Inauguriamo la settimana che dedichiamo ai sette peccati capitali. Con un messaggio ricevuto dal nostro fratello Dardo: per chi non lo sapesse, Dardo è un messo del Signore che riceve messaggi dal Cielo. Uno di questi messaggi è dedicato proprio ai sette peccati capitali. Per chi ne volesse sapere di più, può andare sul blog di Dardo, La Luce della Fede (trovate il link nella colonna destra di questo angolo). Ecco il messaggio che risale al 03-01-2010
Preceduto da un angelo bianco e maestoso che sembrava fargli da scorta, mi è apparso lentamente il personaggio misterioso, sul trono dorato, con il suo librone sulla mano sinistra e il pastorale stretto nella destra.
Sceso in un sentiero di luce bianca, abbagliante, con la mano sinistra sfoglia una pagina del suo librone e, datogli uno sguardo rapido, ha iniziato a parlare:
A voi tutti il mio messaggio che tu, messo, riporterai come apostolo del tuo Dio: ascoltate uomini, ascoltate le mie parole che serviranno per introdurvi nel vostro nuovo anno. Il Signore Dio Nostro ha voluto che riporti a voi, uomini e donne, la sua parola; ed ora, eccomi.
Voglio parlarvi dei vostri peccati, dei peggiori dei vostri peccati, che commettete ogni giorno al vostro risveglio, e che in questo nuovo anno dovranno essere ridimensionati o, ancora meglio, evitati, perché la situazione è grave. Cari figli di Dio, è grave che sempre e costantemente andate verso l'oblio e la condanna della vostra anima; e allora parliamo dei peccati che commettete sistematicamente e, ormai, senza neanche accorgervene, senza pensare.
La superbia. Eccoci a noi, carissimi: la superbia è un peccato sempre esistito nell'uomo; da che tempo è tempo, l'uomo ha sempre fatto di tutto per essere il migliore, per sentirsi ed essere superiore al proprio fratello, cercando di prevalere con qualsiasi intento e mezzo. L'importante è comandare e, una volta che si raggiunge il potere o una classe sociale privilegiata, pestare e umiliare chi è meno fortunato o, solo perché onesto, è rimasto al suo posto. Così, cari uomini e donne, fate nella vita sociale, nel vostro lavoro; siete superbi e cercate sempre di dominare il più debole, per farlo sentire ancora più debole e in difficoltà. È tempo di cambiare e che, questo peccato grave, venga, in qualche modo, confinato solo ad alcune persone, ma non generalizzato a tutti. Un popolo superbo è un popolo ove ognuno pensa per sé e nessuno pensa al Padre, perché, forti di voi stessi, credete di essere perfetti. Questo peccato, come altri nel vostro tempo, sembra avere sconfinato ed è cresciuto al punto da essere quasi ignorato da tutti voi. Lo definirei, come altri, un peccato della vostra era; dell'uomo, come dite voi, moderno. Mah! ricordate a dove conduce e, se vi accorgete di essere nel peccato, liberatevi, chiedendo perdono a Dio; facendo, della vostra superbia, umiltà e devozione, davanti a Dio e al prossimo.
L'avarizia. Siete avari nel denaro, avendolo elevato al ruolo di indispensabile nella vita; avete fatto in modo, nel vostro progresso, di elevare il denaro ad un ruolo fondamentale e decisivo per la vita di voi uomini. Al di sopra di voi stessi, al di sopra del vostro Padre, del quale vi siete dimenticati. Fate di tutto per guadagnare
sempre più denaro, per poi spenderlo per il vostro, e solo, esclusivo benessere. Mai pensate che ci sono persone che, ancora oggi, con il vostro grande progresso muoiono di fame e di malattie, perché non hanno di che sfamarsi e di che curarsi, e basterebbe il poco di tutti per un mondo dove tutti possano nutrirsi e curarsi, e dove finalmente ci si possa chiamare fratelli e sorelle. Sperperate denaro per il vostro piacere e non date una moneta a chi ha fame, per mangiare. Non so se ricordate: il Signore ha detto: “date da mangiare agli affamati e da bere agli assetati”. E, inoltre, quando al cospetto di Dio sarete giudicati, perché - che ci crediate o no - è così che sarà, il vostro oro, il vostro denaro, servirà solo per portarvi all'inferno; un ricco, in paradiso, è difficile vederlo. Credetemi.
