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giovedì 15 luglio 2010

Nuova testimonianza: Due Vescovi a Medjugorje

 Oggi, lasciamo il campo della teologia, per toccare con mano, la pratica e cioè la fede vera e propria, sperimentata nel cuore. Ecco una testimonianza di due Vescovi, direttamente da Medjugorje, definito dal Venerabile Giovanni Paolo II, "il centro spirituale del mondo"!


Due Vescovi a Medjugorje - Eco di Medjugorje nr.151

Alcuni vescovi si sono recati in visita a Medjugorje nei mesi scorsi. Al termine del loro soggiorno hanno rilasciato la propria esperienza. La confessione è la grazia più grande di Medjugorje - Mons. Robert Rivas, domenicano, vescovo dei Caraibi, ha soggiornato a Medjugorje per una decina di giorni alla fine di febbraio. In un colloquio con P. Slavko si è espresso così nei riguardi di questo luogo di grazie che tra l’altro visitava per la secondo volta:
“A Trinidad si parla molto di Medjugorje sin dai primi giorni delle apparizioni. Alcuni pellegrini, fin dall’inizio, mi avevano chiesto di venire qui in veste di sacerdote e nel 1988 risposi al loro invito. Fui molto felice e soddisfatto della mia prima visita a Medjugorje, perché riscontrai un rinnovamento della fede e della vita nei pellegrini. La grazia speciale di Medjugorje è che i sacerdoti che vengono con i gruppi hanno la possibilità di operare come sacerdoti, mettendosi a disposizione per le confessioni ed i colloqui.
La confessione, poi, è la grazia più grande di Medjugorje, qui i pellegrini hanno iniziato a cambiare la propria vita e a portare i frutti di questo cambiamento nelle loro parrocchie, dal punto di vista della preghiera, della vita sacramentale e delle attività parrocchiali in genere.
Proprio per tutti questi frutti che ho potuto vedere nella gente devo dire che qui esiste una grazia speciale e che Maria è presente. Io credo davvero che la Vergine parli qui. -Mi ha colpito profondamente l’amore dei fedeli nei confronti del vescovo (questa volta infatti non era in incognito). Chi ama il vescovo, ama la Chiesa. Qui lo Spirito Santo è all’opera. Qui la Vergine è all’opera. Io personalmente desidero essere sempre sotto la sua protezione.
Quello che cerco di realizzare nella mia vita è la semplicità. Il mio messaggio alla comunità parrocchiale, ai veggenti, ai sacerdoti della parrocchia ed a tutti i pellegrini è quello di essere pronti a offrire completamente la propria vita a Dio e a liberarsi per l’amore, per poter vivere il Vangelo in una totale semplicità e bellezza. Voglio che tutti riconoscano che Gesù è il Re della nostra vita. Noi cattolici dobbiamo essere pronti a mostrare al mondo la bellezza della nostra fede con l’aiuto della Madonna.
Raccomando a tutti di venire a Medjugorje perché qui si riscopre la propria fede nella Chiesa e nella Vergine e si diventa gioiosi testimoni della lieta novella. Ed a Medjugorje la lieta novella è la Pace.”

I frutti testimoniano la bontà dell’albero - Dal 18 al 23 marzo a Medjugorje ha soggiornato Mons. Franziskus Eisenbach, vescovo ausiliario di Mainz. Ecco le sue impressioni: “Sono venuto qui in veste di pellegrino. Già da anni seguo Medjugorje e la conosco. La prima impressione che ho avuto è stata quella di una chiesa sempre piena, durante tutte le Messe e soprattutto durante l’adorazione. È evidente che molte persone abbiano compreso che questo è soprattutto un luogo di preghiera, ne conosco molte, infatti, che a Medjugorje hanno rinnovato la propria fede ed hanno imparato di nuovo a pregare. Ora ho potuto sperimentare anch’io come questo luogo possa essere di aiuto in questo senso. La seconda esperienza, per me molto importante, è stata che a Medjugorje non ci si occupa soltanto di preghiera, ma la preghiera porta frutti per l’uomo, soprattutto per le persone in difficoltà. Vorrei ricordare in modo particolare il “Majèino selo” (Villaggio Materno), presso cui trovano rifugio madri con bambini, donne abbandonate ed orfani di guerra. Ho visto che qui i bambini abbandonati hanno la possibilità di imparare a vivere e questo è molto importante. Mi ha inoltre colpito in modo particolare la comunità di Suor Elvira dove i tossicodipendenti e coloro che sono dipendenti da altre forme di male trovano un luogo di rifugio e guarigione. Con loro ho celebrato la Santa Messa ho condiviso la preghiera. È stato molto bello vedere con quanta forza preghino e con quale gioia celebrino la Santa Messa. Ho capito che il metodo migliore per guarire è quello di approfondire la propria fede e vivere la comunione nella preghiera e nel lavoro.
Questo amore concreto verso i bisognosi mi dimostra che a Medjugorje c’è un vero spirito di preghiera. L’amore verso Dio che si rivela nella preghiera ha portato dei frutti che si manifestano nella cura verso gli uomini. Volevo inoltre comprendere meglio il fenomeno delle apparizioni e per questo motivo ho cercato di incontrare almeno una delle persone che sostengono di vedere la Vergine. Ho incontrato Marija, ho parlato con lei e sono stato presente all’apparizione.
Medjugorje è un luogo dove si prega continuamente per la pace. Il suo messaggio a tutto il mondo è chiaro: bisogna superare le guerre ed i conflitti con la forza dell’amore. Si ha l’impressione che Medjugorje tocchi completamente l’uomo: cuore, anima e corpo; le preghiere ed il luogo di preghiera lo catturano. Medjugorje, in questo senso, porta un messaggio a tutta la Chiesa: permettere a Dio ed alla Madonna di toccarci nella nostra realtà umana e permettere a Maria di donarci il suo amore per imparare ad amare con tutto il cuore. Posso dire che nessuno deve aver paura di venire a Medjugorje, sebbene non sia stata ancora riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa. Qui si prega davvero in un modo che cambia l’uomo. Per questo motivo qui arriva una moltitudine di fedeli che vuole imparare a pregare. Io desidero portare questo messaggio anche in Germania perché noi tedeschi siamo più inclini al razionalismo che al sentimento. Qui viene inviato un messaggio a tutti gli uomini e di questo abbiamo realmente bisogno.”

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