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lunedì 11 gennaio 2010

LA GIORNATA PER LA FAMIGLIA A MADRID

Oggi vi parliamo di un evento accaduto lo scorso 27 Dicembre 2009. E’ un evento stranamente oscurato dai media nazionali, che noi riteniamo doveroso pubblicare, visto la sua importanza e visto che la stampa non se ne è occupata. Il testo seguente è opera di Antonello Iapicca Pbro.

 

“ Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il Giornale. Segnatevi queste testate, e poi l'Ansa e tutto il resto dei media. Nulla. E' passata questa domenica 27 dicembre 2009 e, aprendo i siti web dei giornali, scopriamo che per loro non è successo assolutamente nulla. Più di un milione di persone, centinaia di migliaia di bambini, famiglie d'ogni angolo d'Europa nel gelo di Madrid. Nulla. Esattamente come duemila anni fa a Betlemme. Il mondo non ha occhi, anzi non vuole averli, e li chiude. Bene, è esattamente quello che ci aspettavamo. E' il fallimento mediatico il segno incontrovertibile del successo dell'evento. Perché le cose di Dio sono così. Non destano interesse mediatico, non cercano palcoscenici mondani. Non sono il fumo che avvolge i giorni perduti. Le cose di Dio sono. Come Egli è Colui che è, e basta. Ed è esattamente il suo essere vero, reale, nel tempo ma al di là dei tempi, il suo essere oltre la morte che rode ogni vanità a sostenere l'universo, e la vita di ciascun uomo. La famiglia cristiana apparsa viva, serena, felice a Madrid in questa domenica è cosa di Dio, opera sua. La famiglia cristiana esiste, è, e questo basta. La Chiesa risvegliata da quest'impeto di gioia è lì, in cima al monte, sul candelabro, e illumina la notte del mondo. Ed è scritto che il mondo preferisca le tenebre, rifiuti l'evidenza dell'amore di Dio, sfugga alla verità. Gesù lo aveva profetizzato, e per questo, paradossalmente, proprio l'umano fallimento di un evento eccezionale silenziato ad arte, ne decreta il successo. Perché il successo di Dio passa per il fallimento umano. Così Dio illumina le tenebre, come duemila anni fa nella notte di Betlemme, e come poi, dopo trent'anni in un sepolcro di Gerusalemme, ha squarciato di luce il nero della morte. Il successo di Dio infatti è definire la menzogna annunciando la verità. E' il male a far risplendere il bene. E' l'abbondanza del peccato a far sovrabbondare la Grazia. E' folle, ma è così che Dio ama, lasciandosi come attirare dalle voragini del male e della menzogna per deporvi il seme dirompente della verità e della vita.

