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mercoledì 16 giugno 2010

La salvaguardia del creato

 
Oggi travalichiamo per un momento i confini della fede e ci spingiamo verso un lido che consideriamo altrettanto importante e cioè l'ambiente. Un giorno, ascoltai, in televisione, la viva voce di un politico italiano il quale disse una cosa che da cristiano mi fece riflettere parecchio: egli disse che la terra su cui camminiamo ogni giorno ci era stata donata da Dio a titolo di custodia: cioè Dio aveva dato la terra all'uomo affinché la custodisse. Ed in effetti, la Genesi ci mostra proprio questo passaggio, da Dio ad Adamo e quest'ultimo avrebbe dovuto lavorare la terra.

Oggi si fa un gran parlare di ambiente, ma in realtà pochi si attivano in sua difesa e molti lasciano fare agli altri. Persino la raccolta differenziata è osteggiata da molti perchè richiede troppo spazio per mantenere le buste. Insomma, manca quell'amore verso la natura che uomini come San Francesco hanno invece ben mostrato con le loro lodi. Per imprimere meglio nelle nostre menti, la bellezza e l'importanza del creato, noi oggi diamo spazio alle parole del nostro Santo Padre Benedetto XVI, tratte dall'Udienza Generale dello scorso agosto nella quale venne trattato il delicato caso della salvaguardia del creato:

La salvaguardia del creato

Cari fratelli e sorelle!

Ci avviciniamo ormai alla fine del mese di agosto, che per molti significa la conclusione delle vacanze estive. Mentre si torna alle attività quotidiane, come non ringraziare Iddio per il dono prezioso del creato, di cui è possibile godere, e non solo durante il periodo delle ferie! I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente. Verso questi temi, che suscitano la giusta preoccupazione delle Autorità e della pubblica opinione, si va sviluppando una nuova sensibilità, che si esprime nel moltiplicarsi di incontri anche a livello internazionale.

La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando “l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà” (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l’intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, “quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio” (ibid.). Non è forse vero che l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza? Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa “l’ultima istanza” e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile.

Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell’uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L’uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti. Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di “quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio” (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino. Quanto è importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose! I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra (cfr Caritas in veritate, 50). Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore e facciamo nostre le parole di san Francesco nel Cantico delle creature: “Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione … Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”.

Così san Francesco. Anche noi vogliamo pregare e vivere nello spirito di queste parole.


Ecco, il pensiero del Papa coincide esattamente con il pensiero della Vigna ed è per questo motivo che, su Facebook, abbiamo aderito al gruppo No Nucleare No Carbone No Petrolio! Energia pulita rinnovabile!. Per chi ha un account Facebook, il nostro invito è quello di aderire a questo gruppo per mostrare la propria contrarietà ad un sistema che si fossilizza sulle energie sporche e pericolose (come il nucleare e il petrolio), ignorando la possibilità di sfruttare quelle energie pulite che ci sono state direttamente donate da Dio come il vento, l'acqua e il sole!

2 commenti:

Mikhael ha detto...

Chi crede in Dio non può mettere da parte la natura poiché essa è Sua opera.

Dio allo spirito ha associato la materia. La materia non è un male quando non vi sono i sentimenti cattivi del possesso. Purtroppo proprio a causa di questo noi vediamo la materia come un male. Il male è dentro di noi quando la utilizziamo per scopi tutt'altro che nobili. Se la materia fosse stata un male, Dio non ci avrebbe donato un corpo. Materia e spirito devono vivere uniti come un'unica entità, un po' come Dio che vive in tre persone, così la mente, l'anima e il corpo. Dio vuole che l'uomo viva la sua totalità per questo alla fine dei tempi resusciterà il nostro corpo, non ci lascia vivere soltanto nello spirito. La carne è corrotta a causa del peccato ed è per questo che i nostri corpi sono mortali. Dio ha creato l'uomo in corpo e anima e un giorno così sarà, per sempre. La natura è un tesoro da proteggere e custodire, rispettare e amare poiché è un grande dono che Dio ci ha fatti. Le energie pulite non sono prese in considerazione per il semplice fatto, secondo me, che c'è un grande giro di soldi per tutte le altre forme di energia inquinante.

Forse c'è la mentalità che chi crede e ama Dio debba escludere la materia e la natura in genere. Certo ma in un diverso significato: Materia intesa come possesso e ricchezza, questa va sì esclusa, ma materia per quanto riguarda la creazione, per osservarla e amarla, no, non è peccato.

Anzi chi ama e apprezza il creato, ama e apprezza ancor più il Creatore.

Dal dipinto si apprezza l'artista.

Un caro saluto.

Angel ha detto...

Il dipinto è davvero bello ed è di Van Gogh. Comunque dici delle cose molto giuste che condivido anche perchè lo stesso Papa la pensa così. Un caro saluto!

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