XXIV domenica tempo ordinario
Siamo dei ricercati! Tutti! E c’è una taglia sulla nostra testa, ma niente paura: è già stata pagata e strapagata duemila anni fa a carissimo prezzo, anzi a un prezzo infinito; ha pagato Dio per tutti.
• 1) Il Signore cerca le pecore perdute…
E’ proprio in questo che si distingue la nostra religione: siamo dei ricercati. Infatti, mentre in ogni altra religione è l’uomo che va alla ricerca di Dio, qui è Dio che viene alla ricerca dell’uomo. E’ Lui che scende, si abbassa, si inabissa fin dentro le nostre caverne, dove ci siamo nascosti o siamo precipitati, inseguendo chimere ingannatrici e miraggi traditori. Gesù non sta lì ad aspettare che la pecora ritorni, ma parte Lui per primo (“è Lui che ci ha amati per primo”). Parte ancor prima che noi dubitiamo minimamente di essere perduti. Ci vede in fondo al burrone quando noi non vediamo ancora né il burrone, né ci accorgiamo di essere in fondo.
• 2 ) Gesù prestigioso ricercatore
Gesù, oltre che il Buon Pastore è anche il più grande e instancabile ricercatore che ci sia, davanti al quale ogni pur prestigioso “dottorato di ricerca”, impallidisce come chiaro di luna. Egli ricerca e inventa sempre nuovi sistemi per trovarci e scovarci nelle nostre spelonche dove ci rifugiamo per dimenticare che siamo infelici, e per scansare ogni possibile intrusione del Sole di Vita che, solo, ci darebbe la felicità, ma che -chissà perché- ci ostiniamo a cacciar fuori dalla mura della nostra vita e del nostro cuore.
Gesù mangiava con i peccatori e i pubblicani, cioè con i perduti, (e questo scandalizzava i farisei, cioè i “giusti”) perché Lui è venuto proprio per le pecore perdute, smarrite, precipitate, sprofondate chissà dove. “C’è più gioia in Cielo per un peccatore che si converte che per 99 giusti”. Eh certo! C’è sicuramente più gioia per un solo peccatore che si converte che per 99 giusti che non si convertono! E’ quella la conversione più difficile: quella dei giusti. Perché lì, neanche Dio può far niente. Finché non ci sentiamo perduti, Dio non viene né a cercarci, né a salvarci: chi volete che vada a cercare qualcuno che non si è perduto e a salvare qualcuno che non è precipitato.
Dobbiamo convertirci: da èlite dobbiamo convertirci in relitti o perlomeno sapere che siamo bisognosi di salvezza, perché solo allora ricorreremo al Salvatore e lo considereremo come tale. E solo allora faremo l’esperienza della salvezza che ci viene da un Altro, e avremo il cuore pieno di gioia perché sentiremo che il nostro Salvatore è sempre con noi: non ci ha salvato una volta per tutte, ma ci salva ogni momento da ogni sbandata, traviamento, oscuramento, scoraggiamento e via dicendo.
• 3) Pesci d’oro…
E ci rende nuovi splendenti, ad ogni istante. La mitologia greca racconta che in un posto c’era un lago in cui tutti i pesci sembravano d’oro. Facendo la debita trasposizione, si potrebbe dire che questo lago è il Cuore di Gesù: una volta tuffati dentro diventiamo tutti -anche se grandi peccatori, non importa- come oro lucente e bellissimi, perché come scrive B. Moustakis“ lui non si lascia minimamente influenzare dal passato di una persona, ma è fiero di essa in anticipo, per il suo glorioso futuro”. Ci attende un glorioso futuro, ma inizierà il giorno in cui non solo sentiremo il bisogno di essere salvati, ma apriremo il nostro cuore per fare spazio al nostro Signore, Salvatore e Maestro.
Wilma Chasseur
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