Pages

venerdì 11 novembre 2011

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - X

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina: continuiamo a vedere alcune conversioni ottenute proprio da Elvira:

CAPITOLO II
LE CONVERSIONI


GIGI DI SANT'ARCANGELO

Un'altra volta Elvira era appena tornata da San Giovanni Rotondo, quando venne a casa sua una signora di Sant'Arcangelo che aveva una bambina ammalata. Voleva che le raccontasse qualcosa di Padre Pio, perché aveva una mezza intenzione di fargli visita per raccomandargli la bimba. Tornata a casa, la signora riferì al marito quanto aveva udito raccontare e il marito, incuriosito, mandò a chiamare questa signora Elvira per udire tutto dalla sua viva voce.

Alla fine il suo commento fu questo: "Non ci credo". Del resto era ateo e non credeva a niente.

"Se non ci crede non importa, ma le cose stanno proprio così. " Ribattè Elvira che non si lasciava facilmente impressionare. E venne via.

Dopo qualche giorno quel miscredente tornò a chiamarla e le raccontò che aveva sognato Padre Pio.

"Guardi, può essere che Padre Pio la voglia laggiù..." Osservò Elvira.

"Padre Pio non mi becca!" Fu la pronta risposta, ma poi, protraendosi la conversazione, Gigi convenne che, se lei lo avesse accompagnato, ci sarebbe andato.

"Beh, adesso chiederò a mio marito se mi lascia ripartire." Rispose lei molto diplomaticamente. E se ne venne via. Prima che si facesse notte quello telefonò di nuovo: "Signora, vengo a Rimini, prendiamo il rapido, andiamo giù!" Non voleva perder tempo: la grazia si faceva strada in lui prepotentemente.

Partono. In treno lui non parla. Man mano che si avvicinano a Foggia, Elvira lo vede sempre più sconvolto e in lotta con se stesso. A un dato punto decide che vuol tornare indietro a tutti i costi, ma lei lo calma, finché arrivano a San Giovanni Rotondo. Prendono alloggio da Anita Zanotti, l'amica che da tempo si è trasferita a vivere laggiù. La mattina seguente, alle 3, Elvira si dirige alla Chiesa per poter prendere un posto privilegiato davanti, vicino al Padre (che celebrava allora nella chiesina vecchia). Poco dopo arriva anche Gigi. Prima di iniziare la Messa, Padre Pio annuncia che tutti coloro che vogliono stare in ginocchio possono stare davanti, gli altri devono andarsene dietro. Gigi è un omone grande e grosso ed è molto disagevole per lui stare inginocchiato sullo stretto gradino dell'altare, tenuto conto poi che la celebrazione della Messa può protrarsi anche per due ore, ma lui non intende assolutamente cedere il suo posto a nessuno.

Comincia la Messa ed Elvira gli dice: "Guardi di pregare per la sua bambina, per la sua sposa, ma soprattutto per se stesso, che è cieco".

"Come cieco? - protesta lui voltandosi sbigottito - Se non porto neanche gli occhiali!"

Non aveva capito che si trattava di una cecità spirituale. "Ecco l’ Elevazione. Preghi come se gli suggerisce Elvira, ma lui non sa fare neanche il segno della croce. Al momento della Comunione gli bisbiglia all'orecchio: "Ora faccia la Comunione spirituale". "Cos'è?"

"È un gran desiderio di ricevere Gesù."

Ha appena finito di dirgli questo che lui diventa a un tratto rigido come di pietra e comincia a gridare forte: "Cosa mai sta succedendo in me? Cosa mai sta succedendo in me?"

Scompiglio fra i presenti. Padre Pio non si volta neppure. Gli astanti lo circondano e gli chiedono se vuole uscire, ma lui rifiuta. Finita la Messa una persona cede ad Elvira il proprio biglietto con la prenotazione per la Confessione e, mentre Gigi è in sagrestia in attesa del Padre, lei può accostarsi al confessionale e dire: "Padre, ho portato un miscredente. Mi sembra che durante la Messa sia stato toccato dalla grazia. "

Il Padre risponde: "Hai fatto bene. Me ne porterai degli altri, ma quello dovrà tornare."

Infatti, più tardi, in sagrestia, lei trova Gigi tutto in lacrime: "Signora, - le racconta - come mi sono avvicinato, Padre Pio mi ha detto: - Non voglio che tu vada all'inferno. Vai, mettiti a posto e poi torna da me".

Prendono dunque il treno per Rimini e nello scompartimento vuoto, tutto pervaso da un gran profumo, (segno che Padre Pio li accompagna) Elvira fa al suo protetto un po' di Catechismo.

Lui chiede: "Cosa devo fare permettermi a posto?"

"Devi rinunciare a certe idee, andare alla Messa e non avere rispetto umano. Poi una bella confessione." Nell'accomiatarsi da lui gli dà il Catechismo da studiare. A casa la moglie non osa dirgli niente, ma si stupisce di vederlo alzarsi presto ogni mattina e dirigersi verso il Colle dei Cappuccini, sempre con quel libriccino in mano.

Finalmente il 7 dicembre lui spedisce la moglie dalla signora Elvira a dirle che vuol "mettersi a posto". Elvira non aspetta altro; corre subito da un santo sacerdote, Don Renzini, Parroco del Duomo, ad avvertire che nel pomeriggio verrà a confessarsi un peccatore importante. Questo peccatore è raggiante di gioia quando, più tardi, vuole che Elvira racconti la sua storia a un gruppo di giovani di Lugo riuniti in casa sua. Non può ancora capacitarsi che "i peccati passati non contano più" come gli ha detto il confessore. Dopo alcune settimane rieccolo a San Giovanni Rotondo con Elvira. Padre Pio gli va incontro e gli batte una mano sulla spalla dicendogli: "Adesso siamo amici! Poi la tua bambina guarirà." E così infatti fu.

Da allora Gigi di Sant'Arcangelo prese a frequentare ogni giorno la Messa delle 11 alla Collegiata e i suoi amici gli dicevano che era diventato matto, ma lui rispondeva: "Matto ero prima e aveva ragione quella signora a dire che ero cieco! Ora capisco di avere avuto un grande miracolo."

"Ma cosa t'ha fatto questo frate per cambiarti la testa così?" E lui: "Andate a vedere!" rispondeva.

0 commenti:

Posta un commento