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venerdì 4 novembre 2011

Elvira - Figlia spirituale di Padre Pio - IX

Continuiamo a scoprire la figura di Elvira, figlia spirituale di San Pio da Pietrelcina: da oggi cominciamo a vedere alcune conversioni ottenute proprio da Elvira:


CAPITOLO II 
LE CONVERSIONI

Nel mondo sono tante le anime in pericolo di perdersi, perché vivono nell'indifferenza e nel peccato, tante che ignorano la bontà del Signore, mentre Egli brucia dal desiderio di far loro conoscere la sua misericordia e il suo amore, ma se un'altra anima accetta di soffrire per loro, amando e sopportando molte umiliazioni in unione coi patimenti di Cristo, esse possono essere salvate.

"Sì, le anime costano! "Dice spesso Mamma Elvira e nessuno lo sa meglio di lei che si è sempre immolata con tanta generosità per la loro salvezza. Come Gesù sulla croce, ella ha sete di queste anime e Gesù gliele fa incontrare nei modi più vari e impensabili.

Sarebbe impossibile esporre qui tutte le conversioni ottenute da Elvira; ci limiteremo a riportare solamente alcuni casi dei più rappresentativi.

IN SVIZZERA

Il figlio di Elvira si è da poco trasferito nel Canton Ticino per esercitarvi la sua professione di medico. Nelle pause di lavoro gli viene spontaneo parlare della madre e dei suoi frequenti viaggi a San Giovanni Rotondo, finchè un bel giorno il Direttore dell'Ospedale, incuriosito, gli suggerisce di chiamarla, perché la vuol conoscere. Elvira non si rifiuta all'invito e parte, col permesso di Padre Pio.

Viene accolta ospitalmente dalla moglie del Direttore che per vari giorni si interessa di lei e ascolta i suoi racconti con una simpatia che sembra sincera, ma quando Elvira manifesta la sua intenzione di fare dell'apostolato fra gli ammalati dell'Ospedale, si sente ingiungere che non deve più restare in Svizzera e deve tornarsene a Rimini.

Il figlio ne è costernato e, per compensare la madre di questa umiliazione, prima che lei parta dalla Svizzera, vuol condurla a Zurigo per un giro turistico. Di là poi sarà facile prendere un treno per la Romagna. Elvira acconsente a questa proposta del figlio e vanno. La notte stessa, però, nella sua camera d'albergo, Elvira vede in sogno Padre Pio che le porta via la valigia dalle mani e la tira giù dal treno sul quale lei sta salendo.

Colpita dall'evidenza di questo sogno, il giorno dopo Elvira si rifiuta di partire e, tornata furtivamente nel paese dove presta servizio il figlio, si dà a cercare un posto dove passare la notte. Trova un alloggio di fortuna e vi si accomoda lasciando a Dio ogni programma per il giorno dopo. All'indomani le Suore dell'Ospedale la riforniscono di cibo e di coperte e con la loro collaborazione e quella degli infermieri, Elvira riesce poi a trovare il modo di penetrare nell'Ospedale in certi momenti in cui le si mostrano situazioni favorevoli, per visitare gli ammalati più gravi. Si dà così a una vasta opera di apostolato con grande soddisfazione di tutti, ottenendo numerose conversioni.

Fu in questa occasione che Elvira conobbe Celestina, una signora di Chiasso, che era appunto ricoverata in Ospedale, e il marito di lei che era andato a trovarla. Elvira parlò loro di Padre Pio e della Madonna, ma l'uomo era scettico su tutto. Erano anni che non si confessava e non voleva sentir parlare di Sacramenti. Elvira tentò di fargli accettare la fotografia di Padre Pio, ma lui la rifiutò. Il giorno dopo, però, quando, con quella tenacia nel bene che la distingue, Elvira tornò ad offrirgliela, non la respinse più e la mise, con l'immagine della Madonna delle Grazie, nel portafoglio.

