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martedì 29 novembre 2011

Sant'Andrea Apostolo e la chiamata di Gesù

Torna l'appuntamento settimanale, volto alla scoperta dei nostri cari Santi! Domani, la Chiesa Cattolica celebra il ricordo di uno dei primi discepoli di Gesù e cioè Sant'Andrea, il quale diverrà apostolo fino al martirio. La sua storia è molto interessante e mostra una chiara passione nel voler seguire il Maestro, sin dall'inizio e cioè sin dal momento in cui San Giovanni Battista indicò in Gesù, il Messia! Oggi, approfondiamo la conoscenza di quest'apostolo perchè possiamo imparare anche noi a dire Sì a Gesù, senza condizioni e senza pensieri di sorta. Sant'Andrea è la chiara dimostrazione di un vero fedele che si affida al Signore con tutta la sua vita, provvedendo affinché anche gli altri, a cominciare da suo fratello, si accorgano della grandezza e della meraviglia della presenza di Gesù Cristo nelle nostre vite. Diamo primo uno sguardo biografico (opera del noto sito Santi e Beati), seguito da un auspicio di Paolo Curtaz e poi immergiamoci in una meditazione evangelica del Movimento Apostolico:

Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea, nato a Bethsaida di Galilea, fratello di Simon Pietro. Il Vangelo di Giovanni (cap. 1) ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: "Ecco l’agnello di Dio!". Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: "Abbiamo trovato il Messia!". Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale "fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa”". Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini" (Matteo 4,18-20).Troviamo poi Andrea nel gruppetto – con Pietro, Giacomo e Giovanni – che sul monte degli Ulivi, “in disparte”, interroga Gesù sui segni degli ultimi tempi: e la risposta è nota come il “discorso escatologico” del Signore, che insegna come ci si deve preparare alla venuta del Figlio dell’Uomo "con grande potenza e gloria" (Marco 13). Infine, il nome di Andrea compare nel primo capitolo degli Atti con quelli degli altri apostoli diretti a Gerusalemme dopo l’Ascensione.
E poi la Scrittura non dice altro di lui, mentre ne parlano alcuni testi apocrifi, ossia non canonici. Uno di questi, del II secolo, pubblicato nel 1740 da L.A. Muratori, afferma che Andrea ha incoraggiato Giovanni a scrivere il suo Vangelo. E un testo copto contiene questa benedizione di Gesù ad Andrea: "Tu sarai una colonna di luce nel mio regno, in Gerusalemme, la mia città prediletta. Amen". Lo storico Eusebio di Cesarea (ca. 265-340) scrive che Andrea predica il Vangelo in Asia Minore e nella Russia meridionale. Poi, passato in Grecia, guida i cristiani di Patrasso. E qui subisce il martirio per crocifissione: appeso con funi a testa in giù, secondo una tradizione, a una croce in forma di X; quella detta poi “croce di Sant’Andrea”. Questo accade intorno all’anno 60, un 30 novembre.
Nel 357 i suoi resti vengono portati a Costantinopoli; ma il capo, tranne un frammento, resta a Patrasso. Nel 1206, durante l’occupazione di Costantinopoli (quarta crociata) il legato pontificio cardinale Capuano, di Amalfi, trasferisce quelle reliquie in Italia. E nel 1208 gli amalfitani le accolgono solennemente nella cripta del loro Duomo. Quando nel 1460 i Turchi invadono la Grecia, il capo dell’Apostolo viene portato da Patrasso a Roma, dove sarà custodito in San Pietro per cinque secoli. Ossia fino a quando il papa Paolo VI, nel 1964, farà restituire la reliquia alla Chiesa di Patrasso. (Santi e Beati)

