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domenica 6 novembre 2011

Svegliatevi presto!

( Mt 25,1-13)
32^ Domenica del Tempo Ordinario

Sapete qual è il problema delle dieci ragazze - di tutte e dieci, non solo delle stolte - : che si erano addormentate. Le sagge si sono poi salvate lo stesso a causa dell’olio, ma il Signore ci invita continuamente a non dormire troppo. Perlomeno a svegliarci presto, che non vuol dire necessariamente “alzarsi presto” (P. Pellegrino): infatti uno può anche alzarsi all’alba e svegliarsi solo alla sera . Essere alzati non è sinonimo di essere svegli… Per cui state sempre svegli cari amici, anche per vederci bene per imboccare la strada giusta, ora, perché non ci sarà un’altra vita per farlo. Per farvi riflettere sull’importanza di centrare la vita sull’obiettivo giusto, voglio proporvi questa preghiera che illustra molto bene lo stato in cui rischiamo di vivere normalmente: alzati, ma non svegli.
Ma attenzione: questa non è una preghiera che l’uomo rivolge a Dio, è esattamente il contrario: è Dio che prega l’uomo, anzi lo supplica, si fa mendicante della sua attenzione:

• Quando Dio prega…

“Quando ti sei alzato questa mattina ti ho osservato e ho sperato che tu mi rivolgessi la parola, anche solo una, chiedendomi la mia opinione o ringraziandomi per qualcosa di buono che era accaduto ieri: Però ho notato che eri molto occupato a cercare il vestito giusto da metterti per andare a lavorare.
Ho continuato ad aspettarti ancora mentre correvi per la casa per vestirti e sistemarti. Sapevo che avresti avuto tempo per dirmi “ciao”. Però eri troppo occupato.
Per questo ho acceso il cielo per te; l’ho riempito di colori e di dolci canti di uccelli per vedere se così mi ascoltavi. Però nemmeno di questo ti sei accorto.
Ti ho osservato mentre andavi al lavoro e ti ho aspettato pazientemente tutto il giorno. Con tutto ciò che avevi da fare suppongo che eri troppo occupato per dirmi qualcosa.
Al tuo rientro ho visto la tua stanchezza, ma hai acceso la TV e io ho atteso pazientemente. Poi hai cenato e nuovamente ti sei dimenticato di me: non mi hai rivolto la parola.
Al momento di dormire credo che fossi stanchissimo e così sei caduto sul letto e subito ti sei addormentato.
Ho più pazienza di quanto immagini. Ti amo tanto che aspetto ogni giorno una tua parola mentre guardi il sole sorgere e il bel paesaggio che ho fatto APPOSTA per te.
Bene, ti stai svegliando di nuovo e ancora una volta io sono qui e aspetto con tutto il mio amore per te, che tu ti ricordi di me. Buona giornata. Tuo Papà DIO.”

La seconda lettura ci invita a riflettere sulla parusia, cioè quel misteriosissimo ultimo giorno che Dio solo conosce, quando il Signore tornerà.
Stupenda scena non da commentare, ma da contemplare, chiedendo allo Spirito Santo che la illumini dal di dentro.

• L’unico giorno certo

Il Vangelo ci parla invece di quell’altro misteriosissimo ultimo giorno della vita di ognuno di noi, anche quello sconosciutissimo a tutti e noto a Dio solo. Ma certissimo! Anzi è l’unica cosa di cui siamo certi che capiterà a tutti. Tante altre cose possono capitarci come possono anche non capitarci , ma su quella non abbiamo dubbi! Il Signore verrà! Forse una sera, forse una notte, forse in un radioso mattino estivo o forse in un freddo giorno invernale.
E per questo ci invita alla vigilanza, perché quel giorno non sorga all’improvviso e ci trovi impreparati. “Vegliate dunque perché non sapete né il giorno, né l’ora”. Teniamo le nostre lampade accese con l’olio della fede e della carità per non dover andare poi dai venditori a comprarne come pensavano di fare le cinque vergini stolte.
Stiamo freschi se pensiamo di trovare venditori che vendano quel tipo di merce! Anche perché non è proprio il genere di merce che si acquista dai venditori, anzi non si acquista nemmeno, ma si ottiene unicamente in ginocchio con l’umile supplica e l’ardente preghiera al Dio Altissimo.

Wilma Chasseur

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