretaccio, cosa chiedi? Non dimenticare che tu parli con Melid! E dimmi: come sai che io mi chiamo Melid?”.

Me lo dicesti tu stesso al nostro primo incontro tanti anni or sono. Anzi, allora eravate in due, tu ed il tuo aiutante Ofar. Allora ti chiesi: Come mai siete in due? Voi di solito andate in giro per il mondo o in uno o in tre o in sette e tu mi rispondesti indispettito: Cosa sai tu di questi numeri? - Prima di andare avanti con l’intervista, ti rivolgo una domanda in apparenza inutile, anzi piuttosto sciocca: Tu, Melid, in qualità di demonio, esisti o no?

“Ignorante! E come potrei non esistere?”.

Quando ti conviene, dici che esisti; in caso contrario, fai dire sfacciatamente che non esisti. Comunque, dimmi Melid, prima di essere demonio chi eri?

“Ero un alto ufficiale della Corte Angelica, un Cherubino, ed ora sono un ufficiale di Satana”.

Ma come ti sei deciso a lasciare il Paradiso ed a piombare nell’Inferno? Non sapevi che c’era preparato l’inferno, perché ti sei azzardato a ribellarti a Dio?

“Lui, l’Altissimo, disse a me ed ai miei compagni che ci avrebbe messi alla prova, non ci disse che ci avrebbe punito con l’inferno, nel fuoco eterno; ed è fuoco, fuoco!”.

E quale fu la prova alla quale foste messi tutti gli Angeli?

“Accettare che il figlio dell’Altissimo avrebbe presa la natura umana e noi, di natura angelica, che è di gran lunga più nobile di quella umana, avremmo dovuto umiliarci davanti a Lui e adorarlo. Lucifero, che splendeva come il sole nel firmamento, si ribellò: ‘Se si farà uomo, disse, non lo servirò, sarò a lui superiore!’. Apparve durante la prova la figura di un uomo”.

La figura di quest’uomo era coronata di spine o era in Croce?

“No; era la figura d’un semplice uomo. Grandi schiere di Angeli eravamo del parere di Lucifero. S’ingaggiò una lotta terribile tra Michele e Lucifero e tra fuoco e zolfo d’un colpo precipitammo nel pozzo infernale”.

Bel guadagno facesti quel giorno, infelice angelo ribelle! Ora sei pentito del male fatto?

“Pentito? Giammai! Lui, l’Altissimo, non doveva umiliarsi così! Io odio e odierò per sempre il Cristo, perché per Lui mi trovo nell’inferno. Come è ingiusto questo Dio! Un solo peccato io ho fatto e sono condannato nel fuoco eterno; mentre voi con tanti peccati ed assai gravi avete quella Donna (…la Madonna…). L’avessimo avuta anche noi!”.

Nell’inferno come siete organizzati?

“Il Cristo vi diede qualche idea, quando gli fu rinfacciato che scacciava i demoni per l’appoggio di Belzebul, dicendo: ‘Come può Satana andare contro Satana. Un regno diviso in se stesso va in rovina, mentre il regno di Satana perdura’. Nell’inferno c’è il vero regno di Satana; Lucifero ne è il capo, il despota. Quelli che eravamo ufficiali di Corte Angelica, ora siamo ufficiali delle schiere infernali. Ero un cherubino ed oggi sono un alto ufficiale del regno di Satana, con il compito più lucroso ed interessante, che è quello di spingere all’impurità’.

Voi demoni non avete bisogno di dormire, di procurarvi il pane quotidiano e non potete sentire il peso della stanchezza. Come svolgete la vostra attività?

“Odiando Dio e rodendoci di rabbia e di gelosia contro le creature umane. Sfogando l’odio verso Dio, dovremmo sentire del piacere; invece tutto aumenta la nostra sofferenza”.

Chiedo un’altra delucidazione. Voi demoni state sempre nel pozzo della fornace ardente o potete anche uscirne?

“Per permissione dell’Altissimo, Lucifero può mandare demoni in giro per il mondo. Tu da Prete, sai che non si possono scrutare i disegni divini. I demoni che vagano per il mondo, continuano a soffrire, perché sono sempre sotto la mano punitrice di Dio. Però andando in giro per il mondo, possono avere dei sollievi”.

