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venerdì 17 settembre 2010

Padre Pio - Sulla Soglia del Paradiso - Ottavo appuntamento

Torna l'appuntamento con la biografia che tratteggia una inedita "storia di Padre Pio raccontata dai suoi amici": "Sulla Soglia del Paradiso" di Gaeta Saverio:

Il

Breviario di spiritualità

Per amore della Chiesa


Le caratteristiche principali della spiritualità di Padre Pio sono state ben sintetizzate dal "teologo censore" che ha studiato e giudicato, all'inizio del processo di canonizzazione del cappuccino, tutti i suoi scritti: l'anelito costante all'unione con Dio e il fiducioso abbandono in lui; i trasporti di amore per Gesù Cristo, per la sua passione e morte e per la divina Eucaristia; la tenera e filiale devozione a Maria santissima e l'illimitata fiducia nella sua intercessione; la certezza della presenza e protezione dell'angelo custode.

Ma già lo stesso Padre Pio, nella lettera del 10 luglio 1915 al direttore spirituale padre Agostino da San Marco in Lamis, compendiava in poche frasi il proprio pensiero e la propria esperienza, esaltando «una vita tutta secondo il cuore di Dio, una vita tutta interiore e tutta nascosta in lui»; sollecitando «una mente sempre pura nei suoi pensieri, sempre retta nelle idee, sempre santa nelle sue intenzioni»; auspicando «sempre una volontà, la quale non cerchi altro che Dio e la sua gloria».

Infine, egli racchiudeva tutte le virtù nella pace:

«La pace è la semplicità dello spirito, la serenità della mente, la tranquillità dell'anima, il vincolo dell'amore. La pace è l'ordine, è l'armonia in tutti noi: ella è un continuato godimento, che nasce dal testimonio della buona coscienza; è l'allegrezza santa di un cuore, in cui vi regna Iddio».

Pur godendo di immensi doni spirituali, Padre Pio non fu comunque indenne da dubbi, da scrupoli, dalla sensazione di inadeguatezza alla chiamata di Dio. In numerosi periodi della vita sperimentò quella che tutti i mistici hanno definito la "notte oscura", e che lui stesso descrisse a padre Agostino nel gennaio 1916 in termini accorati: «L'anima mia da più tempo si trova immersa giorno e notte nell'alta notte dello spirito. Le tenebre spirituali mi durano delle lunghissime ore, dei lunghissimi giorni e spesso delle intiere settimane [...]. E un continuo deserto di tenebre, di abbattimento, d'insensibilità, è la terra natale della morte, la notte dell'abbandono, la caverna della desolazione; qui si trova la povera anima lontana dal suo Dio e solo con se stessa».

Ma il suo atteggiamento non fu mai arrendevole o rinunciatario. Anzi - oltre al costante ricorso ai direttori spirituali - approfittò delle circostanze più penose per andare alle fonti della spiritualità e della cultura cattolica, in modo da corroborare la propria mente e il proprio spirito. Per esempio, durante la segregazione del 1931-33, Padre Pio frequentò costantemente la biblioteca del convento e lesse diversi testi di mistica, ma anche i 35 volumi della Storia universale di Cesare Cantù, i 16 volumi della Storia dei Papi dalla fine del Medioevo di Ludwig von Pastor, i 16 volumi della Storia universale della Chiesa cattolica di René François Rohrbacher, i 7 volumi del Catechismo di perseveranza di Jean Joseph Gaume. Anche in seguito, ha testimoniato padre Pellegrino Funicelli, «raccoglieva con passione ogni frutto della cultura cattolica». E un giorno lo stesso padre Pellegrino gli lanciò una provocazione:

«Lei, Padre Spirituale, tra le cose da studiare e meditare sceglie soltanto quelle che le servono ad amare Gesù e la sua Chiesa...». Padre Pio rispose: «Io voglio vivere per Gesù e per la Chiesa. La scienza che serve a farmi vivere sempre più per il Signore e per la Chiesa è la cultura della mia vita e tutta la mia vita di cultura». E padre Pellegrino, di rincalzo: «Ma per amare Gesù e la Chiesa, secondo me, bastano quattro cognizioni». Padre Pio reagi alzando la voce: «E invece no. Ogni giorno, ogni ora, ogni istante io sento il bisogno di accrescere le mie conoscenze. E la Chiesa è una fonte inesauribile di vita e di cultura per me!».

Per di più, come hanno osservato e documentato numerosi confratelli, Padre Pio era certamente assistito da ispirazioni di carattere soprannaturale, che gli permettevano di esprimere valutazioni e pareri anche quando gli argomenti sembravano al di fuori della sua conoscenza teorica. Ha attestato fra gli altri padre Rosario da Aliminusa: «Quando si parla di questioni morali Padre Pio dà risposte di perfetta esattezza teologica».

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