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sabato 31 luglio 2010

Il Sabato dei Salmi - Salmo 14 - L'uomo senza Dio


Salmo 14 

L'uomo senza Dio
[1]Al maestro del coro. Di Davide.

Lo stolto pensa: «Non c'è Dio».
Sono corrotti, fanno cose abominevoli:
nessuno più agisce bene.

[2]Il Signore dal cielo si china sugli uomini
per vedere se esista un saggio:
se c'è uno che cerchi Dio.

[3]Tutti hanno traviato, sono tutti corrotti;
più nessuno fa il bene, neppure uno.
[4]Non comprendono nulla tutti i malvagi,
che divorano il mio popolo come il pane?

[5]Non invocano Dio: tremeranno di spavento,
perché Dio è con la stirpe del giusto.
[6]Volete confondere le speranze del misero,
ma il Signore è il suo rifugio.
[7]Venga da Sion la salvezza d'Israele!
Quando il Signore ricondurrà il suo popolo,
esulterà Giacobbe e gioirà Israele.

COMMENTO

Il titolo di questo salmo è già di per sé significativo perchè ci fa capire con immediatezza, di cosa parla Re Davide. L'uomo senza Dio, quello che noi oggi definiamo ateo. Sin dai tempi più antichi, l'uomo ha rinnegato Dio negandone l'esistenza. Persino tra il popolo eletto e cioè il popolo ebraico, c'è sempre stato l'uomo senza Dio. Quanti episodi abbiamo visto nella Bibbia: quanti rinnegamenti, quanto lordume ad opera di uomini che si erano dimenticati chi era l'Autore della Vita. E Re Davide pensa molto a loro: non è la prima volta, infatti, che incontriamo questi riferimenti, segno che ai suoi tempi, il male era ugualmente molto prolifico. Allora, c'era chi pensava che Dio non esistesse: ciò li portava a compiere ogni sorta di abominio perchè non avevano più la bussola della giustizia, nei loro cuori. Ecco come, ancora una volta, troviamo una somiglianza incredibile tra i tempi antichi e quelli odierni. Sono passati millenni, ma l'uomo resta sempre lo stesso: rinnega Dio per compiere il male che desidera. Pensiamoci bene: perchè un uomo dovrebbe rinnegare una Fonte di Giustizia buona e retta? Perchè non si vuole amare Dio? La risposta è sita nella nostra coscienza, nel nostro io: noi desideriamo il male e nessuno può negarlo. San Paolo, nelle sue Lettere, lo ribadiva molte volte. E l'uomo, quando giunge a voler giustificare il male per poterlo compiere senza rimorsi di coscienza, tende ad eliminare la causa che rende il desiderio malvagio. Il desiderio è malvagio in virtù della Legge: se noi non credessimo alla Legge, potremmo compiere ciò che vorremmo. Peccato però che la Legge è scolpita nei nostri cuori e non si può cancellare dalla coscienza. Essa infatti continuerà a gridare: forse la si può tacere per un tempo indeterminato, ma prima o poi griderà tutta la sua indignazione e l'uomo si renderà conto dell'abominio delle sue azioni. Anzi, si può dire, che proprio la coscienza sarà uno dei tormenti più grandi per le anime dannate.

Re Davide pone sempre la sua fiducia in Dio perchè sa che la Sua Giustizia, prima o poi, si compirà. L'uomo senza Dio, incontrerà Dio e rimpiangerà di esser nato. Rimpiangerà di non aver voluto ascoltare, di non aver voluto vedere e di aver voluto raggiungere ogni sorta di piacere. Noi non siamo lontani da questo modello: il mondo odierno punta tutto sulla felicità terrena e sul piacere immediato, anche se questo va a discapito degli umili e dei miseri. Basta guardare cosa si è disposti a fare pur di entrare nel mondo della televisione. Guardiamoci dal desiderare il piacere a tutti i costi perchè il prezzo da pagare sarà molto salato. Noi non ce ne accorgiamo, ma con i nostri desideri contribuiamo alla sottomissione dei miseri e dei poveri: noi stessi possiamo esser ritenuti come aguzzini a causa dei nostri comportamenti sconsiderati. Una comodità può comportare un dolore per gli altri. Gesù diceva che non dobbiamo pensare alla felicità di oggi, al piacere di oggi, ma alla felicità di domani e cioè alla felicità eterna. In questo modo, liberandoci da desideri e bisogni inutili e dannosi, ci potremo rendere conto di quanto male abbiamo causato a causa della nostra brama egoistica. Non chiudiamo la porta di casa nostra perchè dobbiamo pensare a custodirla: perchè in questo modo non potremo udire il richiamo del povero e del bisognoso. E quel richiamo che oggi ignoriamo, risuonerà forte nella nostra testa quando verrà il Signore.
Re Davide sa che Dio, infatti, verrà presto per ricondurre il Suo popolo: allora i miseri si rallegreranno ed esulteranno mentre i senza Dio e gli egoisti piangeranno. La domanda che noi rivolgiamo a chi ci segue è: voi cosa volete essere? Il misero o l'egoista? A voi l'ardua sentenza...


2 commenti:

Mikhael ha detto...

Non c'è altro da aggiungere. Questa riflessione ha saputo ben spiegare il senso del Salmo e spero molti atei si rendano conto del loro errore. Oggi l'ateo con le sue minaccia intimorisce il cristiano il quale si ferma nell'impegno di evangelizzarlo. Invece dobbiamo ricordarci che Cristo è con noi e non dobbiamo temere l'ostentazione orgogliosa del loro modo di agire. In verità l'ateo non è altro che un uomo come noi, con l'unica differenza che non crede, ma le debolezze nostre ce le ha tutte, anzi credo di più poiché non ha l'appoggio e il rifugio sicuro quale è Dio. Oggi i non credenti, e mi riferisco a quelli "estremisti" perché precisiamolo, ci sono anche non credenti moderati, si creano un personaggio forte e spavaldo, ma in verità nelle loro anime sono deboli perché davanti ad una tragedia non hanno la forza di Cristo che li sorregge e questo conferma le parole di Gesù il quale dice: Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

Chi accoglie e mette in pratica le parole di Cristo, riceve da Lui la forza spirituale che lo incoraggia e lo sostiene in ogni situazione, anche la più drammatica. Ecco perché noi avendo questa forza dentro di noi che proviene da Cristo, non dobbiamo temere le debolezze umane dei non credenti i quali con il loro alzare la voce non fanno altro che dimostrare la loro debolezza: Chi si sente nel pericolo alza la voce per affermare il suo dominio, a differenza dell'uomo giusto che con il silenzio cammina sulle strade della fortezza, dell'amore, della carità, della pace. Ecco perché quando ci accostiamo ai non credenti dobbiamo mostrare loro la serenità dell'anima e associare all'evangelizzazione a parole, l'evangelizzazione praticata con le nostre azioni. Poiché non credono nelle parole di Cristo, con il nostro esempio si renderanno conto quanto la Parola del Signore è ricca di Verità. Dobbiamo evangelizzare senza timore. Se desideriamo essere uomini di Dio, dobbiamo agire da uomini di Dio, ovvero senza lasciarsi ostacolare dai preconcetti umani, ma andare avanti confidando sempre e solo nel Signore Gesù Cristo.

Un caro saluto e a presto!

Angel ha detto...

Grazie Mik, condivido ovviamente il tuo punto di vista. A presto!

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