La tradizione vuole che Andrea abbia concluso i suoi giorni evangelizzando le comunità dell'attuale Grecia che riconosce in lui il fondatore della Chiesa di Costantinopoli, come Pietro fu Vescovo di Roma. Roma e Costantinopoli, due esperienze di Chiesa drammaticamente separate dalle incomprensioni e gli errori della storia: separata dalla chiesa cattolica romana da quasi mille anni, la chiesa ortodossa ha continuato il suo cammino fino a noi oggi, evangelizzando le immense pianure russe e i paesi dell'est. Che la volontà di riunificazione, così profondamente cercata dagli ultimi papi, venga fecondata dalla preghiera di Andrea apostolo. Che sia lui a spingere la barca della sua Chiesa verso il dialogo e l'unione nel rispetto delle diversità. In attesa del ritorno del Signore la Chiesa torni ad essere una perché il mondo creda. (Paolo Curtaz)

Il Vangelo è un oceano infinito di verità. Ogni sua parola è un mare immenso. Di questa acqua di vita eterna noi quasi sempre attingiamo una goccia. Non riusciamo a prenderne di più. Tuttavia se perseveriamo nella lettura, meditazione, contemplazione, studio, analisi, esame, se mettiamo tutto il nostro cuore e la nostra intelligenza, una goccia della sua verità al giorno ci basta per giungere fino a sera. Poi l'indomani si ricomincia di nuovo, come al primo giorno, con una sete ancora più grande.
Il Vangelo contiene il pensiero perfetto di Dio, manifestato e realizzato attraverso Cristo Gesù. Interprete e realizzatore nella nostra vita di questo pensiero perfetto è lo Spirito Santo. A Lui dobbiamo chiedere ogni giorno che ci prenda per mano e ci faccia da Guida, Maestro, Consigliere, perché dal Vangelo traiamo quella verità che disseta e sfama il nostro desiderio di Dio. Senza una comunione perenne con lo Spirito Santo, senza la sua abitazione di grazia nel nostro cuore, il Vangelo diverrà anche per noi un libro di altri tempi, un racconto di una verità che è stata, ma che mai potrà dirsi nostra.
La chiamata degli Apostoli è la prima opera di Gesù. Oggi Gesù vede Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello. Vede Giacomo. Figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello. Li chiama. Promette loro di farli pescatori di uomini. Loro ascoltano la voce di Gesù, lasciano tutto e lo seguono. Ora chiediamoci: perché questa chiamata è la prima opera di Gesù? Perché essa è posta all'inizio della sua missione? Perché è essenziale questa chiamata proprio in questo istante?
La missione evangelizzatrice è una ed è quella di Gesù Signore. La missione di salvezza è una: è la realizzazione sulla terra della volontà salvifica del Padre. Gesù è nel seno del Padre dall'eternità. Sa cosa il Padre vuole. Sa come bisogna realizzarlo. Viene sulla terra, ma non perde il contatto con Lui. Ogni giorno Cristo Gesù è in colloquio con il Padre. Questi gli manifesta la sua volontà ed Lui la realizza tutta.
Se Gesù avesse chiamato i suoi discepoli all'ultimo istante della sua vita, cosa avrebbero potuto realizzare costoro? Niente. Nulla. Non avrebbero potuto, perché nulla hanno ascoltato, nulla hanno visto, nessuna opera di salvezza hanno sperimentato. Un allievo più frequenta il suo maestro e più impara da lui. Gesù è il Maestro. I discepoli fin dal primo istante vedono tutto e tutto ascoltano, possono ora compiere la missione sul suo modello ed esempio. Ciò che Cristo ha fatto, loro ora lo sanno fare.
Il fallimento di molta formazione nella Chiesa oggi è dovuto proprio alla non esemplarità, alla non sequela. È dovuta al fatto che non vi sono né maestri e né allievi. Vi sono professori e alunni che trattano materie astratte. Vi sono presbiteri e laici che vivono in una lontananza cosmica. Vi sono Vescovi e presbiteri con relazioni esteriori, ma non di vera fede, autentica carità, forte speranza, evangelica comunione. Chi sta in alto, qualsiasi posizione occupi, è obbligato ad essere vero Maestro per quanti sono sotto la sua responsabilità. Deve essere vero maestro di fede, carità, speranza, dottrina, insegnamento, opere, compimento di tutta la volontà di Dio.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, tu sei stata Maestra di vera carità, speranza e fede. Angeli e Santi di Dio, fate che ognuno sia maestro per l'altro come Gesù. (Movimento Apostolico).

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