Lussuria. Visto cosa succede, nel vostro tempo, in ambito sessuale e sullo svendere o vendere il proprio corpo? Siamo arrivati al massimo della ambiguità sessuale, del fare sesso e non amore; fare sesso per soldi, per noia, per piacere personale, per ambizione o, semplicemente - come succede sempre più spesso nei giovani -, perché attratti fisicamente dal sesso opposto, senza provare alcun sentimento. Poi, che dire dei matrimoni che vengono infranti dall'egoismo, e dalla ricerca a volte, di ancora più piacere sessuale? Ma ricordo che il matrimonio è una promessa davanti a Dio, oltre che davanti ad un altra persona, e credo che, prima di tradire un patto fatto con Dio, bisognerebbe pensarci; non credo che, per sesso, si possa tradire Dio. Il vostro problema è che la fede, che sempre più avete abbandonato, vi dava sani principi fisici e morali, e vi insegnava a non svendere il proprio corpo, ma a farne un tempio dell'amore di Dio e dell'amore per voi stessi: per la vostra persona. Ora, vedo persone che dormono insieme una notte, dando i loro corpi l'uno all'altra o, ancora peggio, alla mattina alzarsi e non vedersi mai più. Ma non vi rendete conto di quanto è triste, questo? Sappiate che l'uso indiscriminato del proprio corpo è un peccato davanti a Dio. Ma un giorno, quando forse ripenserete a voi, vi accorgerete che - anche per voi - quella notte è stata un peccato da dimenticare.
Bene! che dire dell'ira, che capeggia su tutto il mondo avendo a volte risultati tremendi, come l'omicidio, la vendetta personale. Il mondo intero sembra avere perso la tolleranza nei confronti del prossimo e, per un nulla, ci si batte e ci si affronta, dando sfogo a tutta l'ira che avete dentro di voi; per poi rendervi conto, se ci pensate un attimo, che il nemico non è davanti a voi, ma è dentro di voi; nel vostro modo di vivere e di gestire freneticamente la vostra vita, nello stress - parola che, 100 anni fa, non sapevano neanche cosa fosse. Vergognatevi e, invece di lottare contro vostro fratello, perdonatelo, e vi sentirete sicuramente meglio. “Io ti perdono”: parole fantastiche! difficili da dire in certi momenti, ma, proprio in quei momenti, deve uscire dal nostro cuore: “Io ti perdono”.
Gola, invidia, accidia, fanno sempre parte del vostro tempo e, nel vostro tempo, hanno preso piede.
La Gola. Ora, oltre a coloro che mangiano e bevono più di quello che dovrebbero , vi sono anche coloro che rifiutano il cibo per problemi estetici, cercando di apparire più belli e più desiderabili, per poi cadere nella superbia e nella lussuria. E, molte volte, buttando via la propria vita, alla ricerca di un aspetto fantastico che, loro, non si vedranno mai.
L'invidia: il desiderare tutto quello che un altro ha, cercando di fare di tutto per poterlo avere. Ma ciò che è triste è che, ora, molte volte, sento che invidiate la felicità di altri; l'unione e l'amore di una famiglia con i propri figli. Invidiate una persona che è sempre sorridente nei confronti degli altri. Già! oltre alle cose che gli altri possiedono e voi non possedete, invidiate i sentimenti e la felicità altrui, e non pensate che, se volete, anche voi - proprio voi invidiosi - potete essere come quella persona felice. Invidiare i beni materiali, la donna o l'uomo di un altro: è triste; ma invidiarne la felicità, credo che voglia dire avere toccato il fondo dei propri sentimenti.
Certo, non è rimanendo immobili davanti a tutto, senza mai reagire e mai gioire di niente e di nulla, che si crea la propria felicità; non è restando immobili davanti a un'era che sta andando a pezzi, su tutti i principi morali e fisici, che si cambia la propria vita. La vostra staticità nei confronti di tutto ciò che vedete, che sta distruggendo la fede e il vostro mondo, è l'ultimo e, come gli altri, grave dei vostri peccati. Incapaci di reagire, nell'ozio completo, fisico e mentale, lasciate che il vostro credo e la vostra fede - quella fede che ha unito milioni di uomini - vengano distrutti e calpestati. E questa è l'Accidia, settimo peccato capitale.
Cari fratelli: uomini, donne, cercate di incominciare un nuovo anno, come se tutto fosse da rifare. A coloro che credono ancora nel Padre, chiedo che portino la loro testimonianza a chi del Padre si è dimenticato, e vaga, nel cercare una felicità che solo lui può dare.
Saluto tutti voi, e che Dio vi benedica.
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