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mercoledì 20 gennaio 2010

I SETTE PECCATI CAPITALI: L’AVARIZIA

 Questa mia riflessione riguardante l'Avarizia, peccato capitale che Nella Vigna oggi tratta, sarà breve e concisa.In poche parole, ricordiamoci che questa vita è breve ed ammassare nei granai non è una mossa intelligente, anzi, è stoltezza. Se non ve lo ricordate, vi rammento una delle parabole di Gesù che parlava proprio dell'ammassare nei granai. L'uomo voleva tenere tutto per sé e progettava di aumentare lo spazio per conservare più averi possibili. Cosa accadde? Quell'uomo morì il giorno dopo. Morale? Quell'uomo non solo non ha potuto godere di quei beni, ma non ha permesso nemmeno a chi ne aveva bisogno di trarne benefici. Così facendo ha perso averi, amici e anche il Paradiso. Direi che è ora di smettere con questa mentalità del "quello che lavoro io con le mie mani è soltanto mio". Niente è nostro, persino quella che chiamiamo la nostra vita, non appartiene a noi. Dio ce l'ha donata, così come le cose.

Immagino che queste mie parole risultino superficiali e prive di qualsiasi fondamento. Io invece vi dico che le mie parole si basano sulla Legge dell'Amore di Dio, le quali ci comandano di amare il prossimo nostro come noi stessi, di dare ai poveri le nostre cose. Se non ascoltate le parole di noi operai della Vigna, per quanto ci riguarda non è a noi che farete del male, ma a voi stessi, ai bisognosi e a Dio. L'avarizia è un lento veleno che sempre più danneggia l'armonia verso gli altri. A che serve raggiungere cifre da capogiro, solo per il gusto di possedere? La materialità non è importante quanto lo è la spiritualità. Come disse nostro Signore Gesù Cristo, a che serve guadagnare il mondo intero se poi si perde la propria anima? Guardatevi attorno: Gli anni passano, non si vive in eterno su questa terra. Il nostro tempo è contato. Non si sa in che giorno dovremo lasciare questa terra. Ogni giorno che passa, rischiamo di andarcene senza aver aiutato nessuno e non credo vogliamo stare alla sinistra dalla parte dei "capri" che non hanno dato da bere, da mangiare, non hanno vestito, visitato il piccolo in cui Gesù si identifica.

Per questo, si dice che l’avaro è l’infelice per eccellenza: prima fatica per accumulare, poi ha paura che gli venga sottratto ciò che ha accumulato, e poi da vecchio soffre perché deve lasciare ciò che ha accumulato. Quante volte siamo tentati verso questo vizio con la scusa che quello che abbiamo è stato frutto dei nostri sacrifici, dimenticando che molte volte tutto ciò che abbiamo accumulato è stato causa di pene altrui. L’avarizia distrugge il creato ed è sofferenza per l’uomo perché porta l’avaro ad incassare e a non curarsi dei patimenti del prossimo, e possiamo dire che l’avaro per eccellenza è lo strozzino. C’è un passo nel Vangelo che cita anche San Paolo ed è questo: c’è più gioia nel dare che nell’avere, però se un avaro dà, subito si pente di aver dato. L’avarizia moderna tende a portare spesso a far lavorare in nero, a sfruttare i bambini, a dare precarietà al lavoro e tutto causato dall’avarizia di molti, e poi non c’è da dimenticare l’evasione delle tasse. Ci sono molti tipi di avarizia, c’è l’avarizia dell’accumulo come già detto, c’è quella del non pagare la giusta mercede al lavoratore per arricchirsi per poi spendere i denari nel gioco, nella droga, nelle donne facili e nelle cose belle di questo mondo. L’avaro storna i beni dalla loro destinazione e del loro uso, li conserva per se e li sottrae agli altri. San Basilio in una omelia mette in luce l’assurdità del comportamento dell’avaro e dice: lo splendore dell’oro ti procura grande piacere? Ma non senti quanto è forte il grido del povero dietro a te? Vedi oro nel sogno e lo desideri quando sei sveglio. E allora qual è l’antidoto all’avarizia? E’ la conversione dei desideri per stabilire il primato dell’essere sull’avere. Ecco perché riuscendo ad eliminare anche un solo vizio, sarà molto più facile poi perdere un po’ alla volta anche gli altri, e vediamo come spesso i vizi sono collegati tra loro.

Concludiamo questa breve riflessione, citando un passo del Vangelo: "Dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore".

Se noi accumuliamo tesori su questa terra, il nostro cuore resterà

qui. Ma se noi accumuleremo tesori nel Regno dei Cieli, il nostro cuore sarà là, e per accumulare tesori in cielo occorre aiutare chi vive nel bisogno e

nel degrado.

"Vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un

tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi". Queste parole Gesù disse al

giovane ricco che voleva seguirlo, ma queste parole sono rivolte a ciascuno di noi. Mi auguro che questa giornata dedicata al peccato capitale dell'Avarizia, possa farvi riflettere sull'urgenza di aiutare i poveri. Non illudetevi pensando che la morte per voi non esiste e i beni che accumulate vi faranno scoppiare di gioia, perché tutti noi siamo destinati a lasciare questo mondo. Nessuno vi può scampare. Ma a chi si sarà comportato secondo la Volontà di Dio, vedrà la luce della vita eterna e parteciperà ai trionfi del Cristo. 

Pace e bene a voi tutti. 

Pubblicato da Mikhael e Enza 

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