Questo episodio avrà poi un seguito, come vedremo più avanti. C'è infatti questo da notare nell'apostolato di Elvira: che le conversioni da lei ottenute sono molte volte intrecciate così mirabilmente una con l'altra, da far capire come lei non sia altro che l'inconscia esecutrice di un minuzioso, magistrale piano della divina Provvidenza: uno strumento di Dio, appunto.

IL MARITO DI CELESTINA

Sono passati quattro o cinque anni dall'episodio della Svizzera. Elvira ha condotto la sua vita di sempre. Ora è un periodo di relativa tranquillità e lei potrebbe accettare, senza pensarci due volte, l'invito giuntole da alcune signore di accompagnarle a Lourdes, ma questo sarebbe contrario alla prassi che ormai le è abituale. Troppo umile per fidarsi di se stessa, non prende mai alcuna decisione importante senza avere prima consultato Padre Pio.

Anche questa volta, dunque, corre giù a San Giovanni Rotondo.

La risposta del Padre la lascia interdetta: "Adesso no; ci andrai in seguito. Bada ai tuoi ammalati". Lei sa di non averne tanti, per il momento, da giustificare questo rifiuto, ma non fa commenti. Tornata a casa, disposta come sempre all'obbedienza, trova due lettere in cui la si invita a Roma e a Napoli per assistere degli ammalati. Decide di andare a Roma e riparte, appena un giorno dopo essere tornata da Foggia. Il marito, sempre buono e pronto a collaborare, non protesta.

Dopo cinque o sei giorni Elvira torna a casa, pensando che le sarà possibile ora andare a Lourdes, ma anche questa volta il suo desiderio rimane deluso. L'aspetta una signora con una figlia ammalata che la prega di accompagnarla da Padre Pio. Riparte dunque subito per San Giovanni Rotondo dove, come al solito, ha la fortuna di essere ricevuta senza indugio. Il Padre consiglia di portare la malata in una clinica di Bologna ed Elvira ve la accompagna.

Assolto il suo compito, anziché tornare a casa, le viene l'ispirazione di andare a Pavia, dove ha degli ammalati, e di qui a Como, dove tutti l'accolgono come una benedizione del cielo. Da Como pensa di fare una capatina in Svizzera per comprare un po' di sigarette e di cioccolata per i suoi ammalati. Entra al posto di frontiera, senza che nessuno faccia caso al suo passaporto scaduto, e fa tranquillamente le sue compere. Quando, al ritorno, si dirige di nuovo verso la dogana, si sente chiamare: "Signora Elvira! Signora Elvira!"

E Celestina che l'abbraccia commossa.

"Signora, che fortuna incontrarla! Questa è una grazia che m'ha fatto Padre Pio. Volevo scriverle, ma avevo perso il suo indirizzo e allora ho invocato tanto il Padre che mi aiutasse a rintracciarla! Mio marito è gravemente ammalato e non vuol confessarsi. E’ proprio il cielo che l'ha mandata!".

Elvira, dopo aver tranquillizzato il proprio marito con una telefonata a casa, è pronta a seguire Celestina. Come il malato la vede, le mostra subito l'immaginetta di Padre Pio che lei gli aveva lasciato qualche anno prima, quando l'aveva conosciuto al capezzale della moglie ammalata, nell'Ospedale Svizzero. L'immagine è sgualcita, ma ce l'ha ancora e mostra d'averla tenuta cara. Alle esortazioni di Elvira si commuove, ma ancora non vuol sentire parlare di prete. "Bene - dice lei - allora chiameremo un frate, magari con una barba lunga così!"

Il giorno dopo il malato si arrende: "Questa notte ho avuto un'ispirazione e voglio mettermi a posto con la mia coscienza. Però desidero farle sapere che, se sono quarant'anni che non mi confesso, la colpa è di mio cognato prete".

(Oh, se i preti meditassero seriamente sulle loro responsabilità...!)

Gli fu condotto il frate. Fece una bella confessione con pentimento sincero e dopo due giorni morì.

Ora Mamma Elvira commenta: "Padre Pio sapeva il fatto suo quando, d’ispirazione in ispirazione, mi sospingeva dal Gargano alla Svizzera alla ricerca di quest’anima!"

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