Comprendo in qualche modo questa situazione, perché Gesù disse: ‘Quando un demonio esce da un uomo, va in giro in cerca di riposo’. E poi tu stesso, Melid, me lo facesti comprendere, quando durante un esorcismo mi chiedesti: ‘Dimmi dove devo andare e me ne vado!’. Và in alto mare nel corpo di qualche pesce, ti dissi. Tu mi rispondesti: ‘Io cerco uomini’. Ed io soggiunsi: ‘E perché non vuoi andare nel corpo del pesce?’. ‘Mi rispondesti: e perché non vai tu a riposare nel corpo delle bestie?’. Dunque, voi demoni che andate vagando per il mondo, pur soffrendo senza interruzione per il vostro stato di dannazione, potete avere degli alti e bassi di sofferenza. Voi demoni, quando andate in giro per il mondo, se Dio lo permette, potete impossessarvi di un corpo umano; ne sono prova gli ossessi; nel Vangelo si parla spesso di questi infelici ossessi. Quando non potete impossessarvi degli uomini, v’impossessate delle bestie, come faceste a Gerasa, al tempo di Gesù, entrando nel corpo di quei maiali che pascolavano. Potete anche impossessarvi di certi luoghi, come potrebbe avvenire nelle stanze ove si fanno le sedute spiritiche, ed ivi potete produrre fenomeni strani e terrificanti, per cui si rende necessaria l’opera sacerdotale con particolari benedizioni…

“Hai altro da chiedere?”.

Ancora sono all’inizio. Ti presento una mia constatazione, frutto di esperienza, che riguarda l’ossessione di uomini e di donne. Dato che nel corpo umano godi di un certo riposo, quando ti è permessa l’ossessione, tu fai il possibile per rimanere nel corpo umano e ricorri alle tue numerose astuzie; prima di tutto fai il possibile per non farti riconoscere come demonio, per non essere cacciato. Scegli corpi umani che abbiano qualche malessere, così la gente invece di badare all’ossessione bada alla malattia; nel corpo di certi ossessi ci può essere quindi la malattia e l’ossessione; per non farti cacciare, sovente dici: ‘Sono uno spirito buono e son venuto per aiutare tutta la famiglia’. Tu temi gli esorcismi e, quando sei scoperto, trai in inganno il Sacerdote esorcista sforzandoti di far comprendere l’inutilità degli scongiuri religiosi, cosicché il Sacerdote, non vedendo alcun frutto, lascia gli esorcismi. Anche con me talvolta hai usato questa tattica ed ho cercato di non cadere nella tua rete. Ricordi Melid, quell’uomo che da più di vent’anni tenevi nell’ossessione? Ebbene, ogni giorno facevo l’esorcismo; tu resistevi; cominciai a farlo due volte al giorno ed allora, irato, dicesti: ‘Basta! Non ne posso più! Preferisco ritornare nel pozzo infernale’. Tra le insidie degli ossessi c’è anche questa: quando vieni scoperto sovente dici: ‘Sono l’anima della tale persona uccisa’. Ricordi, Melid, quando in un esorcismo domandai: ‘Chi sei?’. Mi rispondesti: ‘Sono il maresciallo Bluetti di Palermo, ucciso sedici anni fa’. Man mano che incalzavano le preghiere, ti rivelasti: ‘Si, sono il demonio! E perché vuoi cacciarmi? Che male faccio a questa creatura? Melid, vorrei sapere perché voi demoni preferite ritornare nell’inferno, anziché subire gli esorcismi…
“Quando siamo nell’inferno la sofferenza è grande; durante l’esorcismo la sofferenza è grandissima. Nell’inferno siamo, per così dire, lontani da Dio; durante l’esorcismo siamo vicini alla Divinità ed aumenta la sofferenza, come quando c’è una fornace ardente; più ci si avvicina e più aumenta il calore”.

Chi l’avrebbe mai detto che tra te, Melid, e me avrebbero dovuto attuarsi tanti rapporti, non di buona amicizia, ma di vicendevole lotte? E che lotte! Più volte mi chiedo, scherzando: ma Melid come mai sente tanta attrattiva verso di me? Mi segue di notte e di giorno per tormentarmi nello spirito e nel corpo. Tu, o demonio, sei tanto industrioso nel disturbarmi, però essendo angelo delle tenebre, preferisci molestarmi o apparirmi nelle ore notturne.

