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sabato 23 ottobre 2010

Vivere o uccidere una vita - Quinta parte

Continuiamo la lettura della testimonianza di una persona anonima sulla realtà dolorosa dell'aborto. Oggi la parte finale della testimonianza ci mostra la tortura del dopo, quando lo scempio si è compiuto e il cuore comincia a languire perchè non può più tornare indietro:

Al fiacco risveglio, mi sentii letteralmente rovesciare sul letto. Avevo un lenzuolo in mezzo alle gambe per assorbire l’emorragia in corso. Non riuscivo a muovermi bene. Ero ancora semiparalizzata. Più vivo che mai è il senso di tormento provato quando mi resi conto di non essere più mamma... Perché mamma si diventa nel momento in cui scopri che non sei più sola, ma c’è una parte di te che sta nascendo dentro di te. E’ una nuova vita, è tuo figlio.
Sentivo le lacrime calde e silenziose solcarmi il viso: da quel preciso istante iniziò il mio tormento. “Non c’è più. Non c’è più” – mi disperavo con quel briciolo di forza che mi rimaneva. Squillò il telefono. Con gran fatica risposi. Era la mia amica Liliana con cui mi sfogai piangendo e dicendo di nuovo: “Non c'è più, non c’è più...”. Pochi minuti e rientrò da quella sala dell’orrore anche la terza ragazza: così lo scempio si era compiuto. I nostri singhiozzi, isolati dall’allegria di chi, nelle vicine stanze, si preparava a vivere l’evento più straordinario della vita, richiamavano il buio in cui eravamo vergognosamente precipitate.
Chi mi avrebbe salvato, restituendomi alla luce della Grazia Divina? Chi mi avrebbe reso la dignità di donna che avevo soffocato con le mie stesse mani? Ma soprattutto, chi mi avrebbe ridato mio figlio, anzi la mia bambina? Eh sì, perché ero certa che sarebbe stata una femminuccia. Straziante il pentimento che aveva bussato da subito al mio cuore. Da allora non ho più pace. Non mi perdonerò mai per aver deciso di far
morire quella che doveva essere la persona più importante della mia esistenza. Ecco, amica mia, ora conosci la mia storia e hai letto il mio dolore, per quanto possibile.
Tuttora non so spiegarti che cosa mi abbia davvero spinto a diventare quella che non sono. Probabilmente si è trattato di paura di crescere, o di essere abbandonata, o di non essere più amata, o di tenere accanto a me una
persona che pensavo potesse sentirsi in trappola, o semplicemente di non farcela, di non saper essere una brava mamma e una valida donna. Non lo so, non lo so, non lo so…
La mente umana è complessa e tortuosa e, spesso, neanche noi conosciamo bene tutti i labirinti del nostro inconscio. Quel che è certo è che si è trattato di un gesto sconsiderato, frutto del mio egoismo più abbietto e che non rifarei, mai e poi mai, se solo potessi tornare indietro.
Lo so, anche tu ti senti sola, non vedi via d’uscita al tuo turbamento. Provi un disagio per una situazione che non sai come gestire e che non ti appartiene perché nuova, più grande di te, del mondo in cui finora hai
vissuto. Hai il timore di essere giudicata per ciò che provi in realtà, che nessuno possa capirti, e sei convinta che abortire sia la cosa più giusta da fare; che basteranno pochi minuti del tuo tempo per dare una risposta
indolore e definitiva alla tua angoscia. Ma, purtroppo, sarà solo definitiva, perché il dolore per non aver pazientato e aver assecondato la morte di tuo figlio, non riuscirai più a cancellarlo.
Non sentirti sola. Molto più vicino di quanto pensi c’è qualcuno disposto ad ascoltarti, a tenderti la mano per non farti cadere, ad essere tuo amico, un amico sinceramente dispiaciuto per ciò che stai passando e che vuole offrirti il proprio aiuto.
Hai bisogno di parlare. Sfogati pure, fai tutto quel che è necessario per salvarVi, ne hai il diritto ed anche il dovere. Proteggiti da te stessa; proteggi l’amore che già vive in te.
Capisco quanto, adesso, ogni cosa sembri difficile, impossibile da superare, ma tira fuori tutta la forza che hai dentro, perché sono certa che tu ne abbia tanta. Noi donne siamo speciali: creature fragili, ma che sanno essere anche forti rocce…
E’ vero, l’ignoto spaventa, irrigidisce, ma pensa che può rivelarsi una meravigliosa sorpresa. La vita ti stupisce soprattutto quando sei convinto che non ci sia più luce per te, e ti emoziona come l’abbraccio inaspettato di
un bambino.
Dio ti ha scelta come mamma di tuo figlio: crede in te. Tu hai scelto tuo figlio e lui ha voluto te e non un’altra mamma!! Coraggio!! Sono sicura che basterà guardarlo negli occhi, tenere la sua tenera mano nella tua, stringerlo a te e sentire il suo profumo per cancellare i brutti pensieri, le angosce, le incertezze. Lui sarà la tua forza e tu sarai il suo faro, sempre acceso.
Se qualcuno avesse deciso di farci morire non avremmo potuto scoprire com’è bello cantare, avere amici, innamorarsi, rimanere stupefatti dinanzi alla bellezza del mare…. essere ciò che siamo.
Quante volte ci siamo lasciati sopraffare dalla rabbia perché non ci hanno lasciato liberi di scegliere. Non arroghiamoci allora il diritto di decidere se far vivere o morire un essere umano, ossia la carne della nostra carne. Non negarti l’amore di tuo figlio come ho fatto io.
Di fronte ad ogni donna in attesa ti chiederai “perché io no?” e non potrai rimproverare nessuno se non te stessa. Sapessi che pena si scatenerà in te nel vedere una mamma felice in compagnia del proprio bambino, perché avresti potuto godere della stessa felicità e l’hai rifiutata. Comincerai a contare i mesi e poi gli anni che
avrebbe compiuto tuo figlio se non lo avessi fatto morire. Cercherai di immaginare il suo volto, l’espressione dei suoi occhi, il suo sorriso e li rivedrai in ogni bambino che incrocerai per strada.
Non puoi pensare che le mie siano solo parole. Chi meglio di me può capirti? Io sono stata all’inferno e non voglio che lo conosca anche tu. Ti prego. Ascolta solo il tuo cuore e se qualcuno ti spinge a credere che
abortire sia per il tuo bene, allontanalo perché non sa quello che dice, e non ti ama davvero. Se deciderai di interrompere la tua gravidanza, ricordalo, non potrai tornare più indietro. Sarà una ferita sempre aperta, sempre sanguinante. Non mortificarti… ti supplico come fossi mia sorella…
Ora ti lascio, amica mia, con un messaggio che ho scritto il giorno seguente l’aborto. Dovevo liberare in qualche modo il dolore che mi stava consumando fino a togliermi anche il respiro.

“Sto male, malissimo. Vorrei morire e solo Dio, che tutto vede, sa il perché.. Ieri è stato il giorno più brutto della mia vita…l’inferno in terra… Ora cerco il perdono, ma non ho neanche il coraggio di chiederlo. Spero solo che Dio Misericordioso, abbia pietà di me, ultimo degli esseri, e cambi il mio cuore, quello stesso cuore che credevo migliore e che, invece, mi ha fatto tradire la vita…” Mi auguro fortemente che domani mattina, al risveglio, tu sorrida perché avrai deciso di iniziare una nuova, straordinaria avventura …
… con TUO FIGLIO.

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