Gli organizzatori lo avevano ripetuto: non è una manifestazione contro, è una pura testimonianza, innanzitutto per la Chiesa e poi per l'Europa che sta abbandonando la fonte della vita e uccidendo la famiglia. Così è stato. Dio non misura la bontà di un'opera guardando i tabelloni degli scores. Dio ama, e Madrid oggi grondava amore. Eccole allora le famiglie che Dio ha donato alla Chiesa a e al mondo. Eccole a costruire le cattedrali del Terzo Millennio, allineando, non già mattoni di pietra come fecero i poveri del medioevo, ma le pietre vive, i figli della Grazia, i frutti dell'Humanae Vitae compiuta in obbedienza alla Chiesa. Eccole le famiglie unite, e sane, e feconde secondo la volontà d'amore di Dio. Eccole a risplendere nell'oscurità di quest'Europa. Eccole a Madrid, esattamente dove quarantacinque anni fa ebbe inizio la loro avventura. Molti dei papà e delle mamme oggi presenti a Madrid nascevano in quegli anni sessanta, mentre, nelle baracche di Palomeras Altas alla periferia della stessa Capitale spagnola, un giovane pittore e una ragazza colma di zelo missionario, afferrati dallo Spirito Santo, davano inizio, tra gli zingari, al Cammino Neocatecumenale. Mentre a Roma lo Spirito soffiava sul Concilio Ecumenico Vaticano II, e mentre Paolo VI, solo e e assediato, firmava l'Humanae Vitae, l'Enciclica più profetica, lo stesso Dio si stava preparando il resto fedele, il popolo nel quale, assieme a tanti altri fermenti e movimenti donati alla Chiesa, avrebbe poi compiuto quanto andava ispirando alla sua Chiesa. In quegli, tra quelle baracche, anni nulla lasciava presagire il terremoto di bene che lo Spirito Santo avrebbe scatenato nella Chiesa e nel mondo. Come a Betlemme, come in quella tomba a Gerusalemme, come oggi a Madrid. Lì, tra i poveri più poveri, lontano dai riflettori, Dio stava gestando un cammino di conversione, un'iniziazione cristiana nella forma di catecumenato, che avrebbe, nel corso degli anni, raccolto milioni di poveri e piccoli in tutto il mondo, i lontani dalla Chiesa, i peccatori incalliti, i pagani e i neopagani, e poi le famiglie distrutte, gli alcolizzati, i drogati, i perduti dentro vite senza senso. Attraverso quel cammino, Dio li ha poi gestati alla fede, ne ha ricostruito le vite e le famiglie, ha riconsegnato dignità perdute, ha aperto i loro cuori e i loro corpi alla vita, ha suscitato vocazioni missionarie tra moltissime famiglie, ha donato presbiteri e monache alla Chiesa. Soprattutto, ha mostrato la Comunità cristiana capace di testimoniare, nella vita reale e quotidiana, i segni di una fede adulta, l'amore e l'unità. E oggi, con molti fratelli di molte altre realtà e carismi, e insieme ai loro Pastori, i frutti splendenti del Cammino Neocatecumenale erano a Madrid, come quarantasei anni fa lo furono gli iniziatori, ancora tra i poveri, questo popolo europeo privato di gioia e dignità. E ancora una volta, in un mistero di comunione e profezia, la paterna benedizione da Roma, da Pietro. Il carisma e l'Istituzione uniti nell'unica opera di salvezza, l'amore di Dio per ogni uomo d'ogni tempo.

Il futuro dell'Europa passa per la famiglia, ed il futuro della Chiesa passa per la comunità cristiana. Solo così infatti la Chiesa è capace di gestare e partorire famiglie sante, consapevoli della propria vocazione, unite e aperte alla vita, sostenute, nel combattimento quotidiano, dalla propria comunità, fedeli nel trasmettere la fede alla seguente generazione. E' questo il volto reale di Dio apparso a Madrid, il corpo vittorioso sulla morte del suo Figlio, incarnato in queste famiglie figlie della Chiesa. Il silenzio attorno, l'apparente irrilevanza mondana, mediatica e politica di questo concretissimo essere di Dio in questa generazione di questa Europa, è la notte che presagisce il miracolo più umile e fecondo, il segno dato a noi tutti. A Betlemme fu un bimbo adagiato in una mangiatoia, e Maria e Giuseppe, una famiglia riparata in una grotta a dare al mondo la Vita e l'amore che non muoiono. Oggi a Madrid, il presepe d'Europa, Dio ha rinnovato lo stesso segno offerto ai pastori: queste famiglie, e quel che vi è dietro e dentro a ciascuna di esse, e i loro bambini deposti nella greppia di questa società. E' qui il segno, è qui nascosto il seme che salverà questa generazione. E' qui la Parola fatta carne che Dio ha voluto donare agli uomini di questo tempo, affinché, come diceva il Papa nell'omelia della notte di Natale, possa essere guardata e così plasmare un cuore di carne capace di amare. Queste famiglie sono oggi la speranza che Dio ci dona: "Quando vediamo Lui, il Dio che è diventato un bambino, ci si apre il cuore. Nella Liturgia della Notte Santa Dio viene a noi come uomo, affinché noi diventiamo veramente umani" (Benedetto XVI, Omelia nella Notte di Natale, 2009). Così Dio si è mostrato oggi all'Europa perchè l'Europa apra il cuore; così continuerà a mostrarsi, nei volti e nelle storie sante di queste famiglie, perché ogni uomo possa ritornare ad essere umano, ovvero figlio ad immagine e somiglianza di suo Padre.


Antonello Iapicca Pbro

 

Pubblicato da Marina  

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