“Pretaccio, ci vuole poco a comprendere il motivo della mia condotta nei tuoi riguardi. Io lavoro per strappare anime a Dio e tu lavori per rubarmi anime. Spendi la tua vita a scrivere e diffondere libretti religiosi popolati ed i lettori credono ciò che tu scrivi”.

Ma se tu sei potente, allorché scrivo contro di te libri e ne ho scritti quattro direttamente contro di te, perché non mi paralizzi la mano?

“Non posso. Quel tale (Dio) non lo permette”.

Ricordati, Melid, cosa facesti un paio di mesi addietro? Stavo per levarmi dal letto, erano le ore sei, venisti nella mia camera arrabbiato e mi afferrasti per il collo; avresti voluto strozzarmi. Io sentivo le tue manacce al collo e nelle altre parti del corpo. La lotta fu forte…

“Ma vincesti tu, perché il Cristo ti ha dato un’arma alla quale non posso resistere. E’ l’invocazione del Sangue di Cristo, invocazione, che tu ininterrottamente ripeti quando sono addosso a te. Quella mattina tu avevi pronti per la spedizione due mila libri e per questo motivo ti piombai addosso”.

Mentre siamo nell’argomento delle tue manifestazioni dirette, chiariscimi qualche circostanza un poco oscura. La notte dl 24 maggio 1963, venisti nella mia camera. Eri sotto le sembianze di una donna, anzi un donnone. Ti sei gettato addosso a me. Io cercai di resistere, come al solito; in un dato momento mi rendesti del tutto immobile. Allora mi toccò subire il tuo assalto. Tu sai che quando noi due lottiamo, istintivamente ti do’ dei morsi alle mani e alle braccia, con le mie mani ti tocco, però quando ti do’ i morsi, coi denti non stringo nulla. Come mai che con le mie mani ti tocco, ovvero sento le tue membra che toccano me, e con i denti non stringo nulla?

“La spiegazione l’avesti quella stessa notte. Subito dopo l’assalto di quella donna, tu mi vedesti in forma umana presso il tuo letto. Allora facesti uno studio su di me. Ti fermasti ad osservare la mia carnagione, i nervi, le vene e l’ossatura. Vedevi il corpo umano, in pelle ed ossa. Ti venne l’istinto di toccarmi; appena la tua mano toccò la mia mano, sull’istante io scomparvi e tu rimanesti solo in camera. Noi demoni, sebbene ribelli, abbiamo conservata la nostra natura angelica, con l’intelligenza, che supera ogni intelligenza umana. Conosciamo tanti segreti di natura, per cui possiamo prendere qualunque forma sensibile e possiamo anche far vedere ciò che non esiste fisicamente o non far vedere ciò che esiste oppure far provare o no le varie sensazioni. Il corpo di quella donna che sentivi addosso ed il corpo umano che vedesti, non esistevano come tali, però agivano come se esistessero fisicamente”.

Perché questo assalto avvenne in quella notte?

“Per uno sfogo di rabbia contro di te, perché il giorno precedente eri stato ricevuto dal Papa in udienza privata ed avesti modo di fargli le tue confidenze, cosa che mi era dispiaciuta”.

Mi pare che tanti assalti me li fai a proposito ed a sproposito. Ricordi, Melid, che anni or sono mi assalisti nel cuore della notte? Venisti nella mia stanzetta, al solito ti avventasti al collo, ma potesti fare poco, perché come tu vedesti, apparve una mano minacciosa sulla spalla del mio letto e tu, dopo pochi minuti, dovesti lasciarmi e partire. Ed alla fine di luglio del 1983, quando ero a Fiuggi, nella Pensione Santa Chiara, perché venisti a lanciare una bomba a mano nella mia stanza? Che colpo e che esplosione! Io dissi: questa volta Melid avrà fracassato lavandino, specchi ed altro! Invece tutto rimase intatto.

“Volli disturbarti perché a Fiuggi con le tue quotidiane conferenze vespertine, mi strappasti delle anime, che avevo io e ritornarono a Cristo”.

Melid, ci fu un lungo periodo in cui i tuoi assalti erano molto frequenti.

“Certamente, perché allora scrivevi libri senza interruzione, stando nella quiete di una montagna. Ad ogni libro che scrivevi, aumentava la mia rabbia, allora ti assalivo anche in forma di ossessione”.

