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martedì 5 gennaio 2010

L’ANGELUS DEL 3 GENNAIO 2010

Ormai siamo vicinissimi all’ultimo appunto natalizio che vede celebrare non solo l’Epifania del Signore, ma anche l’arrivo dei Re Magi che vengono per onorare la nascita di Gesù Salvatore.

Siamo dunque ancora nel tempo di meditazione di questo evento grandioso e cioè dell’Incarnazione del Verbo. La Liturgia di questi giorni è stata centrata proprio su questo evento grandioso che rimane tutt’oggi un evento del Grande Mistero di Dio. Marina, sul suo blog, ha già provveduto a proporvi le parole pronunciate ieri dal Santo Padre che vi voglio riproporre qui, per darvi ulteriore motivo di riflessione e di meditazione sull’Evento degli Eventi. Il testo è tratto dall’Avvenire. 

Angelus 3 Gennaio 2010 

«La Storia ha un senso perché è abitata da Dio» 

Cari fratelli e sorelle!

In questa Domenica – seconda dopo il Natale e prima del nuovo anno – sono lieto di rinnovare a tutti il mio augurio di ogni bene nel Signore! I problemi non mancano, nella Chiesa e nel mondo, come pure nella vita quotidiana delle famiglie. Ma, grazie a Dio, la nostra speranza non fa conto su improbabili pronostici e nemmeno sulle previsioni economiche, pur importanti. La nostra speranza è in Dio, non nel senso di una generica religiosità, o di un fatalismo ammantato di fede. Noi confidiamo nel Dio che in Gesù Cristo ha rivelato in modo compiuto e definitivo la sua volontà di stare con l’uomo, di condividere la sua storia, per guidarci tutti al suo Regno di amore e di vita. E questa grande speranza anima e talvolta corregge le nostre speranze umane.

Di tale rivelazione ci parlano oggi, nella Liturgia eucaristica, tre letture bibliche di straordinaria ricchezza: il capitolo 24 del Libro del Siracide, l’inno che apre la Lettera agli Efesini di san Paolo e il prologo del Vangelo di Giovanni. Questi testi affermano che Dio è non soltanto creatore dell’universo – aspetto comune anche ad altre religioni – ma che è Padre, che "ci ha scelti prima della creazione del mondo … predestinandoci ad essere per lui figli adottivi" (Ef 1,4-5) e che per questo è arrivato fino al punto inconcepibile di farsi uomo: "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). Il mistero dell’Incarnazione della Parola di Dio è stato preparato nell’Antico Testamento, in particolare là dove la Sapienza divina si identifica con la Legge mosaica. Afferma infatti la stessa Sapienza: "Il creatore dell’universo mi fece piantare la tenda e mi disse: «Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele»" (Sir 24,8). In Gesù Cristo, la Legge di Dio si è fatta testimonianza vivente, scritta nel cuore di un uomo in cui, per l’azione dello Spirito Santo, è presente corporalmente tutta la pienezza della divinità (cfr Col 2,9).

Cari amici, questa è la vera ragione di speranza dell’umanità: la storia ha un senso, perché è "abitata" dalla Sapienza di Dio. E tuttavia, il disegno divino non si compie automaticamente, perché è un progetto d’amore, e l’amore genera libertà e chiede libertà. Il Regno di Dio viene certamente, anzi, è già presente nella storia e, grazie alla venuta di Cristo, ha già vinto la forza negativa del maligno. Ma ogni uomo e donna è responsabile di accoglierlo nella propria vita, giorno per giorno. Perciò, anche il 2010 sarà più o meno "buono" nella misura in cui ciascuno, secondo le proprie responsabilità, saprà collaborare con la grazia di Dio. Rivolgiamoci dunque alla Vergine Maria, per imparare da Lei questo atteggiamento spirituale. Il Figlio di Dio ha preso carne da Lei non senza il suo consenso. Ogni volta che il Signore vuole fare un passo avanti, insieme con noi, verso la "terra promessa", bussa prima al nostro cuore, attende, per così dire, il nostro "sì", nelle piccole come nelle grandi scelte. Ci aiuti Maria ad accogliere sempre la volontà di Dio, con umiltà e coraggio, perché anche le prove e le sofferenze della vita cooperino ad affrettare la venuta del suo Regno di giustizia e di pace. 

Penso che queste parole siano buone e giuste: spetta a noi la scelta definitiva: accogliere la Salvezza o scegliere la fine. Il Siracide recita così: “17Davanti agli uomini stanno la vita e la morte; a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.”

Ecco il senso di libertà che Dio ha donato l’uomo con il libero arbitrio: siamo noi liberi di scegliere quale vita decidere di vivere: possiamo decidere di vivere questa vita al massimo del nostro piacere oppure possiamo decidere di vivere quella vita che Gesù ci ha offerto tramite la Sua Venuta, ma soprattutto tramite il Suo sacrificio sulla croce. Spetta a voi, dunque, la scelta finale. Ma badate bene, che ogni scelta comporta una conseguenza, e da un lato c’è la vita mentre dall’altro c’è la morte.

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