A proposito, in quel tempo ebbi la voglia di constatare come t’impossessavi di me. Gesù mi accontentò. Una sera, mentre mi disponevo al riposo, trovandomi nella mia stanzetta, all’improvviso udii come l’appressarsi di un ciclone, preceduto da un sibilo acuto, all’altezza di un metro dal letto. Contemporaneamente fui in tuo possesso e mi trovai in un antro diffuso di penombra. Eravate in tre, con la faccia nera. Gli altri due si misero a sedere e guardavano la scena della lotta che si svolgeva tra noi due. La lotta fu forte e si protrasse per dieci minuti poiché appena mi lasciasti controllai l’orologio. Melid, quante seccature mi procuri e sotto quante forme ti manifesti a me, anche lungo le vie, come facesti; in questa mia città, proprio in piazza; nella nottata a Firenze, nel ricovero, sotto forma di guardia notturna. Vorrei sapere che vantaggio hai quando moltiplichi le seccature su di me. Se sto a letto, ecco uno squillo di campanello sotto le coperte, ovvero sotto forma di sparviero, batti le ali fortemente e ripetutamente sul guanciale, oppure ti corichi al mio fianco e mi fai sentire anche i tuoi respiri. Ed inoltre che gusto quando lungo il giorno mi regali dei pugni alle spalle, oppure come un ragno m’invadi la faccia e ricordo anche quando mi facesti sentire un grosso ago, che partendo dalla sommità del capo, mi traforò testa e faccia fin sotto il mento! In realtà non c’era nulla, ma mi facesti sentire il dolore di una vera trafittura. E che gusto hai quando mi fai sentire la tua vociaccia sguaiata?

“Pretaccio, ci vuole così poco a comprendere! Siccome tu mi produci delle seccature con le varie forme di apostolato, io mi disobbligo con altrettante seccature. Piuttosto, non hai paura di me? Io sono Melid ed ho tanta possibilità di ridurti un cencio!”.

Veramente solo qualche volta ho avuto un po’ di tremarella alla tua presenza, ma subito mi scomparve, pensando che tu non sei libero e non puoi scostarti un palmo dalla volontà di Dio. Difatti quando mi hai minacciato, ti ho detto sempre: Non ho paura! Se Dio te lo permette, agisci pure; diversamente non puoi farmi nulla. Ricordi la minaccia fattami l’altra volta? ‘Pretaccio, vedrai ciò che ti farò questa notte!’. La notte ti aspettavo e venisti, ma non potesti entrare nella mia stanza; battevi alla porta, ma non potevi entrare.


Don Giuseppe Tomasselli 


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi sa che avreste dovuto citare la fonte...

Anonimo ha detto...

la fonte è www.papanews.it

Riscoprire la fede ha detto...

Ti ringrazio per la segnalazione, provvediamo subito.

Un caro saluto e a presto!

Enza ha detto...

Siamo immersi nelle tentazioni, infatti la confessione almeno 15ale ci aiuta a purificarci, a liberarci. Grazie a Dio per averci dato sacerdoti che ci aiutano nel nostro cammino certamente non facile e pieno di insidie. Grazie a chi mette a disposizione questi documenti così importanti. Il demonio vince anche sul fatto che la gente ormai è diventata apatica e non lo riconosce più, è come se non esistesse. La chiesa deve iniziare a fare un passo verso questo aspetto, dire quali sono i peccati e chi è il demonio, parlare solo della bontà divina (guai a noi se non ci fosse), non è più sufficiente secondo me. La chiesa deve rifiutare chi entra in maniera sconcia solo perchè è moda, come se fosse vitale vestirsi così.
Vade retro satana e venga il buon Gesù.
Io per quello che posso diffondo questo documento e lo faccio circolare pure al lavoro, non mi interessano i giudizi ormai, perchè la vita è un soffio e se solo si riuscirà a portare anche un'anima sola a Dio, sarà un'anima in meno persa. Grazie ai Papa boys e grazie alla vigna per aver messo a disposizione questo scritto. Dio vi benedica

Angel ha detto...

Brava Enza, poiché bisogna diffondere queste cose se vogliamo condurre questa battaglia contro il demonio e la deriva che sta portando. Sì, anche io mi aspetto più decisione da parte della Chiesa perchè sta diventando troppo accondiscendente nei confronti dei fedeli. Invece bisogna essere come gli apostoli: buoni, ma fermi nella predicazione e nel denunciare il male. A presto!

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